Rieti: Dalia Kaddari 23.68 record sui 200

17 Giugno 2017

La seconda giornata dei Campionati Italiani Allievi allo stadio Guidobaldi ha assegnato 23 titoli. Con Patta e Kaddari lo sprint è sardo.

di Raul Leoni

La 16enne Dalia Kaddari abbatte dopo 17 anni il primato italiano allieve dei 200 metri di Vincenza Calì: ai Campionati Italiani U18 di Rieti la sarda corre in 23.68 (+0.5), migliorando di 15 centesimi il precedente limite che risaliva al 7 ottobre 2000. Cagliaritana di Quartu Sant’Elena, in batteria aveva già corso in 24.00 (+2.0) e insieme a Lorenzo Patta (21.45/+2.5) contribuisce alla doppietta sarda dei 200 metri. Nella rassegna si fanno notare anche Alessio Di Blasio, giavellottista che oggi lancia quattro volte oltre il suo primato per diventare il terzo U18 alltime (73,18), e i due vincitori degli 800 metri, Andrea Grandis (1:53.60) ed Eloisa Coiro (2:09.19). Nel lungo 7.43 (+0.3) di Davide Rossi, nel martello 74.96 di Giorgio Olivieri. Ad alto tasso di spettacolo le finali dei 400hs. E se al maschile si assiste all’assolo di Leonardo Puca (52.50), al femminile c’è un’appassionante battaglia a tre vinta da Valeria Paccagnella (60.34) su Greta Zuccarini (60.56) ed Emma Silvestri (60.83). A Rieti si svolge anche un test delle 4x100 nazionali U20 e U23: i maschi corrono rispettivamente in 39.60 e 39.99, le junior in 44.74.

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LE GARE DELLA SECONDA GIORNATA 

ALLIEVI 

3000m (finale) – Tre serie al via e nella seconda il veronese Marco Fontana Granotto segna 8:55.01: ciò significa che i ritmi della serie migliore non possono assolutamente essere sonnolenti all’eccesso. Fatto sta che dopo il primo passaggio a 3:00.5, ci vuole una sparata propiziata dal trio Luca Alfieri-Francesco Guerra-Ayoub Idam per frazionare il gruppo e alimentare un parziale interessante (secondo chilometro, 5:49.4). Poi il campione italiano di cross cede, Guerra prova la volata lunga e sul rettilineo viene bruciato dal marocchino di Crotone Idam (reclutato dal tecnico Scipione Pacenza): 8:36.63 per il vincitore, 8:37.49 per il frascatano allenato da Giorgia Di Paola e per il bronzo Riccardo Saletta supera Alfieri nel finale (8:47.35 a 8:47.71).

Peso (finale) – La spallata di Carmelo Musci, 18.26 al quinto turno di una finale complessivamente vissuta sulla continuità del pugliese, dà maggior dignità alla competizione: solo due altri superano i 16 metri e sono ragazzi emiliani che hanno a loro volta in bacheca titoli della categoria cadetti, Enrico Zangari (16.42) e Ronaldo Wickremasinghe (16.39).

4x100m (finale) – Livello medio niente male, come ci si poteva aspettare dopo aver assistito alle prove individuali: vince la Brixia Atletica con 42.83 (Davide Meli, il lunghista Ion Soltan, l’argento dei 200 David Zobbio e Andrea Bertolani), davanti alla Pro Sesto (43.14) e all’Atletica Vicentina (43.22). Ma l’ulteriore motivo d’interesse era l’inserimento dei quartetti azzurri: in serie 2 ha vinto la staffetta Juniores con 40.67 (Giacomelli, Abe, Bapou e Fichera), mentre in terza si registra il 40.02 degli U23 (con Cassano, Tanzilli, Cortelazzo, Spanò).

Giavellotto (finale) – Anche qui, come tra le ragazze c’è profondità di risultati, ma il merito di Alessio Di Blasio sta pure nell’aver interpretato al meglio le condizioni ambientali: nel vento il suo giavellotto è volato fino a 73.18, terza prestazione U18 di tutti i tempi e davanti ci sono solo due finalisti dei Mondiali di categoria, Leonardo Gottardo e Simone Comini. Famiglia molisana trasferitasi a Trieste, Alessio è allenato da Antonio Peres: alle sue spalle, molto distante, Simone Bonfanti (59.74) e una novità assoluta, Luca Band (58.65, oltre otto metri di progresso). Il bellunese in realtà gioca ancora come attaccante nel Belluno Calcio: punta prolifica, nell’ultimo campionato ha segnato 18 gol in 29 partite.

Alto (qual) – Ci si ferma con 11 atleti a 1.92: ma domattina i riflettori saranno puntati sul livornese Giacomo Belli, 2.18 in stagione (terzo allievo di sempre). Da notare che ieri nel decathlon l’ex campione italiano Francesco Ruzza aveva saltato 2.07.

Disco (qual) – Tre dei primi quattro sono attesi tra poco sulla pedana del peso per giocarsi il titolo: come con la palla da 5kg, anche qui Carmelo Musci è il migliore (49.13), poi il polacco di stanza a Siracusa Krystian Sztandera (48.30) e il camerunense Simon Zeudjio (46.43). Si inserisce uno specialista puro come Igor Bobaz (47.02).

800m (finale) – Da qualche mese Andrea Grandis ha capito che gli 800 metri potevano essere la sua distanza ideale: nel giro di qualche gara, l’allievo di Augusto Fontan è riuscito ad indossare la maglia tricolore. Un gran personale, 1:53.60, per questo ragazzo che si allena talvolta a Susa con l’azzurro Michele Tricca, finora gloria dell’atletica segusina: battuto Manuel Di Primio (1:53.99), già campione delle siepi da cadetto, che resta un po’ lontano dal suo PB della scorsa stagione. Si riscatta da una batteria un po’ incerta Federico Tramontozzi: per il romano di Grottaferrata che si allena a Frascati con la famiglia Di Paola, un buon terzo posto (1:54.86).

200m (finali) – Troppo vento (+2.5) e della volata di Lorenzo Patta resterà traccia nella lista separata: 21.45, poco da discutere, è un signor risultato per questa fascia di età. Non riesce la doppietta con le indoor a David Zobbio (21.61) e Lorenzo Ianes chiude il terzetto da podio (21.80). Forse più soddisfatti dei piazzati Mattia Donola (21.87) e Stefano Quarshie (22.06), ragazzo di origini ghanesi dato in affidamento ad una famiglia di Thiene.

1500m (decathlon) – Per uno strano gioco del destino, i neo-campioni delle multiple sono “gemelli zodiacali” (entrambi, Teuta Cala come Riccardo Filippini, sono nati il 28 febbraio 2000). Per quanto la gara, con questo programma tecnico, sia di istituzione recente, i 6632 punti del ragazzo di Lanuvio valgono la terza prestazione di sempre: Riccardo fa un altro bel PB nei 1500m (4:50.47), mentre Dario Dester difende l’argento (6367 PB, 5:02.60) dall’ultimo assalto di Lorenzo Candiotto (4:54.56, 15 secondi di miglioramento, e 6349 in totale). Sopra i 6000 anche Andrea Caltagirone, PB anche per lui (6295). Il miglior tempo su questa distanza è di Andrea Vago, 4:40.18.

Triplo (qual) – Non è una stagione eccezionale, finora, per i giovani saltatori: basti pensare che nessuno ha fatto meglio del capolista cadetti Davide Favro (che infatti ha vinto il “Brixia Meeting” con 14.70). Non ci si deve comunque dannare per il 13.75 dello standard fissato: in tre vanno sopra i 14 metri e sono Leonardo Tommasi (14.09/-1.0, in gran progresso), poi il barese Davide Barone (14.06/+1.9) e il fratello d’arte Fabio Pagan (14.04/+0.4).

Giavellotto (decathlon) – Dario Dester tenta il colpaccio: incrementa di oltre tre metri il personale (51.15) e si assottiglia il vantaggio di Riccardo Filippini, fermo a 41.79. Ora il portacolori della Milardi ha 6016 e il diretto inseguitore 5822 punti. Ma nei 1500 metri finali la differenza tra i due – almeno in partenza – non è abissale. Nel frattempo un altro PB di Lorenzo Candiotto (51.92) porta il padovano al terzo posto con 5758 punti. Scende dal podio Andrea Caltagirone (5663), che però può contare sulla prova conclusiva per tenere a bada Alessandro Mortara (5632).

Asta (decathlon) – Tenendo le dita incrociate, Riccardo Filippini è ormai lanciato verso il tricolore e un personale che lo proietterebbe nei piani alti della lista allievi: 3.70 in pedana e 5548 punti sono uno score che sembra incolmabile per gli avversari. Complice una prestazione faticosa nell’asta, Dario Dester (3.20) è a 5216 e Andrea Caltagirone (3.00) a 5205. Risalgono Lorenzo Candiotto, miglior parziale a 4.10, con 5141 punti e Alessandro Mortara, autore di un’ottima seconda giornata (5131).

400hs (finale) – Standing ovation per il dominatore Leonardo Puca, capace di ripetere l’impresa compiuta da cadetto a Sulmona: il ragazzo allenato da Corrado Fischione toglie ancora qualche centesimo al personale e consolida la sua posizione nella lista all time (settimo con 52.20). Poi un vicentino di Carrè, allenato a Piovene Rocchette dall’ex eptatleta azzurra Silvia Dalla Piana: si chiama Michele Bertoldo e ha incontrato gli ostacoli solo quest’anno, già sceso a 53.85.

Il figlio d’arte Matteo Colombo, seguito da Vittorio Ramaglia, fa 54.76 per il bronzo.

4x100m (extra) - Finali a parte, il test dei quartetti azzurri per gli Europei U20 e U23 è uno dei momenti più attesi: ed arrivano “temponi”, se così si può dire. Nella gara maschile – saltata al primo cambio la staffetta promesse con Rigali, Manfredi, Spanò, Carrieri – vince la seconda squadra U23 (Federici, Tanzilli, Cortelazzo, Polanco) con l’ottava prestazione di sempre a 39.60: ma sono soprattutto gli juniores che fanno bene, perché la formazione composta dal neo-azzurro Zlatan, Artuso, Marchei e Paissan centra la quinta performance di sempre (39.99) e discreto è anche il riscontro di Giacomelli, Abe, Bapou, Vigliotti con 40.37. Ancor meglio le ragazze: U20 a livello di quarta prestazione all time (44.74) con Kouakou, Bonicalza, Oki e Pavese, mentre l’U23 si ferma con 44.94 alle soglie della top-10 di sempre (protagoniste Torreti, Niotta, Spadotto Scott ed Herrera). Si ricorre in serata, formazioni da confermare.

Lungo (finale) – Sotto il sole di mezzogiorno, una bella finale: e Davide Rossi, il gemonese allenato da Renata Toffolo, conferma la sua bella stagione indoor incrementando il PB a 7.43 (+0.3), ottavo allievo di sempre. Poi altri tre sopra i sette metri: Cristopher Cecchet, bellunese di Sedico che era stato secondo sui 100hs tra i cadetti, bagna la sua convocazione per Nancy con 7.09 (-0.2). Poi Lorenzo Pusceddu, il piemontese che più tardi farà le qualificazioni dell’alto, conquista il bronzo a 7.04 (+0.3): scoperto da Stefano Quazza, ora lo segue con più continuità l’ex decatleta Marco Airale. Molto deluso il campano Alessandro Marasco, fermo a 7.00 (+0.9) il finalista europeo di Tbilisi: e dietro il ragazzo di Battipaglia c’è Luca Furlani (6.92/+2.2), per una dinastia che prosegue.

Peso (qual) – Una serie di campioni cadetti delle passate stagioni cercano di farsi largo: in testa a tutti il primatista U16 Carmelo Musci, che fa 16.32, poi il bolognese Ronaldo Wickremasinghe (15.74), famiglia originaria dello Sri Lanka, e un altro emiliano tricolore a Sulmona 2015 (allora nel disco), Enrico Zangari (15.70). Per la cronaca, passa anche Giorgio Olivieri con 14.88, appena transitato vittorioso dalla pedana del martello. Non era presente l’argento indoor di Ancona, Francesco Trabacca.

400m (batterie) – Condizioni durissime per il caldo e non ci si può meravigliare che lo stesso Edoardo Scotti, dopo aver dominato la sua batteria in un comodo (per lui) 48.42, affermi che le sensazioni non sono bellissime. Altri quattro vanno sotto i 50”: oltre al brissinese Patrick Baù (49.19), si migliora anche il campano di Aversa Lorenzo Celiento (49.46, l’ultimo prodotto della nidiata napoletana di Gianpaolo Ciappa è figlio di Maria Grazia Orsani, già marciatrice azzurra). In progresso a 49.69 Ahmed Bouhansal, mestrino di papà marocchino e mamma romana, allenato da Mario Del Giudice, ex tecnico di Manuela Levorato e della maratoneta Giovanna Volpato.   

Asta (finale) – Un tricolore conquistato tra i brividi, nonostante il caldo: per tre volte Ivan De Angelis si è presentato in pedana per la terza prova alle quote di 4.50, 4.70 e anche di 4.90, nuovo personale. E sempre il romano di Casalpalocco, allenato da Emanuel Margesin nei centri giovanili della Finanza, è riuscito a venire a capo del problema: peccato per i tre errori a 5.00, una misura che per un sedicenne avrebbe costituito il top di sempre. Costretto all’argento Giantommaso Bentivoglio (4.60), finora leader stagionale.  

200m (batterie) – Dopo il titolo dei 100 ieri sera, il capolista stagionale Lorenzo Paissan ha deciso di concentrarsi sulla staffetta juniores di oggi: fatto sta che questo gruppo di sprinter è decisamente di qualità media molto elevata e così già in batteria David Zobbio e Lorenzo Patta mettono a segno un doppio 21.68 (vento rispettivamente 0.0 e +0.7). Il lombardo, campione dei 200 indoor, ha destato un’ottima impressione: e tuttavia l’ex calciatore oristanese scoperto da Valentina Piras è in grande condizione dopo l’argento e il PB nello sprint breve. Lorenzo Ianes ha il compito di non far rimpiangere la scelta del compagno di allenamento Paissan e fa 21.89 (+0.9) al primo turno: sulla sua scia si dimostra in crescita Mattia Donola, che dopo il quinto posto sui 100 vuole far valere le sue qualità sul lanciato (21.96 per il ragazzo della Pro Sesto seguito in collaborazione da Roberto Bonomi e Salvino Tortu).  

Disco (decathlon) – In pedana il primo gruppo, con i punteggi migliori: il parziale di Lorenzo Modugno è molto interessante (44.31), ma la lotta per il podio si svolge a misure inferiori. Mantiene la testa Riccardo Filippini (35.80 per 5013 punti), poi Andrea Caltagirone in attesa del suo punto debole nell’asta (37.58 e 4848), quindi Dario Dester (35.89 e 4810). In difficoltà Francesco Ruzza, risale la classifica Alessandro Mortara.

Martello (finale) – Dopo un periodo di assestamento, Giorgio Olivieri riprende il feeling con la fettuccia dei 70 metri: figlio di un buon giavellottista e avviato alla specialità dall’ex martellista Alfio Petrelli, il ragazzo di Porto San Giorgio non si fa confondere nemmeno da una querelle in pedana (secondo lancio molto lungo, contestato e alla fine annullato nonostante le proteste della tribuna). La terza spallata, da 71.46, uccide virtualmente la finale, mentre il 74.96 del quinto turno mette nel mirino il primato allievi di Marco Bortolato: chiude con 72.93 ed è dominio tricolore. Ma la rivelazione di giornata è Marco Risi (62.14 PB), un ragazzo di scuola udinese, scoperto e portato in pedana da Mario Vecchiato (come ti sbagli...): dall’agosto del 2016 vive a Bruxelles con la famiglia ed era arrivato qui dal Belgio con un personale da 58.75.

110hs (decathlon) – Con i decatleti separati in due gruppi, Alessandro Mortara fa valere le sue doti di ostacolista (14.77/-0.1), ma ovviamente la lotta per il titolo si è già indirizzata sul quartetto lanciato dalla prima giornata verso PB di eccellente fattura: sempre in prima serie un altro notevole miglioramento di Riccardo Filippini (14.95) porta il ragazzo di Lanuvio a 4433 punti, poi si riaffaccia al secondo posto Dario Dester (15.59 per il cremonese, che toglie qualche centesimo al suo tempo di Busto Arsizio). Andrea Caltagirone (PB 15.69) mette insieme 4232 punti e Francesco Ruzza, pur senza brillare tra le barriere (16.05), mantiene la quarta piazza (4190 punti).  

ALLIEVE 

3000m (finale) – Per quasi due chilometri il peso del passo è sulle spalle della favorita Nadia Battocletti e di Elisa Ducoli, la campionessa cadette dei 2000 metri: con la sesta di Tbilisi e con la lombarda, compagna di allenamento dell’argento degli 800 metri Sophia Favalli, anche la bellunese Margherita Mescolotto. Il passaggio di metà gara è di cinque minuti netti, ma il terzetto resiste fin quasi alla campana: poi la progressione di Nadia, per la soddisfazione di papà Giuliano in tribuna. La trentina chiude nel nuovo PB a 9:44.46, risalendo la lista di sempre: non solo, trascina Elisa Ducoli (9:49.74, classe 2001) e Margherita Mescolotto (9:55.91) a miglioramenti cronometrici sotto i 10 minuti. Molto bene.

Disco (qual) – Tantissime in pedana, molte hanno nelle braccia anche la gara del peso: non così Diletta Fortuna ed è proprio la figlia d’arte, campionessa cadette in carica, a firmare la miglior misura del turno (42.42). La leader stagionale Emma Peron timbra il cartellino al secondo lancio (40.36).

4x100m (finale) – Ci vuole la grinta di Chiara Gala per portare al traguardo il testimone dell’Acsi Italia Atletica in 47.31, settima prestazione di sempre per i club: con lei avevano corso Francesca La Greca, Carolina Parente e l’ostacolista Ludovica Landi. Sulla carta sembrava favorito il quartetto della Bracco (Garotta, Paccagnella, Omacini, Brunetti) ed invece le milanesi sono arrivate dietro in 47.59 (comunque eccellente). Poi l’Atletica Stronese Nuova Nordaffari (48.26), che dopo la Giromini al lancio ha potuto schierare la finalista dei 400hs Arianna Capobianco e l’oro dello sprint Rebecca Menchini, prima della chiusura di Valery Costa. Nella serie precedente c’era stato il secondo test giornaliero delle nazionali di categoria: tempi più pesanti che nella prima prova, ma ancora una volta le juniores arrivano davanti alle promesse. 45.07 per Kouakou, Bonicalza, Oki, Pavese contro 45.17 di Torrisi, Niotta, Spadotto Scott, Herrera.

Asta (qual) – E’ un’ottima annata, basti pensare che con 3.30 c’è chi resta fuori dalle 12: in realtà la qualificazione viene “vidimata” dal tentativo riuscito a 3.40 da parte della campionessa assoluta indoor Roberta Gherca.

Triplo (qual) – Tutte le atlete più accreditate mandano a referto la misura al primo salto: contente soprattutto Camilla Vigato (12.50/+0.5) e Veronica Zanon (12.49/+0.5) reduci da una faticosa finale del lungo.

Poi Alice Rodiani (12.15/-2.0), preceduta dal primo +12 metri della goriziana Deborah Tripodi (12.23/+1.3).

Marcia 5000m (finale) – Abdica Lavinia Lacatus, campionessa a Jesolo 2016: la lombarda di origini romene – tra l’altro è in corso la procedura di naturalizzazione – è costretta alla pit-lane e così chiude terza (25:38.76 col minuto di penalizzazione). Per la successione al titolo si tratta di un derby pugliese: vince l’azzurra di Tbilisi Alessia Mastronicola (24:47.22) su Ida Mastrangelo (25:13.45), scuola di Mottola come la cugina Antonella Palmisano.

Peso (finale) – Per tre centimetri Emma Peron deve subito rinunciare al tentativo di doppietta: 14.45 per la finalista europea del disco, rispetto alla misura vincente di Chiara Salvagnoni (14.48). Discreto il riscontro finale, quattro ragazze sopra i 14 metri: al bronzo la campionessa cadette di Cles Ludovica Montanaro (14.08 per la figlia dell’ex lanciatore azzurro Lucio) e 14.07 per Letizia Pepe.

800m (finale) – Ci prova Laura Pellicoro ad anticipare la favoritissima Eloisa Coiro: ma il finale della romana, allenata da Emilio De Bonis, è veramente irresistibile. Colpisce soprattutto la maturità della neo-campionessa, che d’altronde ha già vissuto l’anno scorso a Tbilisi una grande manifestazione di respiro internazionale. Alla fine il 2:09.19 non è affatto disprezzabile, visto il quadro tattico: e il fatto che dietro ci siano avversarie forse meno esperte, ma certamente di talento, come le ultime due campionesse cadette dei 1000 metri, le lombarde Sophia Favalli (2:10.69) e Laura Pellicoro (2:11.36).

Giavellotto (finale) – Forse si aspettava qualcosa in più da parte di Carolina Visca, che ha un po’ litigato con i nulli e il vento: che pareva essere leggermente contrario, e quindi favorevole alle spallate della romana, ma alla fine le ha creato qualche problema. Fatto sta che il distacco tra il 51.97 iniziale dell’argento continentale e il 51.26 di Federica Botter appare veramente esiguo: e ora la ragazza di Portogruaro classe 2001 è la quarta allieva di sempre. Anche buona profondità, con l’ottava a 40.07.

200m (finali) – Cade, dopo 17 anni, il primato allieve di Vincenza Calì - 23.83 a Grosseto, 7 ottobre 2000 - e quel giorno Dalia Kaddari non era nemmeno ancora al mondo: una connection isolana, palermitana la precedente detentrice, cagliaritana di Quartu Sant’Elena la nuova. Ma delle vicende di questa ragazza ci sarà tempo di parlare, anche nella videointervista in pagina: qui ricordiamo il tempo, 23.68, il vento +0.5, ed il fatto che questa prestazione è anche la migliore dell’anno in Europa per la categoria U18. Ricordiamo anche il gruppo delle piazzate, davvero validissime: a cominciare dalla finalista continentale di Tbilisi, Aurora Berton (24.47), poi la rivelazione Noemi Cavalleri (24.50) e la pluricampionessa giovanile Chiara Gherardi (24.52).

800m (eptathlon) – Una gara super da parte di un gruppo di ragazze meravigliose e coraggiose: e la tribuna di casa esulta per la vittoria di una di loro in maglia Milardi Rieti, Teuta Cala (4896). Un gran miglioramento per l’italo-albanese nata ad Anzio: ora il prossimo traguardo è la cittadinanza italiana, nel febbraio 2018. Non basta ad Anna Gallotti un buon 2:25.51 nell’ultima fatica per scalzare Teuta, in testa fin dalla prova di partenza: per la lombarda di Lodi, allenata da Federico Nettuno, argento a 4799 (PB, e con il parziale dei 200, 25.02, oggi sarebbe entrata in finale!). Nonostante un arrivo in salita, 2:35.31, la triestina Meta Sterni agguanta il bronzo a 4692 punti. Per la cronaca, la miglior mezzofondista del lotto è Fabiola Avoledo, 2:21.44 sul doppio giro.  

Lungo (finale) – Nessuna oltre i sei metri, ma c’è profondità nella classifica e lo spettacolo non è certo mancato: Veronica Zanon, che si era rivelata vincendo il titolo da cadetta al primo anno, piazza un 5.98 ventoso all’ultimo salto (+3.2, anche 5.81/+1.4) e spegne i sogni di Camilla Vigato (5.94/+2.2 per la mestrina in testa fino ad allora, regolare il 5.93/+0.9). Poi la campionessa uscente delle cadette, Veronica Crida, con il meglio ancora all’ultimo turno (5.88/+2.3, anche 5.79/+0.2). E la capolista dell’anno? L’ex sprinter di origini cubane Adanis Cuesta finisce quarta, 5.86/+2.5 (5.81/0.0).

400hs (finale) – Giro di pista con barriere, finale “a tre”, senza nulla togliere alle altre ragazze: un terzetto sotto i 61”, tutti personali, davvero un podio principesco. Chi poteva vincere? L’atleta con il killer-istinct più sviluppato, la lombarda Valeria Paccagnella (60.34), che già a Sulmona 2015 aveva spento i sogni di gloria dell’abruzzese Greta Zuccarini nei 300hs. Oggi la pescarese fa il PB a 60.56 ed è una consolazione non da poco. Invece Emma Silvestri, giovanissima sambenedettese, dimostra ancora una volta di aver scarso feeling con i successi nelle occasioni che contano: ma anche per lei c’è almeno il miglioramento a 60.83, importante per un’allieva al primo anno.

400m (batterie) – Con la leader stagionale Eloisa Coiro concentrata sugli 800 metri, si profila l’attesa sfida a tre: i migliori tempi del turno arrivano quindi dalla campionessa europea della staffetta Letizia Tiso (56.05), poi Alessandra Bonora (56.34 per la bresciana allenata a Rodengo Saiano da Maurizio Affò) ed Elisabetta Vandi, che si nasconde un po’ a qualificazione ottenuta (56.82).

Giavellotto (eptathlon) – Situazione ancora fluida dopo il giavellotto: grazie al miglior lancio di giornata, 35.13, Meta Sterni risale in seconda posizione con 4064 punti, dietro Teuta Cala (4182 in virtù del 32.04). Poi resiste Anna Gallotti sul podio virtuale, nonostante un modesto 28.74.  

Lungo (eptathlon) – Sia Teuta Cala, sia Martina Zanellati restano al di sotto dei 5 metri (entrambe 4.98): e così, tra il parziale da 3667 punti dell’italo-albanese (che diventerà azzurrabile con la maggiore età) e i 3569 della lombarda, si inserisce la lodigiana Anna Gallotti (3596 grazie ad un salto da 5.11). La migliore in pedana è Meta Sterni, 5.34 (+1.4): ora la triestina è quarta con 3490 punti.

Martello (finale) – Oggettivamente l’orario non è dei più favorevoli, ma le qualificazioni di ieri sera avevano alimentato speranze di assistere ad una finale di spessore tecnico più elevato: tutte un po’ sottotono, salvo l’imbattibile Isabella Martinis. E anzi la ragazza allenata da Mario Vecchiato dimostra una certa solidità: a parte il 61.80 iniziale, che già indirizza l’esito in modo inevitabile, si esibisce in lanci da 61.69 e 61.02 e anche in un tentativo da 60.78, davvero notevole. Le altre, come detto, sono lontane: a seguire la campionessa udinese c’è Elisa Foresta, torinese di Rivoli che a sua volta è stata scoperta da un ex lanciatore azzurro (il giavellottista Vincenzo Marchetti). E i tre nulli che tolgono di scenza anzitempo la campionessda cadette in carica Sara Zuccaro non contribuiscono al livelo tecnico generale.

200m (batterie) – Continua lo show dello sprint: ci manca poco che per accedere alla finale servano tempi da -25”, una cosa mai vista nella categoria. Come quasi inedito era un crono da 24.00 per una sedicenne: finora c’era riuscita solo Vincenza Calì, ai primi Mondiali allieve di Bydgoszcz 1999, ora dopo la palermitana c’è Dalia Kaddari (24.00/+2.0 in batteria). La ragazza di Quartu Sant’Elena, scoperta da Fabrizio Fanni, si lascia così definitivamente alle spalle la delusione dei Tricolori cadette di Cles. Ma, come detto, la forza è nel gruppo: riprende quota Aurora Berton, finalista europea a Tbilisi, che sigla lo stagionale a 24.47 (+1.0), mentre anche la campionessa indoor Chiara Gherardi mette a segno un buon 24.60 (-0.5) e il bronzo dei 100, Noemi Cavalleri, è un’altra classe 2001 da tenere d’occhio (24.64/-0.5). Rischia la seconda dei 100, Eleonora Alberti: 25.05 è abbastanza indietro nel line-up della finale.  

Alto (finale) – Dopo il titolo indoor di Ancona, Rachele Bovo si conferma all’aperto: e sale a 1.78 con una progressione immacolata che decide una finale molto spettacolare. Al di là delle misure, il gruppo delle altiste sembra possedere un buon tesoro di talento: a cominciare dalla ragazza adriese, allenata dall’ex primatista italiano Marcello Benvenuti, di stanza a Ferrara. Non riesce a rimpinguare la sua bacheca Rebecca Pavan, ma la veronese di origini nigeriane si dimostra competitiva fino a 1.76: un solo errore a quote inferiori dà però l’argento alla novità Bianca Garibaldi Devoto (finora leader stagionale con 1.78).

Peso (qual) – Ovviamente non c’è una dominatrice assoluta, come nell’era di Sydney Giampietro, ma anche per questo la situazione si prospetta interessante: intanto, già, stamattina in sei fanno la misura della qualificazione diretta a 13.00. In testa la finalista europea U18 del disco, Emma Peron (13.92), che si candida a scopo preventivo per una futuribile doppietta: ovviamente la strada è ancora lunga, visto che la capolista stagionale Chiara Salvagnoni fa 13.77 e le due protagoniste della finale cadette di Sulmona sono Anna Bonato (13.60) e Letizia Pepe (13.56). Poi la fabrianese Irene Rinaldi, in grande crescita quest’anno (oggi 13.37) e la tricolore in carica delle cadette, la figlia d’arte abruzzese Ludovica Montanaro (13.15). Lotta aperta per il titolo.  

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Nadia Battocletti (foto Montesano/FIDAL)


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