Iapichino 6,87 vola in finale nel lungo

06 Agosto 2024

L’azzurra si qualifica con la seconda misura, miglior salto per Tara Davis 6,90, Mihambo con 6,86 si salva all’ultimo. Vissa 4:00.69 nei 1500, seconda italiana di sempre ma non basta: è ripescaggio

Bel debutto per Larissa Iapichino alle Olimpiadi di Parigi. La vicecampionessa europea nel lungo decolla a 6,87 (+0.1) con il secondo salto e si prende la qualificazione diretta per la finale superando la misura richiesta di 6,75 dopo aver cominciato con 6,60 (+1.1). È seconda in classifica dietro alla statunitense iridata indoor Tara Davis-Woodhall che atterra a 6,90 (+0.7) mentre la tedesca Malaika Mihambo, oro ai Giochi di Tokyo, piazza un 6,86 (+0.4) al terzo tentativo staccando in sicurezza (più di trenta centimetri regalati alla pedana) per riscattare i due nulli iniziali. Soltanto quattro atlete passano con la “Q” maiuscola, l’altra è la nigeriana Ese Brume che fa 6,76 (+0.3). Appuntamento alle 20 di giovedì sera quando si ripartirà da zero, con le migliori dodici del turno eliminatorio, ma intanto convince l’esordio della ventiduenne fiorentina, alla sua prima partecipazione olimpica. Nei 1500 metri è pregevole il crono di Sintayehu Vissa che corre in 4:00.69, miglior tempo italiano dal 1982 e seconda azzurra di sempre, ma il suo ottavo posto in batteria (passano le prime sei) non è sufficiente per andare direttamente in semifinale. Tornerà in pista domani mattina nel turno di ripescaggio insieme a Federica Del Buono (4:10.14) e Ludovica Cavalli (4:11.68) che a loro volta non riescono a qualificarsi per il momento. Si migliora Alice Mangione sui 400 con 51.07 nel round di recupero, per tre centesimi di progresso, senza però ottenere il biglietto per le semifinali. Stessa sorte per Diego Pettorossi, primo degli esclusi nei ripescaggi dei 200 con 20.53 (+1.0) siglando il secondo risultato in carriera. Nella serata sono attese le finali di Sara Fantini nel martello (dalle 19.57), Mattia Furlani nel lungo (20.15) e Pietro Arese nei 1500 metri (20.50), semifinali invece per Luca Sito (400) e Ayomide Folorunso (400 ostacoli).

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Lungo donne (qualificazione) - Sì, Larissa Iapichino entra nella finale olimpica dalla porta principale. Sì, è in ottima condizione di forma perché al mattino realizza il suo secondo risultato dell’anno, inferiore soltanto al 6,94 dell’argento europeo di Roma. Non tradisce l’azzurra che raggiunge l’obiettivo con tranquillità. Al primo salto coglie un 6,60 (+1.1) staccando con largo anticipo (19,9 cm) che con il senno di poi, a conti fatti, sarebbe comunque sufficiente per andare avanti. È al secondo posto dopo il turno iniziale, preceduta dal 6,64 (-0.9) di Tara Davis-Woodhall. Poi la fiorentina riesce a sistemare la rincorsa: 6,87 (+0.1) e in questo caso sono soltanto quattro i centimetri tra il piede e l’asse di battuta. La qualificazione è al sicuro (fissata a 6,75) ma Larissa resta in campo per sostenere le amiche e avversarie. Rischia la campionessa in carica Malaika Mihambo, dopo due nulli, e il suo 6,86 (+0.4) con 30,9 centimetri lasciati in pedana è comunque eloquente. Davis incrementa a 6,90 (+0.7), restano fuori tra le altre l’iridata serba Ivana Spanovic con 6,51 (+2.1), non al meglio, e la portoghese bronzo europeo Agate de Sousa con 6,34 (0.0).

“Mi sono piaciuta - commenta Larissa Iapichino - e non sono stati salti perfetti. Nel primo ero molto indietro con la rincorsa, poi ho cercato semplicemente di aggiustarmi e di non fare nullo, però sono molto felice di essere riuscita a capire la pedana, anche se odio gareggiare al mattino. È la mia prima finale olimpica, la aspetto da tre anni. Ho ripensato a quando ero piccola, e sognavo di arrivare a un traguardo del genere, e alla diciottenne che nel 2021 era accasciata a terra dopo l’infortunio che mi ha impedito di esserci a Tokyo. Sono state le due più grandi motivazioni. Non era una gara facile, alcune hanno avuto difficoltà. In tribuna c’erano in tanti a vedermi: il papà-coach Gianni, mamma Fiona May, diversi amici, tra due giorni dovrebbero arrivare i miei zii che hanno preso i biglietti per la finale sulla fiducia. Ci ho messo grinta, soprattutto entusiasmo, e voglio regalare emozioni in finale dove andrò a giocarmela. Mi auguro di essere la migliore Larissa di quest’anno, spero di poter sfruttare al meglio l’occasione”.

1500 donne (batterie) - Soltanto la campionessa olimpica Gabriella Dorio ha corso più veloce nella storia tra le azzurre sui 1500 metri. Era dal 1982 che non si vedeva un tempo del genere per un’italiana, eppure non basta a Sintayehu Vissa per qualificarsi direttamente in semifinale. Anche stavolta, come ai Mondiali di un anno fa a Budapest, la friulana si trova nella batteria più veloce: a Parigi con il suo straordinario 4:00.69 non va oltre l’ottavo posto, senza raggiungere la sesta piazza del pass automatico, ma potrà riprovarci domani mattina nel turno di ripescaggio. Intanto si migliora di quasi un secondo (rispetto al 4:01.66 della rassegna iridata) e ribadisce la sua capacità di rendere al massimo nell’appuntamento più importante della stagione. Vince l’etiope Gudaf Tsegay con 3:58.84, poche ore dopo la finale dei 5000 in cui è stata al centro dell’attenzione per il contatto che ha provocato la momentanea squalifica della keniana Kipyegon, seguita dalla britannica argento olimpico Laura Muir (3:58.91) mentre la sesta piazza è della statunitense Emily Mackay (3:59.63). “Mi sentivo bene - racconta ‘Sinta’ - e non avevo niente da perdere. Ho lavorato tanti anni per vivere questo sogno e mi sono buttata. Davanti il contatto tra l’irlandese O’Sullivan e la giapponese Tanaka, nell’ultima curva, forse mi ha tolto un po’ di brillantezza. Speravo di prendere il sesto posto, sapevo di valerlo”. Meno brillanti invece le altre due azzurre, che si spengono quando entra nel vivo la lotta per il vertice. Nella seconda batteria Federica Del Buono, già impegnata venerdì sui 5000 metri, rimane agganciata alle migliori (3:59.73 per l’etiope Diribe Welteji) fino all’inizio dell’ultimo giro, poi viene staccata e in 4:10.14 arriva quattordicesima. Meno rapida la terza batteria (prevale la keniana Nelly Chepchirchir in 4:02.67) con Ludovica Cavalli al centro del gruppo prima di perdere contatto al suono della campana per un tredicesimo posto con 4:11.68. Tutte e tre saranno di nuovo al via nel “repechage round” di mercoledì alle 12.45.

400 donne (ripescaggio) - C’è la soddisfazione del record personale per Alice Mangione. Esce di scena l’azzurra nella prova individuale sui 400 metri, ma con 51.07 toglie tre centesimi al suo limite di quest’anno. La siciliana dà il meglio di se stessa nel turno di ripescaggio, alla quarta gara in cinque giorni considerando anche la 4x400 mista, e consolida il secondo posto di sempre a livello nazionale (alle spalle soltanto della primatista italiana Libania Grenot). Al traguardo è terza, dietro alla britannica Victoria Ohuruogu (50.59) e alla lettone Gunta Vaicule (50.93), nel round che vede promossa soltanto la vincitrice oltre a due tempi di recupero: l’ultimo utile è il 50.81 della ceca Lurdes Manuel.

200 uomini (ripescaggio) - Fuori dalla semifinale per due centesimi. Si era presentato alle Olimpiadi come ultimo degli ammessi nella “Road to Paris” ma in pista sfiora il passaggio del turno Diego Pettorossi che si batte bene nel round di ripescaggio sui 200 metri. L’emiliano combatte fino all’ultimo per il primo posto, sfuggito di pochissimo: 20.53 (+1.0) dietro al 20.51 del nigeriano Udodi Chudi Onwuzurike. È il primo degli esclusi, ma con la sua seconda prestazione di sempre, non lontano dal personale di 20.45 stabilito nel mese di giugno.

Giavellotto uomini (qualificazione) - Se il buon giorno si vede dal mattino, allora sarà una super sfida in finale nel giavellotto. L’indiano campione olimpico e mondiale Neeraj Chopra inizia da 89,34, a poco più di mezzo metro dal personale, ma volano lontano anche i primi lanci del grenadino due volte iridato Anderson Peters (88,63) e del tedesco Julian Weber (87,76). Otto atleti oltre gli 85 metri tra i quali il brasiliano Luiz Mauricio da Silva, record continentale con 85,91.

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