Il peso a 23 anni: Fabbri e il resto del mondo
27 Febbraio 2020Viaggio tra i pesisti di ogni epoca: quanto hanno lanciato alla stessa età del gigante fiorentino?
di Giorgio Cimbrico
Tiene banco la precocità di Armand Duplantis, a 20 anni e tre mesi padrone assoluto del salto con l’asta, e di Yaroslava Mahuchikh che a poco più di 18 ha tutte le chances per salire a quote celestiali. Anche il gigante azzurro Leonardo Fabbri non scherza: il 21,59 di Stoccolma dell’11 febbraio equivale a un distacco netto di un metro e 16 assegnato al suo mentore: a 23 anni Paolo Dal Soglio aveva 20,43.
Non resta che, date di nascita alla mano, dare un’occhiata alle misure di altri 23enni di belle o eccellenti prospettive, iniziando con i contemporanei. È un gioco, certo. Un quiz d’assaggio: dove era arrivato Ryan Crouser, campione olimpico, vicecampione mondiale, quinto di tutti i tempi dopo la fantasmagorica gara di Doha, alla stessa età del fiorentino? A 21,14 indoor e a 21,11 all’aperto. Leo ha un vantaggio di 45 centimetri sotto il tetto e di 21 en plein air (considerando il 21,32 lanciato in Sudafrica). E ad aprile, intorno alla data del 23° compleanno, che cade il 15, allievo e maestro saranno in California per una serie di gare che avranno tra i protagonisti anche il colosso dell’Oregon, erede di una formidabile tradizione di famiglia.
Altri protagonisti del bombardamento finale al Khalifa Stadium, dal quale il ragazzo XXL di Bagno a Ripoli venne estromesso per una manciata di centimetri e con un 20,75 che aveva sempre assicurato l’ingresso tra i dodici: a quell’età Tom Walsh, neozelandese di Timau, si era già portato a 21,62 e lo statunitense Joe Kovacs, l’uomo-mortaio, nella sua prima stagione da pro’ aveva appena superato, per 8 centimetri, la linea dei 21.
Fabbri ha un vantaggio netto su un maestro di agonismo come Tomasz Majewski (due ori olimpici e da 23enne a 20,83) e profondo come la Fossa delle Marianne su Michal Haratyk, campione europeo in carica: 20,10 indoor e 19,95 all’aperto. Cede a un altro polacco, il coetaneo Konrad Bukowiecki, un mese di differenza con “Fabbrino”, che si è proposto come “bimbone” prodigio: 22,00 indoor già a ventuno anni, 22,25 a ventidue.
Rotta sul passato e sul pianeta Ddr: a 23 anni Udo Beyer centrò il record del mondo, 22,15, e alla stessa età ottenne la medesima impresa, con 22,62, Ulf Timmermann. E da quelle parti, 22,66 indoor, si spinse il controverso Randy Barnes. Per Fabbri margine ampio su altri due grandi protagonisti degli anni Ottanta: lo svizzero Werner Guenthoer non si era spinto più in là di 20,31, e l’illustre concittadino Alessandro Andrei da Scandicci aveva iniziato la scalata portandosi a 20,35.
SEGUICI SU: Instagram @atleticaitaliana | Twitter @atleticaitalia | Facebook www.facebook.com/fidal.it
Condividi con | Tweet |
|
Seguici su: |