Scotti-record, 400 in 46.87 ai Tricolore Allievi!
18 Giugno 2017A Rieti, il 17enne diventa il primo allievo italiano a correre il giro di pista in meno di 47 secondi e conquista i vertici delle liste europee stagionali U18 e U20
di Raul Leoni
Per la prima volta nella storia un allievo italiano ha corso i 400 in meno di 47 secondi. Edoardo Scotti, 17enne del Cus Parma, illumina la terza e ultima giornata dei Campionati Italiani Allievi di Rieti, disegnando un giro di pista da 46.87 che non solo è record italiano Under 18 (cade dopo 7 anni il già notevole 47.05 di Marco Lorenzi) ma anche il top europeo dell’anno per la categoria e il terzo crono fra gli Under 20 (una lista capeggiata dall’altro azzurro Vladimir Aceti). Oltre al crono, nelle pupille degli addetti ai lavori resta impressa la falcata elegante dell’azzurrino, anche quando si esprime (poche ore dopo il record nella gara individuale) nella 4x400: il ragazzo lombardo trasferito a Fidenza confeziona un’ultima frazione da 47.3 con cui recupera tutto lo svantaggio accumulato all’ultimo cambio porta il quartetto completato da Simone Ferrari, Simone Arena e Matteo Barbieri al tricolore (3:22.15). Cade anche il limite di club nella staffetta allieve: la Riccardi Milano 1946 - formazione composta da Agnese Polini, Laura Pellicoro, Camilla Viganò e Beatrice Zeli - batte con 3:49.80 il tempo dell'allora Cariri (3:49.99) negli Assoluti del 2003, sempre sulla pista del "Guidobaldi". A Rieti è doppietta nei lanci, a 16 anni appena compiuti, per Carmelo Musci. Il colosso di Bisceglie che sabato ha vinto il peso con 18,26 oggi non ci sta a perdere nel disco e all’ultimo lancio piazza una spallata da 56,83 per superare il camerunense Simon Zeudjio (53.17). Maria Roberta Gherca, Tricolore assoluta indoor, si conferma la migliore nell’asta con 4,00 e nel triplo vincono Camilla Vigato (13.01/+2.2, ma anche 12.78/+0.9) e Salvatore Angelozzi (14.95/+0.5).
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LE GARE DELLA SECONDA GIORNATA
ALLIEVI
4x400m (finale) - Si chiude nel segno di Edoardo Scotti e del suo Cus Parma: con una frazione da 47.3 il neo-primatista italiano recupera tutto lo svantaggio accumulato all’ultimo cambio e porta cosi il quartetto completato da Simone Ferrari, Simone Arena e Matteo Barbieri al tricolore (3:22.15)... tutti dotati di vistosi e divertenti baffi finti. Bella gara, con un finale entusiasmante per il podio: argento alla Milardi Rieti (3:24.12) e bronzo al Cus Padova (3:24.61).
1500m (finale) – Clamoroso al “Guidobaldi”, si potrebbe dire: la tattica non paga e la “serie dei migliori” consegna su un piatto d’argento la maglia tricolore al coraggioso Nicolò Barbieri, vincitore della terza serie con un 4:01.93 fortemente voluto. Per Nicolò Daniele (4:05.10, davvero troppo), uno dei chiari favoriti della gara, c’è un argento amaro, un’esperienza dalla quale imparare: e la consapevolezza di aver buttato al vento per eccessiva leggerezza o superficialità un titolo importante. Quanto meno Luca Zanetti (4:07.30), bronzo di giornata, aveva vinto i 2000 siepi. Anche il neo-campione Barbieri viene dalle siepi: il ragazzo modenese, che ha abbattuto il suo precedente PB di oltre 5”, aveva avuto una presenza tra i cadetti a Borgo Valsugana 2014. Alla Fratellanza lo allena Mauro Bazzani, di stanza a Pavullo nel Frignano.
110hs (finali) – Finale a sorpresa, ma forse no: in fondo le credenziali di Vieri Righi (14.18/+0.1) erano abbastanza consolidate e quindi la sconfitta del leader stagionale Federico Piazzalunga (14.30) non può essere considerato un upset vero e proprio. Comunque anche qui le condizioni non erano di facile interpretazione: un giovanissimo campano come Giuseppe Filpi si prende finalmente il podio (14.35) dopo la sfortunata finale di Cles tra i cadetti.
Bene anche Cristopher Cecchet (14.37 in vista di Nancy): poi due ragazzi di origini africane, il nigeriano Edwin Ebem e il lombardo del Burkina Faso Ousseni Bara.
Alto (finale) – Se si considera che il vento ha spazzato la pedana facendo volare gli ombrelloni e anche l’asticella senza che nessuno osasse sfiorarla, è già un miracolo che Giacomo Belli sia arrivato a provare quota 2.06 dopo il 2.00 vincente. Alla stessa quota del livornese – quest’anno leader continentale U18 con il suo 2.18 – il triestino Andrea Coslovich festeggia argento e personale (2.00 alla prima). Per salire di più, appuntamento alle prossime occasioni.
Triplo (finale) – I numeri che non ti aspetti e soprattutto risultati regolari, che nobilitano questa finale: Salvatore Angelozzi, abruzzese supervisionato da Claudio Mazzaufo, atterra a 14.95 (+0.5), e supera il 14.93 (+1.7) del veneziano Fabio Pagan, fratello d’arte nel settore dei salti orizzontali. Per entrambi una serie di PB francamente inattesa: bravi a interpretare nel modo giusto condizioni inconsuete. Per il bronzo c’è Davide Barone, però con troppo vento (14.24/+3.7, regolare 13.75/+1.6). Con tre nulli esce di scena Leonardo Tommasi, che ieri in qualificazione aveva migliorato in modo mostruoso il PB.
400m (finale) – Applausi scroscianti dalla tribuna: vento o non vento, Edoardo Scotti c’è. Un assolo fantastico per il ragazzo lombardo trasferito a Fidenza nel gruppo di Giacomo Zilocchi: 46.87 non solo è record italiano – cade dopo 7 anni quello che sembrava già un risultato fantastico per la categoria, il 47.05 che aveva dato a Marco Lorenzi l’argento nell’Eyot di Mosca – è anche il top europeo dell’anno per gli U18 e il terzo stagionale a livello juniores (lista capeggiata dall’altro azzurro Vladimir Aceti). Poi una teoria di PB, uno via l’altro: 48.95 Francesco Rossi, che ieri aveva sofferto dopo la faticosa batteria, 49.03 per il romano di Aprilia Mattia Rinaldi, 49.07 per Patrick Baù, altoatesino non nuovo a podi tricolori fin da cadetto, 49.34 il figlio d’arte aversano Lorenzo Celiento, per la gioia della mamma Maria Grazia Orsani. Grande giornata per tutti.
Disco (finale) – Doppietta a 16 anni appena compiuti. Carmelo Musci, il colosso di Bisceglie che aveva dominato tra i cadetti, ora è uno dei personaggi da copertina della categoria allievi: molto più contrastata la vittoria di oggi, rispetto a quella più scontata nel peso. C’è voluto un super-lancio da 56.83 proprio all’ultimo turno per superare Simon Zeudjio (53.17), camerunense di scuola parmigiana anche lui tricolore tra i cadetti a Cles. Un podio tutto di sedicenni: il bronzo tocca a Krystian Sztandera (49.06), arrivato dal sud della Polonia dieci anni fa a Siracusa. Sotto la guida dell’ex lanciatore Carmelo Greco in 10 mesi si è costruito una bella reputazione da discobolo, anche se oggi non è riuscito ad infilare il disco nelle forti volate del Guidobaldi.
110hs (batterie) – Folate un po’ fastidiose anche qui, tutte contrarie: ma non ha difficoltà Federico Piazzalunga – finora unico in stagione sotto i 14” – a conquistare la pole position in 14.08 (-1.2). In vista della finale, si alimenta la rivalità con Vieri Righi (14.25/-0.6), toscano rivelatosi con il tricolore di Sulmona 2015 tra i cadetti. Poi il bellunese di Sedico Cristopher Cecchet (14.40/-1.1), che punterà ad una seconda medaglia dopo il lungo: sono queste le specialità designate per la sua partecipazione alla Coppa Jean Humbert, dove sarà presente anche il vicentino di Rossano Manuel Lando (oggi promosso in finale B).
ALLIEVE
4x400m (finale) – Dopo i 200 di Dalia Kaddari e i 400 di “Edo” Scotti è sempre la velocità prolungata che concede il tris di primati, 3:49.80 della Riccardi Milano. Un record, quello della staffetta di club, nato forse un po’ per caso durante l’ultima serie: Agnese Polini, Laura Pellicoro e Camilla Viganò hanno fatto di tutto per lanciare Beatrice Zeli, l’ultima frazionista, con un ragionevole vantaggio sulla Bracco. Il tutto perché le milanesi avevano Valeria Paccagnella in chiusura, cliente ritenuto molto pericoloso: fatto sta che nel derby meneghino hanno vinto le ragazze in maglia verde, mentre la Bracco ha siglato un eccellente 3:51.55 (ora quarte di sempre) e il podio è stato completato da un ennesimo quartetto lombardo, l’Atletica Lecco-Colombo (3:59.71). Alla fine si sono tirate le somme: su questa pista, agli Assoluti del 2003, una formazione U18 dell’allora Cariri aveva corso in 3:49.99 e sembrava imbattibile a leggere i nomi (Giulia Angelini, Valeria Accili, Maria Enrica Spacca, Giulia Arcioni: sul piano individuale quasi un abisso).
Lezione di giornata: il coraggio paga sempre.
Asta (finale) – Il vento, si sa, è nemico dell’asta: un peccato, anche perché era presente in pedana per un test l’azzurra Roberta Bruni (4.00 alla prima, poi tre errori a 4.10). Tutto sommato Maria Roberta Gherca ha vinto due volte: l’anno scorso a Tbilisi la ragazza di Velletri aveva pagato l’inesperienza in condizioni analoghe nella finale degli Europei, stavolta ha padroneggiato al meglio la difficile situazione e ha superato i 4.00 alla prima (poi, anche per lei, lo stop a 4.10). Tra le vittime illustri del vento, tre errori in entrata per l’umbra Francesca Zafrani: invece l’argento va a Laura Pirovano (3.65) e il bronzo, un po’ a sorpresa, ad un’altra lombarda, Monica Aldrighetti. La classe 2001, una volta di più, si dimostra competitiva.
Triplo (finale) – Una bella finale anche qui, sulle ali del vento: in sei vanno oltre i 12 metri, una buona profondità per la categoria. Unico neo della vicenda, quella frazione di vento di troppo che toglie a Camilla Vigato la soddisfazione del primo 13 metri regolare della carriera (13.01/+2.2, anche 12.78/+0.9 per la pluricampionessa italiana allenata da Enrico Lazzarin). Le gerarchie stagionali reggono all’assalto delle outsider: Veronica Zanon non riesce a doppiare il titolo del lungo (12.46/+3.6, 12.25/+0.7), Alice Rodiani è un’altra 2001 da tenere d’occhio (12.28/+3.5, 12.1/+0.4). Poi Deborah Tripodi un passo indietro rispetto al bel PB di ieri (oggi 12.16 ventoso). Meritano almeno una menzione le altre due del Club 12 metri: Carolina Parente (12.02/+0.9) e Alessia Farci (12.00/+0.6), tutte molto brave.
1500m (finale) – Dopo diversi piazzamenti arriva anche un titolo qui a Rieti per il gruppo di mezzofondiste della Free-Zone: un buon finale di Sophia Favalli (4:35.99) strappa la vittoria ad Assia El Maazi (4:37.48), proiettata verso la doppietta dopo i 2000 siepi. Ma la vera novità di questa rassegna è forse Margherita Mescolotto, bellunese allenata da Roberto Celato, al secondo bronzo dopo quello di ieri sera sulla scia di Nadia Battocletti. E quello che lancia ancor più la ragazza veneta sono i robusti miglioramenti cronometrici (ieri 18” di progresso nei 3000, oggi 4:38.10 con 4” tolti al precedente dei 1500).
Disco (finale) – Finale sportivamente drammatica come quella maschile, ma il podio è di rivali-amiche, tutte venete. E, dopo aver perso ieri il peso per tre centimetri, oggi Emma Peron si prende la rivincita sulla sorte con un ultimo lancio vincente (PB 45.46 per la vicentina allenata da Pietro Bordignon e Luca Merlo). Sempre vicentina, ma di Sovizzo, è Diletta Fortuna: titolo cadette un anno fa a Cles, l’orgoglio di papà Diego (già azzurro dei lanci) cresce praticamente ad ogni gara (qui 44.94 PB). E poi Anna Bonato, già tricolore del peso cadette e ieri delusa anche più di Emma Peron: ora seguita da Pier Paolo Saccon, la padovana di Camposampiero approda oggi oltre i 40 metri (40.04).
100hs (finali) – Non è proprio la giornata di Rebecca Menchini: la campionessa dello sprint, relegata in finale B, cade dopo uno sbilanciamento sul penultimo ostacolo e così la lunghista Veronica Crida si prende la soddisfazione di vincere con il PB (14.31/-0.9). Poi spazio alla lotta per il titolo: sfreccia Fabrizia De Meo e per la serietà della ragazzina foggiana è un premio davvero meritato (14.09/-1.7). Vista la brezza, apprezzabili i riscontri di Ludovica Landi e Costanza Donato (14.20 e 14.28). Forse non proprio l’esito che si aspettava sul fronte delle vicende stagionali: ma anche le sorprese danno pepe alla rassegna tricolore.
400m (finale) – Ancora sull'onda di esaltazione per l’impresa di Edoardo Scotti: ma in realtà il vento pesa sul giro e se ne sono accorte le ragazze. Bravissima Elisabetta Vandi a farsi largo su tempi molto vicini ai suoi migliori, 55.04 per portare il terzo titolo in famiglia in una settimana dopo la doppietta di Eleonora tra le promesse. Alessandra Bonora si conferma seconda forza della stagione (55.53), mentre evidentemente ha sofferto di più le condizioni ambientali Letizia Tiso (56.42).
100hs (batterie) - Il vento ballerino della prima mattina rende estremamente aleatoria la norma di qualificazione: promossi solo i primi otto tempi. Ed è qui che si consuma un piccolo grande dramma sportivo, perché la neo-campionessa dello sprint e capofila stagionale Rebecca Menchini, correndo in 14.76 contro una folata da -2.4 resta fuori dalla lista delle elette. Non ci sarà quindi il duello con il gioiellino foggiano Fabrizia De Meo, stamattina miglior tempo del turno (14.10/-1.3). Menchini a parte, le altre outsider più o meno accreditate ce la fanno tutte: in particolare Giulia Guarriello, la mantovana di Moglia attiva in Emilia e argento tra le cadette a Cles (14.47/-0.3 per la prossima azzurra alla Coppa Jean Humbert di Nancy).
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