Almeria, una pioggia di medaglie per l'Italia
Poker di medaglie d’oro per l’Italia dell’atletica ai Giochi del Mediterraneo. Ben quattro titoli (tutti al femminile) sono arrivati insieme a cinque medaglie di bronzo, in una giornata davvero felice per la spedizione azzurra. A vincere sono state Fiona May nel lungo (6,64, vento +0.5), Benedetta Ceccarelli nei 400 ostacoli (55.76), Elisa Rigaudo nei 20 km di marcia (1h32:44), e Cristiana checchi nel getto del peso (con un super 18,59 che vale anche il visto per i Mondiali). Sul gradino più basso del podio sono invece finite Monika Niederstaetter nei 400 ostacoli (56.38), Chiara Rosa nel peso (17,34), Marco Torrieri nei 100 (10.46), Michele Didoni nei 20 km di marcia (1h26:06) e, in chiusura, Silvia Weissteiner nei 5000 metri (15:28.55). Fiona May è certamente la donna copertina della giornata. Ha vinto in maniera netta, convincente, superando le due spagnole Niurka Montalvo (6,55, +0.6) e Concita Montaner (6,49, +0.1), con l’altra azzurra in gara, Ilaria Beltrami, finita al quarto posto con 6,31 (serie: 6,19; 6,25; 6,26; 6,31; 6,30; N). “Sono felice – le parole di una sorridente Fiona – erano due anni e mezzo che mancavo da un podio internazionale. Questa è la mia undicesima medaglia d’oro in carriera, e la dedico certamente a mia figlia Larissa. Non ero riuscita a dedicarle nulla finora, ci voleva questa vittoria. Mi sono piaciuta in gara, ho saltato bene, e sono anche arrabbiata per almeno un paio di nulli, davvero molto lunghi. Velocità, forza, determinazione, oggi c'era tutto”. Il futuro, a questo punto, con il minimo B per i mondiali finalmente ottenuto (questa la serie completa: 6,49; 6,64; N; 6,56; N; N), diventa un punto interrogativo. “Non so, devo pensare. Ne parlerò con Gianni, mio marito, e decideremo insieme. Ora però non voglio farmi domande, voglio solo godermi questo successo: è da tanto che lo inseguivo, sono proprio felice”. Battere la Montalvo in Spagna, sei anni dopo il Mondiale di Siviglia, ha un ulteriore valore per Fiona: “Ah, certo. Proprio una bella soddisfazione...”. Benedetta Ceccarelli è stata superlativa. Partendo con le avversarie dirette – la spagnola Olivero e l’altra azzurra Monika Niederstaetter – dietro di sè, aveva scelto di buttarsi a capofitto nella corsa, contrariamente alle sue abitudini. E così è stato. La Olivero, che aveva fatto sfracelli in batteria, ha accumulato metri di vantaggio, fino a presentarsi sul rettilineo ampiamente al comando. Da dietro, però, le due azzurre hanno cominciato a rimontare, e la Ceccarelli, scesa dall’ultima barriera, ha divorato i restanti quaranta metri, ingoiando anche le avversarie. “Lo avevo scritto via sms al mio allenatore – racconta l’azzurra – proverò a partire forte, visto che le migliori sono nelle corsie dietro di me. Ci sono riusctia, ma mi sono piaciuta soprattutto nel finale, quando ho sentito il boato del pubblico per la spagnola. Mi sono gasata e ho dato tutto per riprenderla”. Il bronzo soddisfa solo relativamente Monka Niederstaetter: “E’ stata una gara strana, sinceramente pensavo di aver fatto meglio del 56.38. Ma il terzo posto non è comunque da buttar via”. Subito dopo, è arrivata la medaglia d’oro di Cristiana Checchi nel peso, che ha centrato il personale in una occasione di rilievo. La misura è di quelle importanti: un 18,59 che vale anche la promozione piena – minimo A – ai Mondiali di Helsinki, in una serie contraddistinta da un solo lancio valido e cinque nulli. In Finlandai avremo a questo punto ben tre pesiste: Rosa, Legnante e Checchi. “Sì, questa è una misura che sapevo di poter raggiungere – racconta l’azzurra – e sono felice di essere riuscita a centrarla in una manifestazione internazionale come i Mediterranei. Dopo i problemi alla mano dell’inverno non è stato facile recuperare la forma. Ora però credo di esserci riuscita in pieno”. Terzo posto e medaglia di bronzo anche per Chiara Rosa, con 17,34: “Non ne avevo più – dice la veneta, alludendo al suo exploit di domenica scorsa a Bressanone, dove ha ottenuto 18,71 – qui è andata fin troppo bene!”. L’oro soddisfa – e non potrebbe essere altrimenti – anche Elisa Rigaudo. La piemontese ha lasciato sfogare le spagnole Vasco e Pascual per tre quarti di gara, prima di effettuare il cambio di marcia decisivo. “Il percorso era molto duro, in più io sono in piena preparazione per il Mondiale di Helsinki. Il tempo finale (1h32:44) è relativo, qui contava solo vincere. Ci sono riuscita”. I 100 metri al maschile hanno una doppia lettura. Alla gioia per il bronzo di Marco Torrieri, va accostato infatti il disappunto per la vittoria – più che probabile – buttata da Luca Verdecchia. Il marchigiano, apparso nettamente il più in palla nel lotto dei partenti, dopo aver commesso una falsa partenza, ha finito per sbagliare completamente l’accelerazione del via valido, perdendo almeno un paio di appoggi e presentandosi dunque attardato alla fase lanciata. Al contrario, Torrieri ha saputo approfittare della situazione, piombando sul traguardo con il greco Petridis, e soffiandogli il bronzo per pochi millesimi di secondo (10.46 per entrambi). Vittoria per lo sloveno Osovnikar, alla doppieta dopo l’oro dei 200. Nella gara al femminile, vinta dalla francese Mang in 11.44 (vento +0.5), ottavo posto per Daniela Bellanova in 11.85. Sfortunata Micol Cattaneo: dopo la semifinale corsa in 13.61 (-0.5), è arrivata la squalifica per falsa partenza in finale (oro alla spagnola Glory Alozie, in 12.90, vento –0.9). Silvia Weissteiner è stata protagonista dei 5000 metri. L’altoatesina dapprima ha sollecitato l’andatura (9:23 ai 3000), poi ha saputo reagire al cambio di ritmo delle avversarie, recuperando negli ultimi seicento metri l’algerina Souad Ait Sale, e centrando anche il primato personale (15:28.55). Una prova di grande efficienza, che conferma quanto di buono già evidenziato quest’inverno negli Euroindoor di Madrid (quinta con il personale di 8:56.27). Nel buio del mezzofondo azzurro, una luce più che fioca. Nei turni eliminatori, promozione alla finale dei 400 per Edoardo Vallet, secondo nella sua batteria in un buon 46.62, che ha contribuito anche alla eliminazione del favorito numero uno, lo spagnolo Canal. Bocciato invece Luca Galletti, malgrado il discreto 46.86 conclusivo. Marco Sicari
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