Mezzofondo mondiale: Mu, Ingebrigtsen e...

10 Luglio 2022

Tutte le sfide della rassegna iridata in Oregon dagli 800 ai 10.000. I formidabili Athing e Jakob per la conferma olimpica, Hassan sceglie fra 3 gare, Barega con tanta concorrenza. Occhio agli azzurri Abdelwahed, Bellò e Sabbatini

di Marco Buccellato - aggiornato lunedì 11 luglio ore 20

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UOMINI

800 METRI. La specialità non può contare, allo stato attuale, nel Brazier asso del 2019, mentre il Kenya ha svecchiato le prime linee con la conferma e l'ascesa rispettivamente di Wycliffe Kinyamal e Emmanuel Wanyonyi (17 anni), la selezione del campione olimpico Emmanuel Korir e la freschezza del 18enne Noah Kibet. Una finale dai contorni ritmici non impossibili, che lasci spazio alla gestione tattica (leggere 1:44-1:44.2), può premiare specialisti di grande intelligenza come l'australiano di origini sudanesi Peter Bol e gli ottimi finisseur europei Robert, Dobek e Van Diepen. È proprio un europeo il leader mondiale stagionale, il 20enne britannico Max Burgin, all'esordio mondiale. USA con Hoppel uscito vincente dai Trials. L'Europa non fa bottino pieno da Londra 2017, con il francese Bosse, e sale sul podio, con un suo rappresentante, da tre edizioni consecutive.
Azzurri in gara: Catalin Tecuceanu (Silca Ultralite Vittorio Veneto)

1500 METRI. Capitolo Jakob Ingebrigtsen: il norvegese è iscritto sia ai 1500 che ai 5000 metri, dove però la concorrenza sembra ancora più spietata. Sul miglio metrico si presenta con l'oro olimpico ed è il favorito, al netto delle ambizioni keniane con Timothy Cheruiyot (campione del mondo in carica), e Abel Kipsang. Come Tokyo insegna, mai sottovalutare il talento dei britannici: gli scozzesi Kerr (bronzo olimpico) e Wightman (bronzo europeo), sembrano fatti apposta per disturbare disegni di gara già progettati. Antipodi: uscito di scena il grande Willis, l'area dell'Oceania è ben rappresentata dall'australiano Hoare.

5000 METRI. Sui 5000, dopo il declino di Mo Farah, l'affare oro è tornato in mano agli etiopi e poi a Tokyo al big ugandese Joshua Cheptegei, quest'anno meno presente in pista ma efficacissimo quando chiamato in causa. Con Ingebrigtsen probabile polo d'Europa (e attenzione al tedesco Mohumed in una gara sul piede dei 13:10), è l'Africa in pole position con Kipkorir Kimeli e Krop (Kenya), Aregawi-Barega-Kejelcha tris fortissimo etiope (con Edris due volte vincitore uscente) e il canadese Ahmed pronto a confermare l'argento olimpico.

10.000 METRI. Il terreno di caccia di Cheptegei, oro mondiale a Doha, che ancora deve rimarginare la delusione per la mancata conquista dell'oro olimpico a Tokyo, beffato da Selemon Barega, che si presenta a Eugene dopo aver dominato i Trials etiopi di Hengelo. Sembra una storia tutta africana, con i contrappesi etiopi (Aregawi, Worku) e ugandesi (Kiplimo), più che keniani, a far pendere la bilancia di qua o di là. Fuori dall'Africa, bandiere canadesi all'erta con Ahmed, USA per la prima volta leader pre-Mondiali con il bianco Fisher, Europa con soli 4 iscritti, tra cui l'uomo di punta della Francia Jimmy Gressier. Casistica: esclusa l'era-Farah, sul pennone dei Mondiali non sventola una bandiera di uno stato europeo dal 1987 (Panetta d'argento). Il Kenya non vince l'oro da Edmonton 2001. 

3000 SIEPI. L'asse della finale olimpica, ovvero il marocchino Soufiane El Bakkali e l'etiope Lamecha Girma, è ancora il tema su cui puntare per l'assegnazione delle principali medaglie. Il keniano campione uscente Conseslus Kipruto, ex-dominatore della specialità, ha ritrovato competitività. Kigen è nel team pur se in condizione calante. Europa con più di un cavallo di razza, a iniziare dall'azzurro Ahmed Abdelwahed, Africa con un outsider come l'altro etiope Wale, America con l'ex-keniano Bor. Medagliere: Kenya oro ininterrottamente da Osaka 2007, un dominio che, se si escludono i due titoli mondiali del qatarino ex-keniano Shaheen, parte addirittura da Tokyo '91. Ultimo non keniano di nascita a vincere, Francesco Panetta, Roma '87.
Azzurri in gara: Ahmed Abdelwahed (Fiamme Gialle)


DONNE

800 METRI. Da lustrarsi gli occhi, con atlete straordinarie. È recente l'epico finish dei Trials, con Athing Mu che ha resistito e ricacciato indietro una incredibile Ajee' Wilson in piena rimonta sull'olimpionica di Tokyo. La coppia USA e l'altra giovanissima britannica Keely Hodgkinson possono dar vita a una delle finali più interessanti dell'intero Mondiale. Rompighiaccio, la keniana Moraa, le etiopi Meshesha, Alemu e Welteji e l'altra statunitense Rogers. Presente l'iridata uscente Nakaayi, Europa a caccia della finale con l'altra brit Reekie, la francese Lamote e l'azzurra Elena Bellò.
Azzurre in gara: Elena Bellò (Fiamme Azzurre)

1500 METRI. Faith Kipyegon contro tutte. Ancora incerta la presenza di Sifan Hassan su questa distanza, è la keniana la favorita per il quarto oro sull'asse Mondiali-Olimpiadi. Etiopi le più pericolose avversarie, Tsegay, Meshesha e Hailu. Laura Muir guida il contingente europeo, dove le azzurre Gaia Sabbatini e Federica Del Buono hanno ridotto il gap agonistico con le africane. L'australiana Jessica Hull (in grandi condizioni) per un podio mai andato a una specialista dell'Oceania. Runner USA con la Purrier St.Pierre che si lascia preferire.
Azzurre in gara: Federica Del Buono (Carabinieri), Gaia Sabbatini (Fiamme Azzurre), Sintayehu Vissa (Atl. Brugnera Friulintagli)

5000 METRI. Resta l'incognita-Hassan (appena rientrata con 15:13.41 a Portland), in una gara dove le etiopi Letesenbet Gidey, Dawit Seyaum e Ejgayehu Taye godono delle maggiori chances di podio, mentre la burundiana Niyonsaba ha rinunciato per infortunio. Europa con la miglior espressione in Eilish McColgan (presente anche sui 10.000), la tedesca Klosterhalfen e la primatista norvegese Grovdal. Cranny e Schweizer, mission impossible di una medaglia in quota USA.

10.000 METRI. Hellen Obiri ha sciolto le riserve, ed è iscritta solo sui 10.000 metri. Le etiopi Gidey (argento a Doha), Taye e Mulatie, la McColgan mina vagante, e l'ipotesi Hassan per l'eventuale difesa del titolo conquistato a Doha nell'inedita accoppiata 1500-10.000. Germania, c'è la Klosterhalfen, una delle poche chances di podio della selezione tedesca. L'ultima keniana a vincere fu Vivian Cheruiyot nel 2015, l'ultima etiope la Ayana nel 2017.

3000 SIEPI. Iscritta la primatista del mondo e iridata uscente Beatrice Chepkoech assieme alla connazionale Celliphine Chespol, in una gara dove l'Africa si presenta sotto tante vesti: dalle ex-keniane Norah Jeruto Tanui e Daisy Jepkemei (ora Kazakistan) e Winfred Yavi (Bahrain), all'olimpionica ugandese Peruth Chemutai, alle etiopi Abebe, Getachew e Alemayehu (primatista del mondo under 18, iscritta come Almayew). Pronostico bloccato tra Africa e naturalizzate asiatiche. USA ospiti e pronti ad agguantare una medaglia con Coburn (oro e argento nelle ultime due edizioni), Frerichs e Wayment.

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