''Una nuova strategia per l’attività motoria''
24 Gennaio 2020Al convegno “Se la scuola si mette a correre” il ministro Spadafora: “Riflettiamo su una visione del Paese sullo sport”. Presidente FIDAL Giomi: “Serve un’agenda con tempi certi”
“Un piano strategico complessivo per la scuola e l’educazione motoria”. È il messaggio che parte dal convegno internazionale “Se la scuola si mette a correre” organizzato stamattina a Roma dalla Federazione Italiana di Atletica Leggera e La Corsa di Miguel. Due giornate per raccontare il rapporto tra scuola e attività motoria, senza restare in superficie, ma scavando tra le storie, le eccellenze, le criticità e le proposte su argomenti come la lotta all’obesità e alla sedentarietà che sono centrali nella crescita, nella formazione e nel benessere fisico degli studenti. Il presidente della FIDAL Alfio Giomi ha sollecitato “un percorso credibile, con un’agenda che abbia tempi certi e che accompagni i ragazzi fin dalla scuola primaria. Vogliamo portare all’attenzione del Parlamento queste riflessioni perché continua a pesare l’assenza di una strategia”. Un ragionamento che è stato apprezzato e condiviso dal ministro per le Politiche giovanili e lo sport Vincenzo Spadafora: “Ci chiedete di riflettere su una visione di Paese e di sport e su un’agenda condivisa, ed è esattamente il metodo di lavoro con il quale vogliamo andare avanti, per portare i nostri ragazzi allo stesso livello di dignità degli altri Paesi europei”. All’incontro ha portato il proprio contributo la vice ministra all’Istruzione Anna Ascani: “La sfida è approvare anche in Senato la legge già passata alla Camera sull’educazione motoria nella scuola primaria”.
"RICCHEZZA" - Alla Casa delle Armi del Foro Italico, il ministro Vincenzo Spadafora ha tracciato la strada per intervenire: “Il mio compito sarà cercare di mettere insieme tanti pezzi che oggi non si parlano tra loro e spesso si sfidano. A differenza di altri Paesi europei, negli anni della crisi sono stati operati tagli su tagli in questo settore, ed è stato delegato alla scuola qualcosa che era di competenza dello Stato: è questa incoerenza che paghiamo, come anche la terribile abitudine dei Governi di mettere in discussione ciò che ha fatto il predecessore. Attraverso lo sport possiamo far rinascere i territori e le periferie”. Nel suo appassionato intervento il presidente FIDAL Alfio Giomi ha ricordato i propri “quarant’anni da professore di educazione fisica: i ragazzi erano la mia ricchezza e mi sono sempre sentito al servizio della loro crescita”, ha ringraziato il ministro Spadafora (“Ci ascolta e ascolta lo sport”) e ha chiesto di fare ordine tra i “migliaia di interventi diversi sulla scuola per capire gli aspetti comuni”. L’obiettivo a lungo termine è “costruire una cultura”.
LA VICE MINISTRA ASCANI - La vice ministra all’Istruzione Anna Ascani ha definito l’educazione fisica “una disciplina nobile, perché mette insieme i valori che a scuola si apprendono: fare cittadinanza, superare le differenze, rimuovere gli ostacoli”. Ha quindi ammonito che “questo è un Paese dal tasso di obesità infantile troppo alto e ce ne stiamo occupando troppo poco: è un costo che peserà sul nostro sistema sanitario se non interveniamo dando ai giovani una vera educazione al benessere”. La vice ministra ha ricordato i trascorsi di sportiva (“anche atletica leggera: salto triplo”) e la centralità nella propria crescita personale: “Attraverso lo sport si è formata gran parte della mia capacità di stare con gli altri.
Questo aspetto dobbiamo portarlo a scuola: non è soltanto il luogo dove si apprendono nozioni, ma dove si diventa cittadini”.
IL DT LA TORRE - Il direttore tecnico delle squadre nazionali azzurre di atletica leggera Antonio La Torre, professore associato dell’Università degli Studi di Milano, si è rivolto direttamente alla vice ministra Ascani: “Se volete davvero lasciare un segno dovete introdurre definitivamente l’educazione fisica nella scuola primaria: non tutti diventeranno campioni, ma è fondamentale per formare le basi motorie e educare a sani stili di vita, è un alfabeto motorio che non può mancare. E la scuola è l’unico luogo in cui bambini di tutte le classi sociali possono fare sport senza pagare”. La Torre ha passato in rassegna il rapporto tra i tre vertici di un ipotetico triangolo: CONI, docenti e Ministero (“Troppo spesso sono andati per strade proprie”), immaginando un percorso virtuoso e più collaborativo: “Più formo uno studente, minore sarà l’abbandono, maggiore sarà la cultura sportiva. Per citare Renato Zero dico… il triangolo sì!”.
"OWENS IL PROFESSORE" - “Lo sport è un grande professore di storia, qualche volta di geografia, altre di diritto”. Così il giornalista della Gazzetta dello Sport Valerio Piccioni, ideatore del convegno, ha aperto il proprio intervento intitolato “Il Professor Owens: l’introduzione della storia e della geografia dello sport nella didattica della scuola italiana”. Dalla maratona come conquista al femminile di Stamàta Revithi e Kathrine Switzer, allo sguardo basso per protesta di Sohn Kee-chung ai Giochi del ’36, all’amicizia tra Jesse Owens e Luz Long che fece infuriare il Fuhrer, al calciatore Matthias Sindelar che rifiutò la Germania nazista, allo sprinter Manlio Gelsomini trucidato alle Fosse Ardeatine, al coraggio di Gino Bartali, al leggendario pugno chiuso di Tommie Smith e John Carlos a Città del Messico ’68: un percorso di immagini, racconti, avventure memorabili che andrebbero insegnate a scuola. “Non meritano, questi personaggi, di essere considerati parte integrante dell’educazione? Ma non come una tantum, bensì nella quotidianità”.
FARE RETE - “Di scuola si sente parlare da tantissimo ma ancora non siamo riusciti a creare un sistema”, le parole della vice presidente del CONI e olimpionica Alessandra Sensini: “Sono d’accordo con Piccioni, perché non si insegna anche la storia dello sport?”. L’assessore della Regione Lazio al Lavoro e nuovi diritti, formazione, scuola e diritto allo studio universitario, politiche per la ricostruzione Claudio Di Berardino ha sottolineato le politiche che la Regione sta perseguendo per l’adeguamento e il potenziamento dell’impiantistica sportiva e i risultati dei progetti “Pronti, Sport, Via” e “Scuola di squadra”, nonché i valori che stanno alla base del bando “Sport in/e movimento”. Il presidente UISP Vincenzo Manco ha ricordato che “le statistiche ci consegnano un numero altissimo di sedentari in Italia, pari a 23 milioni, dopo la famiglia e la scuola. Lo sport è la terza agenzia educativa. Vanno affermate le potenzialità socio-culturali della pratica sportiva: riscriviamo insieme un nuovo patto”.
Laura Capranica, docente dell’Università di Roma Foro Italico, ha presentato il lavoro condotto insieme ai docenti Mario Bellucci e Rosalba Marchetti sull’educazione alla responsabilità attraverso lo sport. Il presidente della Confederazione delle associazioni provinciali dei diplomati ISEF e laureati in scienze motorie Luca Eid ha trattato il tema dell’educazione fisica confrontando la situazione italiana e il contesto europeo tra quantità di ore, metodi di valutazione e programmi. Giulio De Rita del Censis ha presentato l’analisi “L’Italia a 16 anni fra scuola e sport”. Emozionante l’intervento del giovane Edoardo Parissi, pallanotista e studente al quinto anno del liceo Farnesina di Roma: “Credetemi, lo sport permette di superare anche momenti di crisi personale”.
LA SESSIONE DEL POMERIGGIO - Il convegno è stato arricchito nella sessione pomeridiana da una tavola rotonda internazionale con le best practices di cinque Paesi europei: parola a Sini Miinala (Finlandia), Alfonso Vargas Macias (Spagna), Dorica Sajber, Boro Strumbelj (Slovenia), Sebastien Molenat (Francia), Rauf Dimraj (Albania). Per Sport e Salute è intervenuta la responsabile territorio, promozione, sport sociale e scuola Teresa Zompetti per parlare di scuola primaria come “madre di tutte le battaglie”, e non è mancato il punto di vista del deputato Simone Valente. Argomenti specifici sono stati trattati dall’architetto Roberto Buccione (“Dal quadro svedese alla break dance: la palestra del futuro”), dalla docente e tecnico federale Laura Coccia (“La pista paralimpica di Torpignattara: un fai da te di successo”), dall’avvocato Margherita Pittalis, docente di diritto sportivo all’Università di Bologna (“Le leggi della scuola non sono troppe?”), dallo psicologo della Stella Azzurra Basketball Academy Marco Naman Borgese (“Come fronteggiare l’invasione di campo dei genitori”). Dai territori, gli interventi del coordinatore di educazione fisica dell’ufficio scolastico regionale Emilia Romagna Andrea Sassoli e di Fabio Sturani, delegato del presidente della Regione Marche per lo sport.
SECONDA GIORNATA - “Alle radici del campione (e non solo) raccontare lo sport nella scuola” è il filo conduttore della seconda giornata del convegno, in programma sabato 25 gennaio e organizzato in collaborazione con l’Ordine dei Giornalisti del Lazio. Alle 9.35 è previsto l’intervento del presidente del CONI Giovanni Malagò e, a seguire, la moglie di Pietro Mennea Manuela Olivieri racconterà il Pietro “studente e professore”. Tra i relatori anche la campionessa olimpica Gabriella Dorio sul tema “C’erano una volta i Giochi della Gioventù. Ma possono esserci ancora?”. Chiusura affidata alla vice presidente FIDAL Ida Nicolini.
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File allegati:- IL PROGRAMMA
- FOTO (Corradetti/GMT)
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