Magnani ''A Belgrado occasione persa''
09 Dicembre 2013Alla vigilia dell’impegno con l’Europeo di cross di Belgrado, il DT Massimo Magnani aveva chiesto agli azzurri di correre usando la testa ed il cuore, al fine di ben figurare in un contesto, quello continentale, ancora accessibile. “Devo ammettere – le parole di Magnani – che non è andata così. O almeno, non per tutti. I giovani hanno fatto bene, ma già dagli Under 23 in avanti, le cose non sono andate come avevo auspicato. In definitiva, per molti di questi ragazzi è stata un'occasione persa". Con le dovute eccezioni, ovviamente. "Michele Fontana è stato molto bravo. Ha dimostrato di essere cresciuto sul fronte della gestione della gara, che la scorsa estate, a Tampere, era parsa il suo punto debole. A Belgrado, ha sfoderato una prova maiuscola, mentre i compagni e le compagne non hanno raccolto quanto avrebbero potuto”. La squadra femminile assoluta, trascinata da un’ottima Veronica Inglese (ottava al traguardo) ha ottenuto il quarto posto, un risultato mai centrato in precedenza: “La Inglese ha corso benissimo, dimostrando di aver pienamente risolto i problemi fisici che ne avevano minato la crescita nelle passate stagioni; nel finale di gara, ha corso sul ritmo delle migliori, ulteriore segnale che fa ben sperare per il futuro. Nadia Ejjafini ha pagato il coinvolgimento in una partenza folle, ma ha comunque limitato i danni, ed anche Elisa Desco ha fatto quanto nelle attese. Al di sotto di queste metto invece Elena Romagnolo, incappata in una giornata oggettivamente negativa, e sia La Barbera che Roffino, autrici di una prova anonima”. Parlando di uomini, ovvero di squadra senior, impossibile non partire dal discusso ritiro di Daniele Meucci, che ha scelto la via dei box quando viaggiava, seppure in crisi, intorno al ventesimo posto: “Daniele aveva scelto di essere presente, di provare a difendere il bronzo dello scorso anno, perché le sensazioni d’allenamento, dopo la maratona di New York, erano state ottime. In gara, invece, le cose sono andate all’opposto, ha sentito di non essere in condizione, ed ha chiuso, anche mentalmente, la gara. Della squadra salvo la generosità di Gabriele De Nard, che ha provato una rimonta ai limiti dell’impossibile dopo la caduta in partenza, ma purtroppo il risultato di ieri conferma il profilo ancora troppo "nazionale" di molti dei nostri uomini e delle nostre donne di punta. Ovvero, la fotografia già fatta al termine della stagione estiva, dopo il Mondiale di Mosca”.
Chi invece non può lamentarsi è Stefano Baldini, il DT delle squadre giovanili. Le due formazioni Junior hanno portato l’unica medaglia italiana della spedizione (il bronzo dei maschi, tornati sul podio dopo un’attesa di 7 anni – l’ultima era stata a San Giorgio su Legnano nel 2006) e un miglior piazzamento di sempre (il quarto posto delle ragazze, mai così in alto prima). “Sono state super – le parole di Baldini riferite alle under 20 – ho veramente apprezzato il loro atteggiamento, in gara hanno dato l’anima. Dopo il traguardo, qualcuna era ancora insoddisfatta per quanto aveva ottenuto, è l’atteggiamento giusto per emergere. Io dico che hanno fatto quel che era nelle loro possibilità; solo con l’innesto di Nicole Reina, che avevo preselezionato, ma che ha dovuto rinunciare per un fastidio al tendine rotuleo, avremmo potuto salire ancora più in alto. Ma sono sicuro che ci riusciremo in futuro, Nicole sarà con noi per molte altre occasioni. Benissimo anche Federica Del Buono: il suo è un recupero importante”. La squadra maschile ha centrato l’obiettivo con il podio indicato alla vigilia. “Ma non è stata per niente facile, ce l’hanno fatto davvero sudare! C’è felicità per il risultato, ma anche un pizzico d’amarezza, perché l’argento (andato ai russi, per soli 4 punti) si sarebbe potuto raggiungere, se nei finali di gara fossimo stati più bravi dei nostri avversari. Pazienza, questo terzo posto, ed il sesto raggiunto ai Mondiali, nel marzo scorso, danno la misura del valore di questi ragazzi, che ora passano quasi in blocco all’Under 23”. Il futuro è loro. “Nel 2014 avremo due squadre forti, perché, se i fratelli Dini passeranno alla categoria promesse, altri allievi di notevole prospettiva arriveranno alla juniores, dove faranno compagnia ad uno Yeman Crippa sempre bravissimo (settimo, unico classe 1996 dietro tutti ’94, ndr). Nelle gare che contano, lui c’è sempre”.
m.s.
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