Premio Cannavò per Vallortigara e Caironi
29 Novembre 2018A Milano l’azzurra del salto in alto, seconda al mondo quest’anno, e la campionessa paralimpica hanno ricevuto il prestigioso riconoscimento intitolato allo storico direttore de La Gazzetta dello Sport
Un trofeo per due, al Premio “Candido Cannavò” assegnato questo pomeriggio a Milano nella sede della Gazzetta dello Sport. Doppio rosa in casa della rosea, perché il ricordo intitolato allo storico direttore del quotidiano sportivo è andato a Elena Vallortigara, salita in questa stagione a 2,02 nel salto in alto, e a Martina Caironi, due ori paralimpici e primatista mondiale dei 100 metri. “Due atlete che hanno superato diversi incidenti”, ha spiegato Andrea Monti, il direttore del giornale. Ad applaudire le due campionesse c’era la moglie di Candido, la signora Franca Roberto, e il figlio Alessandro Cannavò. In precedenza il premio è stato assegnato, tra gli altri, a Sebastian Coe, Yelena Isinbaeva, Antonietta Di Martino, Stefano Baldini, Federica Del Buono, Gianmarco Tamberi e Filippo Tortu.
Presenti anche i vertici della Federazione Italiana di Atletica Leggera con il presidente Alfio Giomi e il vicepresidente vicario Vincenzo Parrinello, il presidente del Comitato regionale FIDAL Lombardia, Gianni Mauri, e Franco Angelotti, presidente della Bracco Atletica e primo promotore di questo premio. “Candido è sempre stato vicino all’atletica, anche nei momenti di difficoltà, e ci ha aiutato a riportare un grande meeting a Milano”, ha ricordato Angelotti.
Con questo premio si è aperto il programma di iniziative nel decennale della morte di Cannavò, avvenuta il 22 febbraio 2009.
“Sono profondamente onorata di aver visto così tante volte quest’anno il mio nome sulla Gazzetta, è il sogno di ogni atleta”, ha detto Elena Vallortigara, seconda al mondo quest’anno e seconda italiana di sempre nel salto in alto. L’azzurra dei Carabinieri è tornata a ricordare la sua gara di Londra, quella del 2,02. “Quando ho superato i due metri mi è sembrato di essere arrivata in cima alla montagna e di vedere il panorama, un momento bellissimo. Il 2,02 è stato incredulità pura, non sapevo come reagire”. Per i Carabinieri, oltre al comandante del centro sportivo maresciallo capo Ottaviano Iuliano, era presente il colonnello Luca De Marchis, comandante provinciale di Milano: “L’arma è anche disciplina ed Elena ha dimostrato i valori della nostra istituzione”.
Martina Caironi ha voluto invece sottolineare la lungimiranza del direttore Cannavò in tema di sport e disabilità: nel 2005 scrisse “E li chiamano disabili”, quando ancora l’aggettivo paralimpico era sconosciuto ai più. Il generale Parrinello ha ricordato come la Caironi sia stata la prima atleta della sezione paralimpica delle Fiamme Gialle nel 2012, motivo questo di grande orgoglio.
Davide Viganò (CP FIDAL Milano)
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