Addio Jim Hines, primo uomo sotto i 10 secondi

05 Giugno 2023

Mito della velocità, 9.9 a Sacramento nel 1968 e poi campione olimpico a Città del Messico: si è spento a 76 anni

di Fausto Narducci

La morte di Jim Hines, primo uomo della storia a scendere sotto il muro dei 10 secondi, è una di quelle notizie che lascia attonito il mondo dell’atletica. Un mito, ma anche qualcosa di più, che scompare. In fondo l’evoluzione dell’atletica è costituita da muri, traguardi simbolici a carattere numerico che l’uomo nel corso della storia ha raggiunto e superato. E visto che il principale mito dell’homo athleticus è la velocità non c’è dubbio che la barriera dei 10.0 nei 100 metri abbia rappresentato le colonne d’Ercole delle due ere più importanti dell’atletica. L’uomo che corre più veloce potrebbe essere paragonato all’uomo che salta più in lungo o più in alto o, per i più raffinati, al primo uomo sceso sotto i 4 minuti nel miglio. Ma è contro quella insormontabile barriera dei 10 secondi sui 100 metri che si scatenò a inizio anni Sessanta una caccia senza esclusione di colpi che produsse ben 10 prestazioni con cronometraggio manuale arrotondati a 10.0 e omologati come record del mondo. Fra questi c’era anche Jim Hines, studente ben dotato (1,83x79 kg) della McClymonds High School di Oakland e poi della Texas University, anche se il suo 10.17 ottenuto nel ’67 a Modesto era intrinsecamente superiore al 10.06 del mitico Bob Hayes all’Olimpiade di Tokyo ’64.

Primo 9.9 e primo 9.95
Ma era nell’aria che sarebbe toccato al velocista nato nel ’46 in Arkansas l’onore di abbattere la barriera che aveva respinto ben 10 aspiranti sub-10. Quale occasione migliore dei Trials olimpici di Sacramento dove il 20 giugno 1968, a livello strettamente cronologico, Hines divenne il primo uomo a scendere sotto i 10 secondi: vinse infatti la prima semifinale con 9.9 (10.03 elettrico) precedendo Ronnie Ray Smith sempre con 9.9 (10.14 elettrico) per poi essere eguagliati sempre con 9.9 nella seconda semifinale da Charles Greene (10.10) che era la vera bestia nera di Hines. Ma ad Hines, sia pure primo uomo a scendere cronologicamente sotto i 10.0, quel primato condiviso non bastava, e infatti rimase da solo nella lista dei record nella finale olimpica di Città del Messico vincendo ancora in 9.9 ma con un 9.95 al centesimo che a distanza di tempo aprì la nuova lista dei primati elettrici che mandò in soffitta quelli manuali.

Poco personaggio
A tutti gli effetti Jim Hines in quel 1968 divenne il primo uomo a scendere sotto la mitica batteria e guidò la 4x100 americana all’oro con un altro record mondiale (38.24) eppure non divenne mai un vero personaggio anche se ci vollero ben 14 anni e otto mesi perché Calvin Smith migliorasse con 9.93 a Colorado Springs (sempre in altura) quel primato. A Città del Messico, nonostante le sollecitazioni, Jim Hines rimase abbastanza defilato rispetto alle contestazioni del Black Power che portarono al celebre pugno guantato di Tommie Smith e John Carlos sul podio dei 200 e a qualcosa di simile da parte di Lee Evans su quello dei 400. In realtà l’opera di Jesse Owens, schierato con la dirigenza bianca, di convincere i fenomeni dello sprint a limitare gli effetti del Black Power solo sul campo di gara, con il mite Hines ebbe buoni effetti. Tanto più che il vero sogno del velocista della Texas University allenato dal pluri-olimpionico di Melbourne ’56 Bobby Morrow era quello di passare al football professionistico. Purtroppo sia con i Miami Dolphins sia con Kansas City l’uomo più veloce del mondo dimostrò di aver scelto la strada sbagliata distinguendosi come “uno dei peggiori giocatori di football della storia” (almeno rispetto alle aspettative).

Un colpo decisivo alla sua fama. Rimasto fuori dalla grande atletica di Jim Hines, primo uomo a scendere sotto i 10 secondi, non abbiamo sentito più parlare fuori dal mondo dei college. Finché domenica sera in Italia è trapelata attraverso i social la notizia che non avremmo mai voluto leggere: Jim Hines era morto sabato 3 giugno a 76 anni senza che siano stati forniti ulteriori dettagli. A ben vedere di quella che è stata la vita di Hines sappiamo ben poco: la sua fama si è dileguata con la stessa velocità con cui aveva realizzato l’impresa delle imprese.

SEGUICI SU: Instagram @atleticaitaliana | Twitter @atleticaitalia | Facebook www.facebook.com/fidal.it



Condividi con
Seguici su:

Pagine correlate