2021: l’alba di un nuovo anno olimpico

02 Gennaio 2021

La nuova stagione dell’atletica globale: le Olimpiadi di Tokyo a trent’anni dai Mondiali, i meeting della Diamond League e i duelli con i big assenti nel 2020 della pandemia, i record in pericolo

di Marco Buccellato

Ribattezzato "The year after", ecco il 2021 dell'atletica planetaria. L'esperienza del 2020 insegna: piuttosto che un calendario diviso in fogli per mesi, ha più senso organizzare un bel planning da 365 giorni da tavolo, rigorosamente appuntato a matita. Non è un anno bisestile e anche questa è una novità per i Giochi Olimpici, già posposti all'anno appena iniziato. Proprio le Olimpiadi di Tokyo, sede che torna a ospitare un evento globale a trent'anni dai Mondiali di atletica 1991, portano sulle spalle non solo lo scettro del massimo evento sportivo del 2021, ma anche il fardello e il simbolo dell'attesa rinascita della società moderna post-pandemia. Dal 23 luglio all'8 agosto, non prendete impegni.

NON SOLO I GIOCHI - Il calendario, o planning se preferite, è zeppo di cose belle da riassaggiare dopo il grande digiuno. Gli Europei indoor fanno tappa a Torun dal 5 al 7 marzo, in una Polonia che quest'anno avrà anche, a Chorzow, il ritorno dei Campionati Europei a squadre (di recente anticipati al 29-30 maggio, inizialmente erano previsti nel terzo weekend di giugno) e le World Relays nei primi due giorni di maggio. Niente Mondiali al coperto, con Nanchino che finisce direttamente al 2023, dopo quelli di Belgrado nel 2022. In sala, per introdurci alla stagione estiva anche il World Indoor Tour, in partenza da Karlsruhe a fine gennaio.

DIAMOND LEAGUE - Con la decisione di tornare al format con 32 specialità, la Wanda Diamond League partirà il 23 maggio da Rabat per concludersi l'8 e 9 settembre a Zurigo. Prima tappa europea, il Golden Gala Pietro Mennea (4 giugno). Toccati quattro continenti su cinque, quattordici step con doppia sessione in Cina nel dopo-Olimpiadi in agosto, e in mezzo Eugene, sede prestigiosa che torna a prendersi la scena nel glorioso Hayward Field. Inizierà prima della Diamond League, e si chiuderà dopo, il World Athletics Continental Tour: via a Tokyo il 9 maggio, chiusura a Nairobi nella seconda metà di settembre.

GIOVANE EUROPA - Una decina di giorni di fuoco nel luglio europeo: dall'8 all'11 gli Europei under 23 nella norvegese Bergen, dal 15 al 18 luglio gli Europei under 20 nell'estone Tallinn e, alla fine di agosto, l'edizione italiana degli Europei under 18 a Rieti dal 26 al 29 agosto. Tutta la gioventù del continente a misurarsi in un anno che più simbolico non potrebbe essere. Fuori dal contesto europeo, a livello giovanile, ci sono i Mondiali under 20, a Giochi fatti, dal 17 al 22 agosto a Nairobi. L'Europa chiude in bellezza il 12 dicembre, con l'Europeo di cross a Dublino.

MARATONE - Autunno caldo. L'agenda provvisoria delle World Marathon Majors prevede tutto e di più in un mese e mezzo, da Berlino (26 settembre), a New York (7 novembre), passando per Londra (3 ottobre), Chicago (10 ottobre) e Tokyo (17 ottobre). Per la classicissima di Boston, tradizionalmente destinata al terzo lunedì di aprile, la collocazione autunnale è cosa fatta, ma la data non è ancora nota.

NEL SEGNO DELLA CONTINUITÀ? - Quella dei primati mondiali. Il menomato 2020 ha comunque regalato nuovi limiti, soprattutto dove l'agonismo non è stato del tutto mortificato. Eccoci così alla strada, che torna subito protagonista a febbraio avanzato con la prima corsa che potrebbe già fare faville, la mezza maratona di Ras al-Khaimah, ricchissima quanto titolata per i tanti record registrati dal 2011. I primatisti sulla distanza Kibiwott Kandie e Ababel Yeshaneh, quella di maratona Brigid Kosgei, l'iridata Peres Jepchirchir, il favoloso 20enne ugandese Jacob Kiplimo, per il primo record alert del nuovo anno, anche se la botta assestata al crono maschile, a Valencia, sembra di quelle dure da reinventare. E in vena di strenne natalizie, arriva la notizia che Geoffrey Kamworor, detronizzato da Kandie a Valencia, ha in animo di riprendersi il primato. Maratona. Kipchoge ha perso, Kipchoge è umano, Kipchoge eccetera. Il keniano tocca le 37 primavere e in agenda ha l'aereo per Tokyo. Per ritoccare il record, chissà, le top marathons d'autunno sembrano troppo vicine alle Olimpiadi, anche per il più grande di tutti. Tra le donne, una svirgolata da primato appare più palpabile sulla mezza distanza che sui 42,195 chilometri.

PEDANE DA BRIVIDO - Nel 2020 Mondo Duplantis ha riscritto i limiti umani nell'asta, con ulteriori ritocchi che, nell'anno nuovo, sembrano più di un'ipotesi. Occhio a due personaggi in grado di regalare una breaking news spazzatutto: Yulimar Rojas, già al record indoor del triplo donne e vicinissima a quello all'aperto, e Ryan Crouser, che tra tutti i pesisti appare l'unico che ha preso regolarmente le misure ai ventitré metri e spera nella miccia esplosiva e definitiva. Il formidabile gesto tecnico di Johannes Vetter, a meno di un metro dal primato mondiale del giavellotto, lascia presagire che il tedesco sia l'unico con la spalla degna di succedere a Jan Zelezny. Per Vetter, però, c'è soprattutto l'obiettivo di ereditare l'oro olimpico del connazionale Röhler. Alto: dopo un anno di niente o quasi, riprendere il filo del discorso-record per i due volte iridati Mutaz Barshim e Mariya Lasitskene si scontra con la desuetudine alle gare.

LE CORSE A CRONOMETRO - Con l'abbuffata-Cheptegei nel 2020, i 5000 e i 10.000 metri maschili difficilmente torneranno a farsi sotto in quota primato. Tra le donne, una gara costruita su misura può aggiornare il limite dei 5000, appena ritoccato dalla Gidey, con Sifan Hassan co-candidata firmataria. Nel mezzofondo veloce, i record attuali maschili sembrano ancora fuori portata. Per quelli femminili, aspettiamo di conoscere l'agenda della coppia Hassan-Kipyegon sul miglio metrico. Come già accaduto all'olandese, anche la keniana potrebbe decidere di considerare seriamente uno sconfinamento sui 5000, auspicato da palati fini.

UN UOMO CONTRO SE STESSO - Dopo i quasi due secondi scavati tra sé e il resto del mondo (e di quel che ne restava) nel 2020, per il norvegese Karsten Warholm nel 2021 si presenta l'occasione olimpica, dopo un doppio titolo di campione iridato dei 400hs, per puntare all'abbattimento del più vecchio record maschile delle corse, quello di Kevin Young. Sfiorato nel 2020, senza alcun pungolo se non il proprio, chissà che - con il ritorno dei Benjamin e dei Samba nelle corsie a fianco - si gridi al primato che lo scandinavo ha dimostrato di valere e meritare.

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