Tortu a 200 all'ora su Atletica TV

03 Novembre 2021

Il quarto frazionista della 4x100 oro olimpico risponde alle domande dei tifosi nel talk di #AtleticaTV, racconta la sua Tokyo, i 200 metri e gli obiettivi per Europei e Mondiali 2022.

Filippo Tortu a 200 all’ora. Il campione olimpico di Tokyo con la 4x100 azzurra, l’uomo che ha portato al traguardo il testimone italiano superando di un centesimo i britannici, torna ad Atletica TV e risponde alle tante domande arrivate dai tifosi di tutta Italia tramite Instagram (@atleticaitaliana).

“Le Olimpiadi sono state delle montagne russe emotive – racconta il 23enne delle Fiamme Gialle, collegato insieme al giornalista Sky Nicola Roggero -. Ho vissuto emozioni forti e contrarie, con un’intensità che nulla ha a che fare con le mie esperienze precedenti. Anche se l’affetto dei tifosi è sconfinato, e lo abbiamo sentito forte e chiaro anche ai Giochi, una volta tornato a casa temevo di sentirmi appagato, svuotato. Invece mi sono scoperto ancora più determinato. L’oro olimpico mi ha sbloccato, mi ha fatto comprendere quali devono essere i miei obiettivi. Mi sono trovato addosso una gran fame agonistica, quella che si è vista anche nel 20.11 di Nairobi (lo scorso 18 settembre ndr)”.

Sull’impresa giapponese: “Pensavo la finale fosse alla nostra portata, con una posizione tra la terza e la quinta. Non eravamo favoriti o quotati per la vittoria. Poi è accaduta una cosa strana: stando insieme, chiacchierando fra noi, una battuta dopo l’altra abbiamo alimentato una convinzione, un fuoco che sono cresciuti col passare delle ore. E alla fine siamo entrati allo stadio pensando solo a vincere. Senza arroganza, eppure sicuri, pronti. Lo sapevamo”.

Sull’attesa di ricevere il testimone. “Quando sei in quarta frazione, vedi i tuoi compagni correre prima di te e sei coinvolto, vorresti urlare, però devi aspettare il tuo turno senza perdere la concentrazione. C’è il colpo di pistola, tutto accade molto velocemente, il testimone passa di mano e in un istante tocca a te. La 4x100 sublima l’idea di sport di squadra: il risultato è determinato in parti identiche da quattro atleti. A Tokyo sarebbe bastato che chiunque di noi perdesse un centesimo e ora non saremmo campioni olimpici”.

I 200? “Sono sempre stati nelle mie corde ma per vari motivi non sono mai riuscito a prepararli nel modo giusto. Ora lo voglio fare, la prossima stagione correrò entrambe le distanze. Nei 200 punto a una medaglia agli Europei di Monaco e alla finale ai Mondiali di Eugene”. Stuzzicato da Nicola Roggero, liste stagionali alla mano, è costretto ad alzare la posta sulla rassegna continentale: “So che posso fare determinate cose e di conseguenza devo pormi grandi obiettivi. Questo non significa che li realizzerò, che vincerò, ma il mio obiettivo deve essere quello. Devo allenarmi con in testa il massimo risultato”.

Le domande arrivate dai social sono selezionate fra centinaia e Filippo risponde a raffica. “Ho corso la prima gara a quattro anni, ho iniziato i corsi di atletica a sei e mi sono specializzato nella velocità a quindici. Nel 2022 voglio scendere sotto i 20 secondi. A Eugene avremo la grande responsabilità di difenderci con la staffetta. Non so cosa farò finita la carriera, non ci penso perché spero che accada il più avanti possibile. Da piccolo quando perdevo in qualsiasi gioco mi infuriavo, poi crescendo ho imparato a gestire le sconfitte, anche se tuttora non le prendo benissimo. Alle scuole medie chiacchieravo troppo e spesso venivo ripreso dai professori. Mi alleno tutti i giorni a mezzogiorno in palestra o in pista. I periodi difficili passano, quando uno ama quello che fa riceve in cambio molto. Come dice un detto sardo che condivido, quando piove devi lasciare che piova. L’oro non mi ha cambiato, ha cambiato la mia carriera. La prossima gara potrebbe essere un test indoor – come sempre senza preparare la stagione al coperto - poi ad aprile o maggio nei 100 o nei 200”.

Infine, ancora una volta, ci sono parole colme di rispetto e ammirazione per Livio Berruti. “Sono molto grato e onorato di poterlo chiamare amico. È stato il mio idolo fin da quando ero bambino, è il motivo per cui ho iniziato a fare atletica, è un modello tecnico e umano. Un grande personaggio, capace di stregarmi per come correva e per come interpreta la vita. Recentemente mi ha portato la sua medaglia d’oro dei 200 di Roma 1960, era bellissima, avrei voluto scambiarla con la mia”.

Anna Chiara Spigarolo

VIDEO | GUARDA LA PUNTATA CON FILIPPO TORTU E NICOLA ROGGERO



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