IL RACCONTO DELLA QUARTA GIORNATA (mattina)
4x400 uomini (FINALE) - Nessuno degli individualisti è riuscito a passare un turno, un dato raffredda un po' gli entusiasmi nei confronti della staffetta del miglio maschile. Che però si presenta in pista trasformata, anche nell'atteggiamento. Fuori Brayan Lopez, dentro il quinto dei 200 Daniele Corsa. Confermati Simone Serafini e Giuseppe Leonardi (oggi dai blocchi), recuperato Leonardo Vanzo (non al 100% per le batterie, e per questo motivo non schierato in prima frazione). Quando passa il testimone a Serafini, gli azzurri sono quinti. Il romano sfodera una gran frazione, e al cambio con Corsa l’Italia si trova davanti a sgomitare con russi, francesi e tedeschi. Il brindisino è anche troppo coraggioso, gioca per vincere, e negli 80 metri conclusivi finisce un po’ il carburante: ma resiste. Al traguardo la Russia è nettamente davanti (3:08.35), seguono Francia e, clamorosamente, Italia. Le celebrazioni per il bronzo sono tante e rumorose, ma in serata, a rassegna ormai conclusa, arriva la notizia: i francesi sono squalificati per invasione di corsia (e non ricorrono), il bronzo si trasforma in argento. In splendido abbinamento con quello delle ragazze.
4x400 donne (FINALE) - Le prescelte sono Virginia Troiani, Federica Putti, Alice Mangione e Ayo Folorunso. Dai blocchi c’è la finalista della gara individuale Alice Mangione, che passa il testimone in linea con due delle avversarie più quotate, Gran Bretagna e Norvegia. Le britanniche si involano quasi subito, Virginia Troiani e Federica Putti sostengono bene il confronto con le avversarie di turno e innescano Ayo Folorunso. L’azzurrina, con il dente avvelenato per un bronzo che voleva essere oro nei 400hs, si trova spalla a spalla con battagliare con Norvegia, Germania e Russia. Quest’ultima supera di prepotenza quando mancano 250 metri, Ayo lascia andare e poi a metà curva mette la freccia senza esitazioni. E’ argento, ed è festa, con urli, salti e abbracci. Di fianco al crono finale, 3:37.45, appare la sigla NJR: le ragazze impazziscono. Record italiano, meglio del quartetto Vitale-Morelli-Lukudo-Pasquale che che nell’ultima edizione degli EuroJunior di Rieti, in 3:37.61, migliorò un record ultra trentennale. Oro alle atlete di sua Maestà, 3:34.36, bronzo alle russe, 3:37.57, tribuna centrale che quasi viene giù, con tutta la squadra italiana a sgolarsi e sventolare i Tricolori.
lungo donne (FINALE) - E’ la gara della rumena Florentina Marincu, già terza nel triplo e oggi dominatrice del lungo con una terza prova da 6,78 (+3.8) e altri due salti superiori ai 6,50. Beatrice Fiorese rimane un po’ sotto il primato stagionale, 6,32 a Castelnovo Monti, e atterra a 6,09 (+2.5). La sua serie è comunque tutta superiore ai sei metri (escluso l’ultimo nullo): 6,02 (+4.0) - 6,09 (+2.5) - 6,07 (+2.6) - 6,03 (+1.5) - 6,03 (+2.3). Per andare a medaglia in ogni caso - pur con la tara del dato anemometrico - non sarebbe bastata la miglior Fiorese: Anna Buhler e Fatima Diame, la seconda e la terza, saltano entrambe 6,55.
triplo uomini (FINALE) - Come in qualificazione, Tobia Bocchi cala subito l'asso. Il ragazzo, al primo anno di categoria, al primo salto atterra a 16,51 (+2.1), che oltre ad essere una bella ipoteca su una medaglia è anche una misura superiore al record italiano detenuto in coabitazione da Paolo Camossi e Daniele Greco. Peccato per il vento appena oltre la norma, che non permette l'omologazione, ma ha tempo per rifarsi. Ai fini della classifica l'anemometro è però irrilevante, e così Bocchi si ritrova in testa. Per scalzarlo dal primo posto serve il record dei campionati, saltato dall'azero Nazim Babayev con 17,04 (+1.5). Bocchi realizza una serie impressionante, nonostante le difficoltà a gestire le folate di vento: 16,51 (+2.1) - 16,32 (+3.7) - 14,77 (+1.2) - 16,42 (+3.1) - N - 15,98 (+1.8). Simone Forte è settimo con 15,91 (+3.0), Simone Contaldo undicesio con 15,35 (+2.5).
asta uomini (FINALE) - A causa del vento trasversale, l’asta viene spostata sulla pedana parallela al rettilineo opposto. In finale, cinque centimetri separano il simpatico Robert Luigi Colella, detto "Gino", dalla medaglia. Nato a Chicago da padre foggiano, vive in California: sta bene, il 5,32 dei Tricolore di Formia non ha fatto che confermarlo. E così dopo 5,15 alla prima e 5,25 alla seconda prova fa mettere l’asticella ai 5,35 del PB. Asta che cade tre volte, ma la beffa è che Niko Koskinen e Alioune Sene salgono sul podio con 5,30, la misura che Colella non ha provato. Peccato, perché il ‘paisà’ ha fatto capire di avere nelle gambe e nelle braccia misure migliori. Il titolo va ad Adam Hague con 5,50.
3000 siepi (FINALE) - Yoghi Chiappinelli è il favorito e si comporta come tale. Allo sparo si porta in testa, e imposta una gara d'attacco, come ci si aspetta da chi ha il miglior accredito europeo del 2015. Lo seguono in due, il tedesco Patrick Karl e l'ungherese Balazs Juhasz. Il tifo dei compagni di squadra quasi butta giù la tribuna, diviso fra la sua corsa mozzafiato e i balzi di Tobia Bocchi lì davanti, che quasi fa il record italiano del triplo. Chiappinelli è leggero sugli ostacoli, ma soffre il forte vento che all'Ekagens Stadium non smette di soffiare da ieri. Primo chilometro in poco meno di 2:50, passaggio ai 2.000 in 5:50. Poi, finalmente, si scrolla di dosso i due comprimari. A questo punto è un assolo, fino alla vittoria a braccia alzate in 8:47.58. Karl è argento in 8:54.10, Juhasz bronzo in 8:58.11, ma alle loro spalle appare un altra maglia azzurra. E' Simone Colombini, soprendente quarto in 9:06.47.
1500 donne (FINALE) - Konstanze Klosterhalfen fa da lepre ma non per molto, perché prima della metà gara Bobby Clay prende già l’iniziativa. La vittoria della compatta inglese, dalla corsa poco aggraziata, non è mai in discussione: 4:17.91 sulla connazionale Amy Griffiths (4:20.41) e Klosterhalfen al terzo posto in 4:20.84. Chiara Ferdani fa il suo dovere, correndo il miglior 1500 della stagione in 4:28.70. Peccato per l’ottavo posto, che sfugge per un secondo (è ottava).
800 uomini (FINALE) - Quella di Lorenzo
Pilati si preannunciava già in partenza come un'impresa. Troppo veloci gli avversari alla partenza, con il trentino accreditato di un primato personale di 1:49.40. Il bronzo delle Gymnasiadi di Brasilia però conclude i suoi Europei con onore, gestendo con intelligenza i due giri e provando fino in fondo ad evitare l'ottavo posto, che arriva in 1:51.71.
Per l'oro ha la meglio Kyle Langford in 1:48.99, un'altro oro per la Gran Bretagna del mezzofondo, dopo i 5000 maschili di ieri e i 1500 femminili.
alto donne (FINALE) - C'era attesa per Erika Furlani, da allieva argento dei Giochi Olimpici Giovanili e 1,87 di primato personale siglato lo scorso anno. La 19enne però incappa in una brutta giornata, mandando a referto solo un 1,75 (viene eliminata con tre errori alla misura successiva, 1,79). Peccato, perchè oggi si andava a medaglia (di bronzo) con 1,83 superato alla prima prova. La vince la svedese Ekholm, mentre per l'oro si sfidano Nawal Meniker (1,86) e la campionessa mondiale under20 di alto e prove multiple Morgan Lake, oro con 1,91.
disco uomini (FINALE) - Che Giulio Anesa fosse in grande condizione si era intuito dalle qualificaizioni, quando il biondissimo ragazzone di Alzano Lombardo, in provincia di Bergamo, aveva ottenuto il pass per la finale con un 59,48 al secondo lancio. Un indizio di grande sicurezza, perchè la spallata era arrivata dopo un primo lancio nullo. Oggi il colosso azzurro (1,98 per 108 chili) regala emozioni a ripetizione: subito sopra i 61 metri, al terzo lancio piazza un 61,79 che è già record italiano, seguito alla quarta prova da 62,11, quando prova anche l'emozione di essere sul podio virtuale. La serie completa è da incorniciare: 61,40 - 61,20 - 61,79 - 62,11 - N - N. I lanciatori polacchi vanno a segno anche nel disco, con Bartlomiej Stoj che con 68,02 stampa il record dei campionati, oltre a quello polacco under20. Argento a Martin Markovic (Corazio, 67,11), bronzo a Henning Prufer (Germani, 64,18). Leonardo Fabbri è undicesimo con 55,45. Tornando al primato va segnalata, in ogni caso, la presenza negli annali della specialità il 62,26 realizzato da Eduardo Albertazzi a San Benedetto il 5 maggio 2010, un risultato non omologato come record italiano perché l'atleta era l’unico in pedana.
400hs donne (FINALE) - E' la grande favorita, la leader stagionale e la migliore delle qualificazioni. Ma i 400 ostacoli sono una gara crudele, e Ayomide Folorunso paga a caro prezzo un'esitazione di troppo nel momento decisivo. Il suo giro di pista è perfetto per otto decimi: già il passaggio nono ostacolo è da rivedere, ma l'intoppo al decimo che le costa la testa della corsa. La belga Nenah De Conick, in ottava corsia, e l'olandese Inge Drost alla sua sinistra in un attimo sono davanti, a prendersi oro (57.85) e argento (58.12). Ayo chiude con un normalissimo 58.44, deludente per lei che ha 57.19 di PB. Alle sue spalle, emerge una bravissima Eleonora Marchiando. L'aostana è quarta in 58.90, a pochi centesimi dal PB corso in semifinale. Per lei, un'Europeo da incorniciare.
4x100 uomini (semifinali)- Andrea Federici, Daniele Corsa, Ferdinando Mulassano ed Enrico Luciano portano a casa la finale della staffetta veloce: il primo cambio è un po' esitante, ma Corsa recupera con un bel lanciato e il passaggio di testimone con Mulassano è puntuale. Poi va tutto liscio fino all'arrivo, e il 41.10 è sufficiente a guadagnare l'accesso diretto alla finale. Aiuta la squalifica dei britannici arrivati primi al traguardo, ma puniti per invasione di corsia, mentre un cambio fuori settore causa il "DQ" degli spagnoli. Nell'altra semifinale, fuori l'Ungheria. Svezia (con i tre finalisti dei 100) e Norvegia grandi favorite per la vittoria insieme ai tedeschi, appuntamento per le medaglie oggi alle 16.20.
disco decathlon - Una spallata da 41,11 e 687 punti riassumono la settima prova, la seconda di oggi, di Simone Fassina nel decathlon. Archiviato il disco, i multiplisti si avviano verso il salto con l'asta con un'occhiata preoccupata al meteo. Il vento, come ieri, insiste fastidioso e trasversale alla pedana designata.
4x100 donne (semifinali) - Julia Calliari, Annalisa Spadotto Scott, Alessia Niotta e Chiara Torrisi. E' questo il quartetto veloce in pista alla ricerca di una corsia fra le prime otto squadre d'Europa. Le azzurrine, nella fredda mattinata svedese, esitano nei cambi - ma non troppo - ma soprattutto sono poco brillanti nel lanciato, chiudendo ultime nella semifinale in 46.05. Nel complesso, sono undicesime su 13 staffette. Le migliori corrono ad altri ritmi, a cominciare dalle tedesche (con l'argento dei 100 Braun e la trionfatrice dei 200 Luckenkemper) che pur con qualche incertezza nei passaggi del testimone fanno segnare il miglior crono delle semifinali in 44.61. Sotto i 45 secondi anche i Paesi Bassi (44.86), con le britanniche a 45.32. Finale alle 16.05.
110hs decathlon - Simone Fassina inizia con 14.79 (875 punti) sui 110hs. L'azzurro ha concluso ieri la prima giornata con 43 punti di ritardo rispetto alla gara in cui ottenne il limite personale (7198), nel giugno scorso a Roma.