Un giorno, un'impresa

21 Marzo 2013

Appuntamento quotidiano con le storie dell'atletica

21 marzo. E’ nel primo giorno di primavera del ‘55 che nasce a Lipsia Barbel Eckert, dall’80 maritata Woeckel, uno dei prodigi allevati nella Ddr, ma non così famosa  celebrata, ricordata  come Marita Koch e Heike Drechsler. Eppure Barbel, che aveva un caschetto rossastro e notevoli occhi verdi, è l’atleta che ha raccolto più medaglie importanti di atlete più ricordate di lei. Una collezione imponente: due doppiette olimpiche su 200 e 4x100, tre titoli europei – il primo ad appena 19 anni, a Roma ’74 – e una tripletta sfiorata a Atene ‘82, cinque record mondali in staffetta quando le bielle delle tedesche con il martello, compasso e fasci di grano erano sempre molto roventi. Barbel ha chiuso la carriera con 10”95 nei 100 e soprattutto con 21”85 nei 200, la sua distanza più amata. Dopo la caduta del Muro e la scomparsa della Repubblica Democratica ha avuto in sorte, come la maggior parte di quei campioni, la sua razione di accuse di doping sistematico. Non è entrata nel ruolo dei “collaboratori di giustizia” né ha negato. Nella nuova Germania ha trovato lavoro nell’amministrazione della Dlv, la federazione di atletica.

Giorgio Cimbrico



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