Doha, altri tre ori per gli azzurri
Gli studenti azzurri chiudono su una nota alta la 14^ edizione delle Gymnasiadi: dopo essere rimasti a secco nella terza giornata, i ragazzi italiani salgono per sette volte sul podio (tre ori, due argenti e due bronzi) nell'ultima sessione del programma, tormentata dalla pioggia battente su piste e pedane del Khalifa Stadium di Doha.
Abbastanza atteso il successo di Daniele Secci nel peso (19.47), una bella sorpresa arriva invece dagli ostacoli alti: Ivan Mach di Palmstein, livornese allenato da Fabrizio Mori, la spunta proprio sul traguardo dei 110hs a pari tempo (13"66) con lo spagnolo Arnau Erta, favorito della vigilia.
Il quartetto della staffetta mista (Giada Masolini, Anna Bongiorni, Ambra Gatti e Irene Baldessari) conquista il terzo oro di giornata con 2'11"01, rintuzzando l'attacco delle ungheresi.
Un argento che non ti aspetti è quello colto sui 2000 siepi da Andrea Sanguinetti: il forlivese manca di un soffio la vittoria, uscendo in vantaggio dall'ultimo ostacolo, ma subendo il ritorno del saudita Mohamed Burhan al photofinish (5'50"03 per l'azzurro, primato personale, contro 5'49"99 del vincitore). Altro argento da Giada Masolini nei 200 metri (24"80). Le due medaglie di bronzo vengono conquistate da Giacomo Tortu nei 200 metri (21"87) e da Silvia Zuin nei 100hs (13"99, con vento -1.3).
Il bilancio finale della spedizione italiana è di 5 ori, 4 argenti e 5 bronzi.
IL DETTAGLIO DELLA GIORNATA
Condizioni climatiche ancora difficili nell'ultima giornata di Doha: pioggia su pista e pedane e brezza di vento costantemente contraria sul rettilineo.
Sono 10 le presenze azzurre nelle finali del programma di giornata e arrivano ben 7 medaglie, portando a 14 il bottino complessivo della trasferta in Qatar.
Il primo acuto è di Silvia Zuin, terza nei 100hs vinti dalla francese Raibaut (13"82): la transalpina aveva preceduto la brava atleta padovana già in batteria e Silvia soffre la pista bagnata e il vento contrario (-1.3), peggiorando (13"99) il tempo ottenuto il giorno prima.
Tocca poi ad Andrea Sanguinetti riscaldare la parte azzurra della tribuna: il siepista romagnolo conduce una prova di straordinaria maturità, confermando quanto di buono si era detto di lui in questa stagione. Andrea ci prova, allungando di un'incollatura atterrando dall'ultima barriera, ma poi viene ingoiato proprio sul traguardo dal ritorno del rivale saudita Burhan. Il 5'50"03 di Andrea lo porta tra i primi cinque italiani di sempre nella categoria: un raggio di sole per una specialità di antica tradizione a livello assoluto e giovanile, purtroppo caduta nell'ultimo decennio in una crisi che sembrava senza uscita.
Il primo oro della giornata era in partenza nel novero delle imprese possibili: ma lo spagnolo Arnau Erta (13"46 di personale) era il chiaro favorito nella finale dei 110hs. Ed invece Ivan Mach di Palmstein ha tirato fuori tutto quanto gli era rimasto da una stagione intensissima, nella quale aveva raccolto il bronzo europeo all'EYOF ed aveva mancato di pochissimo la finale iridata a Bressanone: vittoria di strettissima misura (13"66, pari tempo centesimale con l'iberico), ma pur sempre vittoria. Non fosse stato per la pista bagnata e un vento non certo alleato (-0.5), il miglioramento del primato italiano di un certo Andrew Howe (13"59 nel 2002) sarebbe stato il giusto coronamento per la splendida annata dell'ostacolista toscano.
Un argento ed un bronzo dalle due finali dei 200 metri: 2° posto per Giada Masolini (24"80) - alle spalle della sola francese Galais (24"57) - mentre un altro sedicenne, il lombardo Giacomo Tortu, ha sfiorato (21"87, vento -0.7) di 1/100 il personale regolare (anche 21"73 ventoso per lui) per agguantare il bronzo. In questa prova era presente anche il veneto Alessandro Pino, 7° (22"11).
Il secondo oro del pomeriggio era più atteso: netta la superiorità del pesista romano Daniele Secci sulla concorrenza, affermata già nella qualificazione. L'unica insidia è stata quella della pedana bagnata, che ha portato un paio di pericolosi sbilanciamenti: ma la misura vincente dell'azzurro (19.47) sopravanza di un metro esatto la prestazione che è valsa l'argento al cipriota Tsakkistos.
La chiusura è trionfale: la staffetta femminile vendica - se così si può dire - la disavventura patita in batteria dai colleghi in campo maschile e riesce ad aggiudicarsi il titolo con 2'11"01. Dopo che Masolini, Bongiorni e Gatti avevano portato le azzurre al comando nell'ultimo cambio, è stata Irene Baldessari a sancire la superiorità del nostro quartetto sulle ungheresi (seconde con 2'11"14) grazie ad una bellissima frazione da 55"54 nell'ultimo giro.
Un po' sofferta l'esperienza di Chiara Rota sulla pedana dell'asta: finale interrotta per la pioggia alla quota di 3.60 e, alla ripresa, la lombarda non è riuscita a migliorare il suo 6° posto provvisorio che le valevano i 3.50 saltati in precedenza.
Anche Anna Visibelli, brillante in qualificazione, ha patito le condizioni della pedana in finale: solo 5.65 (vento -0.2) per l'aretina, che si è dovuta accontentare del 5° posto (vittoria alla francese Beafour con 5.99).
Raul Leoni
Nella foto (Giancarlo Colombo per Omega/Fidal): il pesista Daniele Secci ha conquistato una delle tre medaglie d'oro azzurre nell'ultima giornata di Doha.
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