Torino per il record bis di Abate 13.28
08 Giugno 2012di FIDAL
Non piove ma la pista è umida quando vengono piazzate le barriere sul rettilineo. I 110 metri ostacoli sono la gara più attesa della serata del Memorial Nebiolo, una sorta di prova generale della finale degli Europei di Helsinki: sono presenti praticamente tutti i protagonisti del 2012 continentale. Il russo Sergey Shubenkov, capolista stagionale, scappa via fin dallo sparo; provano ad inseguirlo il francese Darien Garfield e l’azzurro Emanuele Abate (Fiamme Oro). Il divario tra il fuggitivo e gli inseguitori diminuisce ostacolo dopo ostacolo, e nei metri finali i due piombano sul russo. Alla fine, però, ci sono ancora tre centesimi di margine a vantaggio di Shubenkov, che vince con 13.21; alle sue spalle Garfield è secondo in 13.24, con Abate, terzo, che firma l’ennesima impresa stagionale, siglando il record italiano assoluto con 13.28. Il ligure, autore di un 2012 fin qui superlativo, non è perfetto in corsa, ma lima quattro centesimi dal primato stabilito a Montgeron (Francia) il 13 maggio scorso, confermandosi sul terzo gradino europeo dell’anno. Battuti i britannici Clarke (13.38) e Pozzi (13.43), altri avversari di primo piano.
“Contento? Non proprio – dice Abate con un sorriso nel dopo gara – ho sbagliato praticamente tutto, la partenza e anche in mezzo, tra il quinto ed il sesto ostacolo ho avuto uno sbandamento. Poi, certo, ho recuperato, ma questa è la mia caratteristica. Mi consolo dicendo che se con tutti questi errori e con l’umidità, riesco a correre in 13.28, vuol dire che valgo almeno 13.15. Sì, è come se avessi preso le misure ai miei avversari, che agli Europei saranno tutti presenti: sono battibili, ma se tra tre settimane finisse così, non potrei che essere contento…”. Ventisette anni, nato a Genova ma sempre vissuto ad Alassio, allenato da Pietro Astengo a Villanova d’Albenga, il poliziotto Abate guarda col giusto distacco all’Olimpiade. “Ci penseremo dopo l’Europeo. La finale a Londra sarà difficile, in tanti possono centrarla. Vediamo.
Un passo per volta”.
L’altra notizia di rilievo della serata è il ritorno su buoni livelli di Simona La Mantia. La triplista delle Fiamme Gialle atterra a 14,29, ottava prestazione europea 2012 e ad un solo centimetro dal minimo A olimpico: Londra è però di fatto già conquistata, in considerazione del minimo A realizzato nel 2011 (14,43). La serie è arricchita anche da un 14,23, oltre che da almeno altre due prove, nulle, di lunghezza più o meno simile. Battuta la russa Valyukevich, 14,14, nella serata in cui Eleonora D’Elicio (Fiamme Azzurre) firma il personale, 13,60.
Lolo Jones, nei 100hs, fa gli straordinari (ieri sera 12.75 a Oslo), e vince con 12.97 (+0.6), stesso crono della russa Kondakova, seconda; alle loro spalle Micol Cattaneo (Carabinieri) è ottima per almeno 7 ostacoli; il tempo finale di 13.13, buono per il terzo posto, testimonia comunque della ritrovata vena della comasca. C’è anche Marta Milani (Esercito), nel senso che la bergamasca finalmente lotta, negli 800 metri, come nei tempi migliori. Il successo va alla cubana dell’Assindustria Padova Yusmeysi Santiusti, in 2:00.93; la Milani è seconda, in rimonta, con 2:02.65. Il doppio giro maschile premia l’egiziano Mohamed Hamad, 1:44.98, mentre Giordano Benedetti (Fiamme Gialle) è quarto con lo stagionale di 1:47.35.
Il getto del peso ritrova Assunta Legnante, e la campionessa europea indoor di Birmingham non si lascia scappare l’occasione per firmare il primato del mondo paralimpico (qualora venga riconosciuta la natura mista della prova), migliorato per tre volte, fino a 15,22. Il miglioramento è di quasi due metri rispetto al 13,27 realizzato dalla stessa Legnante l’11maggio scorso su questa pedana. La prova va alla tedesca Schwanitz con 18,99, mentre Chiara Rosa (Fiamme Azzurre) ha le polveri bagnate e non va oltre i 18,06.
I 400 metri sono la prima gara della serata corsa sotto la pioggia. Il ceco Pawel Maslak non sembra però accorgersene: il suo 45.17 è primato nazionale, oltre che quinta prestazione europea 2012.
Alle sue spalle Marco Vistalli (Fiamme Oro) distribuisce con più attenzione rispetto a Michele Tricca (Fiamme Gialle) vincendo il derby azzurro e piazzandosi al terzo posto, in rimonta, in 46.23 (secondo lo statunitense Boyd, 46.09); il valsusino paga sulla retta conclusiva l’allegria dei primi tre quarti di corsa, chiudendo comunque con lo stagionale, in 46.59. Marco Lorenzi (Fiamme Gialle) è sesto in 47.29. L’acqua non consente ai saltatori in alto di salire su quote d’eccellenza. Ivan Ukhov, da fuoriclasse qual è, scavalca i 2,25, prima di arrendersi; nella qualificatissima gara donne, Ariane Friedrich (GER) supera 1,92 come la statunitense Lowe e l’uzbeka Radzivil, ma risulta vincitrice per il gioco degli errori. Alessia Trost (Fiamme Gialle) si ferma alla quota precedente di 1,89, tutto sommato da non disprezzare considerate le condizioni della pedana.
Una delle sorprese più liete in chiave italiana arriva dai 100 metri donne. Sulla pista di casa, quella sulla quale si allena ogni giorno, si impone la 21enne torinese Martina Amidei (Cus Torino), che stampa un imprevisto 11.42 (vento +0.5). Ben 23 centesimi di miglioramento, ottava prestazione italiana di sempre, e minimo per i Campionati Europei di Helsinki, traguardo mancato da Audrey Alloh (Fiamme Azzurre), seconda al traguardo con il personale di 11.46, di un solo centesimo. Benne tutte le sprinter del giro azzurro: Draisci (Esercito) fa 11.66, Giovanetti (Forestale) 11.68, Paoletta (Esercito) 11.69. Anonima, seppure di livello europeo, la prova al maschile. Dwain Chambers (GBR) vince facile, ma non va oltre i 10.29 (+0.5), crono che per certi versi conferma il trend stagionale del britannico.
I fuochi d’artificio dello sprint azzurro giovanile arrivano in chiusura. Il 23enne Davide Manenti (Aeronautica) corre una curva sorprendente nei 200, e malgrado un finale di gara non semplicissimo, piazza un magnifico 20.76 (+0.4), minimo per gli Europei di Helsinki. Dietro di lui, malgrado l’impossibile prima corsia, si migliora anche Diego Marani, capace di un altro crono sub-21, 20.85. Una doppietta che rinvigorisce la velocità tricolore.
Chiusura con i 5000 metri maschili. Li vince il keniano Ezekiel Meli, in 13:22.90, ma fa notizia in chiave italiana Maksim Obrubanskyy (Enterprise) che centra il minimo per Helsinki con 13:27.15, battendo anche Stefano La Rosa (Carabinieri), 13:30.23.
Marco Sicari
File allegati:- RISULTATI/Results
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