"L'atletica perché me l'ha chiesto mamma"
La domanda è scontata, ma inevitabile. Si rischia l'incolumità fisica, è vero, ma fa parte dei rischi del mestiere. Che questo Lalli, sarà anche piccolino e mezzofondista, ma dal fisico sembra un lottatore.
Ma scusi, Lalli, perché lei vince nel cross e non in pista?
Ancora? Ma basta...Queste sono le mie caratteristiche, e comunque io mi alleno per andare forte anche in pista...
Si però...
No, non c'è però. Datemi tempo, Io da piccolo andavo forte nel cross e in pista, tornerò a farlo, ci potete scommettere.
Ecco, appunto, da piccolo: perché l'atletica?
Ma è una storia vecchia! L'ho raccontata mille volte...
E va beh, facciamo finta che nessuno la conosca.
Allora, io giocavo a pallone. Da centrocampista.
Sì, immaginiamo: grande corsa, quantità, piedi poco ispirati...
Macché, ma quando mai! Io avevo anche i piedi buoni (i compagni da dietro, seri, fanno coro: "eh sì, è forte pure adesso...", ndr). Piuttosto, ero leggerino, il fisico non era all'altezza. Allo stesso tempo avevo cominciato a fare delle garette di atletica, con buoni risultati. Insomma, a un certo punto mia madre (la signora Lucia: sempre grazie, signora, ndr) mi dice: o l'atletica o niente.
La mamma è sempre la mamma.
Eh certo, ma meno male che le ho dato retta. Se no, chissà dov'ero ora. Magari seduto su un motorino, a fumare le sigarette.
Chissà. Lei è nato a Firenze, ma non sembra avere l'accento toscano.
Sì, ma sono nato lì perché mio padre (Antonio, sempre presente anche all'estero al seguito del figlio, ndr) insegnava educazione tecnica a Firenze. Siamo tornati subito a casa, a Campochiaro, in Molise. Due anni ancora a Firenze, quando ne avevo nove-dieci, e poi di nuovo a Campochiaro. Ho insistito io perché tornassimo in Molise. Firenze era troppo grande, dispersiva, non mi ci ritrovavo. Volevo stare a casa mia.
Ora è diventato finanziere. Perché un gruppo sportivo militare?
Perché stare nelle Fiamme Gialle mi permette di allenarmi nelle migliori condizioni, e di programmare il futuro senza stress. Ti pare poco?
A me no. E qual'è il futuro di Lalli? La maratona?
C'è chi lo dice, è vero. Io sono d'accordo, ma non ora, più avanti. I test che facciamo con Fiorella (il medico dello staff FIDAL che segue anche Baldini, ndr) dicono che quella è la mia strada, e poi se lo dice uno come Lucio Gigliotti, io ci credo ancora di più. Lo saprà lui, o no?
Beh, avendo vinto due titoli olimpici con due atleti diversi, probabilmente ne capirà qualcosa di 42 km.
Eh, l'Olimpiade. Che bello. E' il mio sogno. Vorrei andarci un giorno, su pista, o su strada, non importa. Mannaggia, peccato che il cross non lo fanno all'Olimpiade. Anche se comunque, a livello mondiale, non c'è partita con gli africani.
Gli anziani dicono che gli africani ci sono sempre stati. E che forse sono diversi gli italiani, rispetto a quando si vinceva di più.
Ancora con questa storia...ma guarda che noi ci alleniamo, e anche tanto. Gli africani sono superiori, inutile prendersi in giro. Poi può anche capitare che ne nasca uno più forte di loro, ma di regola non c'è storia.
Oggi in gara c'era un etiope (turco), uno che fa 27:29 sui 10000, e lei l'ha battuto.
Volete sapere la verità?
Pronti.
Io non c'ho capito niente, oggi. In gara mi dicevo: non strappare in salita, non fare come tuo solito, vai regolare...e infatti, andavo regolare, un passo dietro l'altro, senza forzare. Addirittura mi stavo convincendo che avrei dovuto fare uno sprint finale, visto che saremmo arrivati tutti insieme. A un certo punto, mentre cercavo di correre sempre regolare, a metà di una salita, dopo circa venti minuti, mi giro e vedo che quelli si staccano.
E ha innestato il turbo. Normale, no?
Macché! Ho continuato come prima, senza nessuna variazione. E loro, dietro, faticavano sempre di più. L'unico cambio l'ho fatto nell'ultima salita, poco prima dell'arrivo. Tanto, quelle energie ce le avevo, inutile conservarle. Mah, che gara... Anche a livello di emozioni, è stato molto più forte a San Giorgio su Legnano che qui. Ma forse perché era la prima volta, no?
Possibile. Probabile.
Marco Sicari
Nella foto, Andrea Lalli mostra l'oro di Bruxelles (Giancarlo Colombo per Omega/FIDAL)
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