4x100: "E adesso il record"
Una nuova ambizione si legge nelle parole degli azzurri della 4x100, dopo il sesto posto ottenuto in finale con 38.54: "Ci siamo confermati - esordisce Fabio Cerutti - sul crono di ieri. Senza quel cambio sbagliato avremmo fatto il record italiano. Dobbiamo lavorare su quello per limare quei due decimi che ancora ci mancano". "Abbiamo riportato la tradizione della staffetta italiana in una finale internazionale - ribadisce Simone Collio - era dalle Olimpiadi di Sidney che un quartetto azzurro non ci riusciva e di questo dobbiamo ringraziare ancora il prof. Di Mulo. Da sottolineare il fatto che quest'anno anche se i cambi non sono perfetti, corriamo tutti veloci. Peccato per quel cambio lungo, ma Emanuele è un vero agonista e anche oggi in gara ha accelerato come un treno. Il primato italiano? Speriamo di poterci riprovare venerdì prossimo al Meeting di Zurigo". "Sì, in gara mi trasformo - commenta Di Gregorio - questa stagione iniziata con il bronzo agli Euroindoor è stata eccezionale. Significa che dopo tutti i sacrifici fatti in questi mesi per allenarmi, ora posso dire che ne è valsa la pena". "Sono venuto a Berlino quasi con zero possibilità di correre - conclude Donati - poi dai test in allenamento di questi ultimi giorni sono arrivati ottimi riscontri ed è maturata la decisione di schierarmi in prima frazione. Ho corso questo Mondiale nelle migliori condizioni e al top della forma. Eravamo una formazione inedita, poi ci siamo guardati in faccia e tra di noi è scattato qualcosa. Sappiamo che nella prova individuale abbiamo solo certe possibilità, ma puntando e lavorando sulla staffetta possiamo fare qualcosa di buono".
Oggi a Berlino ha fatto una gran cosa la "piccola" Silvia Weisstener. Eppure a caldo quel settimo posto che, dietro a keniane ed etiopi, fa dell'altoatesina la prima delle europee al mondo sui 5000, lei lo racconta con la semplicità e la modestia che da sempre le appartengono: "E' stato bello oggi, me la sono proprio goduta. Ci ho provato fino alla fine perchè ci credevo, superando pure la piccola delle sorelle Dibaba. A Osaka ero arrivata dodicesima, qui puntavo a fare meglio e questo settimo posto è troppo bello. Ho corso in 2'52" l'ultimo mille che per me è qualcosa di ottimo. A giugno non avrei mai pensato ad un risultato del genere. Avevo problemi al ginocchio destro e ho potuto fare solo lavori di corsa in acqua e bici grazie a cui, però, mi sono ritrovata più veloce. Lo devo al mio allenatore Ruggero Grassi, alla Federazione che mi ha dato fiducia e mi ha portato a Berlino anche se non avevo il minimo A, al mio club, la Forestale, e alla mia famiglia che mi sta sempre dietro. Per gli Europei di Barcellona penso ancora ai 5000, intanto correrò i 3000 al Meeting di Rovereto e poi vediamo".
"E' uscita una bella gara, sono tornato a confrontarmi con il mondo - afferma con convinzione Giuseppe Gibilisco - La considero una bella rivincita contro chi diceva che Gibilisco era finito e, invece, Gibilisco è arrivato qui in finale ai Mondiali. Mi manca di ritrovare quella dimestichezza con misure alte. In gara oggi, tra l'altro, ho sentito il bicipite femorale sinistro che un po' tirava e non riuscendo a correre bene, non ho potuto utilizzare aste più dure. L'importante è essere tornato allegro e avere voglia di fare. Ed io voglio tornare a saltare in alto. Riparto da qui per finire la stagione, anche se devo ancora decidere le prossime tappe. Spero che l'atletica ritrovi la forza di un investimento per i suoi atleti e per i giovani".
Ha la solita grinta da agonista Clarissa Claretti: "Insomma, se una fa 5 lanci oltre i 70 metri, possibile che ne non esca uno con quei 2 metri in più? Io so di avere nelle braccia queste misure - aggiunge la martellista dell'Aeronautica - oggi poteva essere la volta buona per farlo. Un po' di rammarico ce l'ho, ma francamente è stata una gara di un livello altissimo con tanto di record del mondo. Il mio tecnico Gino Brichese dalla tribuna continuava a ripetermi che dovevo solo tirare di più nel finale e metterci più cattiveria. Ci credevo, l’obiettivo era fare il primato personale per arrivare il più in alto possibile.
Agli Europei l'anno prossimo non cambierà molto, in meno rispetto a qui avrò solo le due americane e la cinese. Lo ripeto, la media di questa specialità è cresciuta molta e i picchi pure. Ora World Athletics Final a Salonicco, qualche meeting e la finale dei CdS a settembre".
a.g.
Nella foto in alto, gli azzurri della 4x100, in quella in basso la martellista Clarissa Claretti (Giancarlo Colombo per Omega/FIDAL)
- Le foto dell'ottava giornata / Photos
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