Allievi, completamento della seconda giornata
La seconda giornata della rassegna tricolore degli allievi ha lasciato l’impressione di una buona vivacità. E’ chiaro che l’impresa di Erica Marziani (in azione nella foto in basso/Claudio Petrucci), arrivata alla fine della riunione, ha un po’ condizionato i giudizi, ma non sono mancati altri temi d’interesse. Tecnicamente, una delle gare più interessanti è stata quella del lungo maschile, anche perchè ha confermato quella vitalità nel settore dei salti orizzontali che avevano già notato venerdì a proposito del lungo: anche in questo caso possiamo parlare di profondità partendo da livelli dignitosi, con quattro atleti nella stessa finale al di sopra dei 7 metri. E, come nel triplo della prima giornata, alle prestazioni di atleti che avevano partecipato a manifestazioni titolate durante l’estate – come il siciliano Giuseppe Di Gregorio (vincitore con il personale a 7.13, vento +1.3, ma eliminato nelle qualificazioni mondiali a Marrakech) o come Fabio Buscella (argento all’EYOF nel triplo, la specialità che ha regalato al chivassese la maglia tricolore, ora 7.08 di lungo) – è corrisposta la reattiva riscossa degli esclusi: venerdì sera l’ascolano Edoardo Vanni, miglioratissimo nel triplo – e ieri il romano di Ostia Emanuele Catania, figlio d’arte (il papà Giuseppe, che lo allena, è stato buon saltatore delle Fiamme Gialle negli anni ’80) e capace di confermare con 7.07 (+1.4) il suo recente personale di 7.09. Sia Vanni, sia Catania, esclusi a luglio dalle selezioni per EYOF e Mondiali, sono stati “ripescati” dal settore tecnico federale per la nazionale juniores di Marsiglia a inizio agosto e in questa fase finale della stagione hanno trovato le capacità per migliorarsi. Nel lungo femminile, disputato in mattinata, è stato godibile il duello all’ultimo salto tra la padovana Eva Facco e la friulana Silvia Lepore: la prima, con il personale di 5.86 che le ha dato il successo, ha fatto contento il suo tecnico, che altri non è se non Giovanni Evangelisti, forse il più grande specialista italiano di ogni epoca, ovviamente presente a lato della pedana di Rieti. Completando il discorso sui salti, un livello non così elevato è da registrarsi invece in altre gare. Ieri, nel salto in alto, femminile – per quanto nobilitato dai progressi personali di Serena Capponcelli (1.74 per questa altissima specialista dei multipli) e di Giulia Caccin – si è comunque avvertita l’assenza di Monica Cuperlo, ancora ferma per infortunio. E, allo stesso modo, i discreti miglioramenti degli astisti non possono mascherare i problemi di una specialità molto lontana dai livelli internazionali della categoria: vittoria al toscano Michele Vita con 4.40, ma c’è da segnalare soprattutto il 4.35 dell’umbro Matteo Costanzi, al primo anno di categoria. E anche qui era assente quello che sarebbe stato il naturale favorito, Lorenzo Catasta. Uno dei personaggi della seconda giornata è stato il romano Francesco Cavazzani, arrivato al successo di misura sul toscano Cappetti nei 400 ostacoli: per entrambi c’è stato un nettissimo primato personale (54.01 contro 54.05). Cavazzani, allenato da Luca Grandinetti – tecnico che, da giovanissimo, fu ottimo specialista delle barriere intermedie – rappresenta un caso particolarissimo: oltre a primeggiare nello sport è anche un piccolo genio della matematica, tanto che di recente ha partecipato alle Olimpiadi della materia che si sono svolte in Messico, risultando il secondo degli studenti italiani presenti. A completamento del discorso sulle gare di mezzofondo della seconda giornata, segnate dal successo degli allievi di Giorgio Rondelli, diamo qualche dettaglio in più. La siepista Paola Prima, alla fine sofferta vincitrice della sua gara, aveva invece accumulato nella prima parte un vantaggio nettissimo, frutto di un veloce passaggio (3:27.03 a metà percorso): evidente l’intenzione della 16enne milanese di migliorare il suo recente primato italiano dei 2000 siepi, salvo poi essere pericolosamente rimontata da Tauria Samiri. Questa ragazza abruzzese, in realtà nativa di Khoribga (città marocchina vicino Casablanca), potrà chiedere tra pochi mesi la cittadinanza italiana, essendosi trasferita con la famiglia a Gioia dei Marsi, a 35km da Avezzano (dove si allena con Giuseppe Cardinale) fin dal ’96. Più o meno lo stesso discorso di Raphael Tahary (foto in alto/Claudio Petrucci), dominatore dei 3000 metri, che vive ad Erba dal ’94 con i genitori di origini tunisine e potrà iniziare le pratiche della naturalizzazione il prossimo anno. Poco da aggiungere sul dominio della scuola pugliese nelle due prove di 800 metri, controllate dall’inizio alla fine da Anna Maria Porcelluzzi e da Giovanni Bellino: la prima aveva tentato la stessa tattica l’anno scorso a Cesenatico, ma alla fine era stata rimontata da due rivali, mentre stavolta non ce n’è stato per nessuno. Bellino ha fatto il vuoto a metà del rettilineo opposto e ha vinto senza patemi. Entrambi avevano partecipato senza troppa fortuna ai Mondiali di Marrakech: eppure avrebbero potuto aspirare in quell’occasione ad una semifinale, ma la carenza d’esperienza li ha privati anche di quella soddisfazione, uscendo senza gloria in batteria. A Rieti si sono parzialmente ripagati. Nei lanci, forse la gara tecnicamente più valida è stata quella del martello allieve: ma a vincere è stata una ragazza di origini albanesi, Jeta Sokoli, che – a dispetto una lunga permanenza ad Asti con la famiglia – non ha ancora la possibilità di diventare cittadina italiana e vestire la maglia azzurra. Per lei c’è stato comunque un eccellente miglioramento a 52.05, battendo la finalista dei Mondiali “under 18” Azzurra Di Ventura. Il peso, risoltosi con la vittoria di Marco Zecchi – il papà Bruno era stato ai suoi tempi primatista italiano di tutte le categorie giovanili – ha dato sussulti solo per il fatto che una soluzione è arrivata sul filo dei centimetri, per la verità uno solo (16.87 contro 16.86) nei confronti del pontremolese Jonathan Pagani, 16enne dal gran fisico. Inferiore alle attese il livello del disco, vinto dal lanciatore cremonese – dell’Interflumina Casalmaggiore – Leonardo Favagrossa con 47.54: il lombardo, già azzurro a Marrakech, aveva superato più volte in stagione i 50 metri.
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