Eugene: Diaz vince il diamante, Derkach 14,52

16 Settembre 2023

Il triplista che potrà indossare la maglia azzurra dal 3 agosto 2024 conquista la seconda Diamond League consecutiva con 17,43. Ottima Derkach al personale e al quarto posto, Bruni sesta con 4,56

di Nazareno Orlandi

La collezione di diamanti, per Andy Diaz, si fa sempre più preziosa. Il triplista che potrà indossare la maglia azzurra a partire dal 3 agosto 2024 è campione della Diamond League per il secondo anno consecutivo, in virtù del salto a 17,43 (+0.1) centrato a Eugene nella prima giornata delle ‘Finals’, la finale del massimo circuito mondiale. Il portacolori della Libertas Unicusano Livorno bissa il titolo conquistato lo scorso anno a Zurigo e chiude la stagione con un’altra soddisfazione dopo le vittorie del Golden Gala di Firenze (con record italiano a 17,75) e della tappa di Xiamen. Il tutto, nonostante le difficoltà per raggiungere gli Stati Uniti: “Il viaggio è stato difficile, siamo arrivati soltanto diciotto ore prima della gara perché abbiamo ricevuto il visto soltanto questa settimana, ma ce l’abbiamo fatta, abbiamo vinto questo secondo diamante consecutivo - le parole di Diaz da Hayward Field, accompagnato dal suo tecnico Fabrizio Donato - Ci siamo riconfermati a questi livelli, nonostante una finale che non si annunciava facile, con soli cinque atleti, e quindi poco tempo per recuperare tra un turno e l’altro. Abbiamo provato a gestirla ‘passando’ qualche salto ed è andata alla grande. Abbiamo chiuso la stagione in bellezza e adesso… speriamo di poterci vedere a Parigi!”. La gara prende i binari di Diaz già dal primo salto, con il 17,43 decisivo, misura che questa sera (la mattinata dell’Oregon) non è alla portata del campione del mondo Hugues Fabrice Zango (Burkina Faso) secondo con 17,25 (-0.3). Sotto i diciassette metri lo statunitense Donald Scott (16,84) per il terzo posto. Per Diaz anche un 17,00 (-0.4) al secondo salto, due rinunce al terzo e al quarto, quindi un 17,27 (0.0) e un 17,02 (+0.6).

DERKACH: “FINISCO IN BELLEZZA” - Ottima Dariya Derkach, per la prima volta in carriera oltre i quattordici e mezzo, al personale di 14,52 (+0.8) nel triplo: all’ultimo salto, nell’ultima gara dell’anno, quasi a voler mettere il punto esclamativo su un 2023 che l’ha portata su un podio internazionale (argento agli Euroindoor di Istanbul) e tra le prime otto ai Mondiali di Budapest. L’azzurra dell’Aeronautica offre una serie particolarmente solida, anticipando il 14,52 con un percorso da 14,17 (+1.7), 14,23 (-1.2), nullo, 14,36 (+0.5) e un altro nullo. Aggiunti cinque centimetri al 14,47 degli Assoluti di Rovereto del 2021, ne mancano soltanto tre allo standard olimpico diretto per Parigi 2024, ma in ogni caso il risultato odierno darà tanti punti in chiave ranking per la qualificazione ai Giochi. Prestazione che le permette di consolidare il quarto posto nelle liste italiane di sempre all’aperto dopo Magdelin Martinez (15,03), Simona La Mantia (14,69) e Fiona May (14,65). Giganteggia la venezuelana Yulimar Rojas con il 15,35 vincente (+1.2), oltre i quindici metri anche la giamaicana Shanieka Ricketts (15,03/0.0). “Atmosfera pazzesca, pista anche - esulta Derkach - Dopo qualche giorno di riposo mi sono sentita meglio, rispetto alle gare che ho fatto la scorsa settimana una dopo l‘altra. È stato bellissimo trovare la misura all’ultimo salto. Finire la stagione in bellezza, con il sorriso, eliminando il brutto ricordo dei nulli di Budapest non ha prezzo. Aveva ragione Nocera (il suo coach Alessandro, ndr) che in risposta a tutte le mie lamentele e preoccupazioni mi ha scritto ‘sei in forma’. Ora posso andare a mangiare un po’ di junk food senza sensi di colpa…”. 

BRUNI: “HO SALTATO NELLE DIFFICOLTÀ” - Roberta Bruni (Carabinieri) chiude al sesto posto nell’asta, ritirata a scopo precauzionale per un fastidio al bicipite femorale, dopo aver saltato 4,56 alla terza e sbagliato 4,71 alla prima. “Sono stati giorni tormentati anche dall’influenza - racconta sui social - ma sono contenta di aver saltato anche nelle difficoltà e al termine di una stagione complicata sotto tanti aspetti. Adesso un po’ di meritato riposo e reset nell’attesa di programmare la prossima stagione che mi porterà a vivere una nuova avventura sportiva e umana”, scrive la primatista italiana, postando una foto che la ritrae insieme all’australiana campionessa del mondo Nina Kennedy e al suo allenatore Paul Burgess. Titolo alla statunitense Katie Moon (4,86). Domenica, nella seconda giornata di finale, saranno impegnati altri due azzurri: alle 22.04 italiane Ayomide Folorunso nei 400hs, alle 23.09 l’argento mondiale Leonardo Fabbri nel peso.

BENJAMIN (46.39!) BATTE WARHOLM - Devastante, Rai Benjamin, in particolare negli ultimi due ostacoli: quarto tempo di sempre nei 400hs, unico della storia a correre per due volte sotto i 46.40, record della Diamond League, la ‘vendetta’ perfetta nei confronti di Karsten Warholm. Per somma di valori, soltanto la mitica finale di Tokyo, quella del record del mondo del norvegese (45.94) e del 46.17 dello statunitense, è stata più entusiasmante di così. Il titolo stavolta è proprio per Benjamin, autore di un sensazionale 46.39, in rimonta sul tre volte campione del mondo, comunque superlativo con un grandioso 46.53. Nei 400 piani, detta legge il grenadino Kirani James (44.30), che il primo diamante in carriera l’aveva conquistato nel 2011.

INGEBRIGTSEN SFIORA IL MONDIALE DEL MIGLIO - Resiste per soli sei decimi il record del mondo del miglio che il marocchino Hicham El Guerrouj stabilì al Golden Gala del 1999 allo stadio Olimpico di Roma. Al Prefontaine Classic di Hayward Field, nel tempio consacrato al ‘mile’ e nell’evento dedicato alla leggenda Bowerman, il norvegese Jakob Ingebrigtsen sfiora l’impresa con un 3:43.73 sensazionale, un crono che sgretola il primato europeo di Steve Cram (3:46.32) in piedi dal 1985. Terminato il lavoro delle lepri, ai -600 inizia il faccia a faccia fra Ingebrigtsen - che su questa pista è stato oro mondiale dei 5000 lo scorso anno - e lo statunitense in ascesa Yared Nuguse (3:43.97 a sua volta Area Record), bravissimo a tenergli testa e stimolarlo fin sul rettilineo conclusivo. Nel mezzofondo, al maschile, assegnato anche il diamante dei 3000 siepi al keniano Simon Kiprop Koech (8:06.26).

KIPYEGON SEMPRE REGINA: 3:50.72 - Non ci sono aggettivi possibili per la stagione di Faith Kipyegon, al doppio oro mondiale, al triplo record del mondo e oggi anche regina della Diamond League con un 1500 ‘alla Kipyegon’: c’è la lepre statunitense Laurie Barton a trainarla per 800 metri dopodiché la keniana si mette in proprio, fa il vuoto, sciorina un ultimo giro in 59.59 e per certi versi arriva a impensierire il record mondiale firmato a Firenze (3:49.11) in occasione del Golden Gala Pietro Mennea: a Eugene domina in 3:50.72, seguita dall’etiope Diribe Welteji (3:53.93). Senza Faith, la scena nel mezzofondo femminile sarebbe per Winfred Mutile Yavi (Bahrain) alla seconda prestazione di sempre nei 3000 siepi con 8:50.66, peggiore soltanto dell’8:44.32 corso dalla keniana Beatrice Chepkoech a Montecarlo nel 2018, la stessa Chepkoech oggi seconda in 8:51.67.

SPRINT: COLEMAN 9.83, JACKSON 10.70 - Christian Coleman meglio di Noah Lyles, almeno a Eugene, almeno nelle Finals. Il derby americano dei 100 metri si risolve con il 9.83 (+0.1) di Coleman, tempo che eguaglia la migliore prestazione mondiale già corsa dallo stesso sprinter Usa, da Hughes e da Lyles. Il campione del mondo viene fuori negli ultimi appoggi e resta a due centesimi (9.85) battendo il keniano Ferdinand Omanyala (9.85) per questione di millesimi. Spumeggianti anche i 100 al femminile: finisce fuori dal ‘podio’ la campionessa del mondo Sha’Carri Richardson (Usa, 10.80), fa festa la giamaicana Shericka Jackson (10.70/+0.8) che precede l’ivoriana Marie-Josée Ta Lou (10.75) e l’altra jam Elaine Thompson-Herah (10.79).

IN PEDANA: WOO 2,35 - Nell’alto vola a 2,35 il coreano Woo Sang-hyeok, sorprende il polacco Norbert Kobielski che incrementa di quattro centimetri il ‘suo’ fino a 2,33 (alla prima), stessa misura dello statunitense JuVaughn Harrison che però la centra soltanto alla terza prova. Nel peso femminile non si lanciava così lontano dal 2015: record degli Stati Uniti per Chase Ealey con 20,76. Nel giavellotto, la giapponese Haruka Kitaguchi abbina al titolo mondiale il trionfo in Diamond League con 63,78, mentre tra gli uomini è il ceco Jakub Vadlejch a primeggiare (84,24).

DIRETTA TV - Il Prefontaine Classic di Eugene è in diretta sabato su RaiSport e Sky Sport 257, domenica dalle 21 alle 24 su RaiSport, RaiPlay 3 e Sky Sport Max

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