Tampere: staffetta-record, Barontini quinto
15 Luglio 2018Pitzalis, Coiro, Gherardi e Vandi demoliscono il primato italiano della 4x400: 3:34.00. Il marchigiano frenato negli 800 da una caduta. Gatto sesto nei 3000 siepi con il Pb di 8:52.09
QUATTRO RAGAZZE DA RECORD - Un'altra staffetta da record! Pochi minuti prima dell'oro mondiale della 4x400 maschile con primato italiano, le azzurre della 4x400 trascinate da una spettacolare ultima frazione di Elisabetta Vandi demoliscono il precedente limite nazionale. A Tampere, nella giornata conclusiva dei Mondiali U20, le quattro reginette d'Italia Camilla Pitzalis, Eloisa Coiro, Chiara Gherardi e la neoprimatista dei 400 Vandi stampano un 3:34.00 che toglie quasi due secondi al precedente record stabilito lo scorso anno agli Europei under 20 di Grosseto (3:35.86 di Borga, Olivieri, Vandi e Verderio), pareggiato proprio ieri in batteria dalle azzurre. Oggi, in finale, un sesto posto con la rimonta di due posizioni allo sprint su Repubblica Dominicana e Brasile. Il titolo mondiale decolla verso degli Stati Uniti (3:28.74), imprendibili per Australia (3:31.36) e Giamaica (3:31.90). L'Italia è la seconda d'Europa dopo la Germania (quinta in 3:32.84). "Abbiamo dato il massimo e realizzato questo record che tanto volevamo. Siamo state tutte bravissime", festeggiano le quattro "girls" con l'urlo-simbolo della spedizione azzurra in Finlandia: "Attivi e cattivi!". Per la Vandi è il terzo primato italiano a Tampere dopo i 400 in semifinale (53.24) e il doppio record con la staffetta: "Ho cercato di tenere la dominicana per tutta la gara e negli ultimi 100 metri ho stretto i denti per superarla. Poi c'era anche la brasiliana e l'ho presa". Gli split ufficiali: Pitzalis 54.9, Coiro 52.9, Gherardi 54.04, Vandi 52.16.
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GATTO, FINALE DA LEONE - Per la terza edizione consecutiva un azzurro è tra i primi sei al mondo nei 3000 siepi. Dopo il sesto posto di Yoghi Chiappinelli nel 2014 e il quinto del 2016, ai Mondiali U20 di Tampere è Giovanni Gatto a meritarsi un'ottima sesta piazza finale con il PB di 8:52.09 che lo trasforma nel nono azzurro junior di sempre. Il 18enne trevigiano dell'US Quercia Trentingrana sforbicia il personal best di oltre quattro secondi rispetto all'8:56.84 dei recenti Cds di Bergamo e soprattutto è il primo degli europei al traguardo, nella finale vinta in volata dall'etiope Takele Nigate (8:25.35) sul keniano Leonard Kipkemoi Bett (8:25.39). Etiopia anche per il bronzo: Getnet Wale 8:26.16. Altre due volte nella storia della manifestazione gli azzurri furono sesti, con Savino Tondo nel 1988 e François Marzetta nel 2010. Si chiama Gatto ma ha un cuore di leone: si è visto da come ha saputo gestire l'impatto su una barriera, in batteria, senza perdersi d'animo, ma rimettendosi in marcia e volando verso una finale da protagonista: "Non mi aspettavo un tempo così - ammette -. Mi sentivo bene e ho cercato di gestire, poi nell'ultimo chilometro ne avevo anche per superare avversari. Gli africani non li ho tenuti in considerazione, troppo forti. Io ho fatto la mia gara. Questo risultato apre parecchie strade e lo dedico al mio tecnico Fulvio Maleville e a Pierino Endrizzi: senza di loro non sarei qui".
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BARONTINI QUINTO A DENTI STRETTI - Dopo 350 metri il momento decisivo: cade per un contatto il britannico Lonsdale e Simone Barontini deve saltarlo per non finirgli addosso. La gara, a quel punto, è praticamente compromessa perché l'anconetano della Sef Stamura Ancona è costretto agli straordinari per ricucire sul gruppetto di testa. Alla fine l'amarezza è tanta, perché senza l'inconveniente avrebbe potuto urlare la sua presenza al duo keniano, d'oro e d'argento, Solomon Lekuta (1:46.35) e Ngeno Kipngetich (1:46.45). Tra gli europei, meglio dell'1:51.08 di Barontini che nel patatrac rimedia anche una botta alla caviglia sinistra, c'è soltanto l'1:47.27 del belga Eliott Crestan. Il marchigiano, da sesto che era, sale al quinto posto per la squalifica dell'algerino Oussama Cherrad, che porta al bronzo al belga. "Stavo benissimo, avevo impostato la gara come mio solito, partenza controllata e finale forte - racconta Barontini -. Sono sicuro che tornando a casa, a mente fredda, saprò assimilare quanto di bello mi ha dato questo mondiale e superare l'amarezza".
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