Amarezza Martinez, è quinta con 14,67



Non c'è il podio, al termine della strada percorsa da Magdelin Martinez in questo Mondiale indoor. L'azzurra ha chiuso al quinto posto la finale del salto triplo di Budapest, con una miglior misura di 14,67 (serie: 14,67; 14,50; 14,50; 14,50; 14,63; N), quattordici centimetri in meno rispetto a quanto ottenuto ieri nella qualificazione, il 14,81 del nuovo record italiano. Risultato che, ripetuto in questa circostanza, le avrebbe consegnato il bronzo. La gara è stata statosferica, con la russa Tatyana Lebedeva a dir poco scatenata, capace di migliorare il record del mondo di ben 20 centimetri (fino a 15,36, prec. 15,16 di Ashia Hansen, realizzato a Valencia il 28-2-98), e di ottenere una serie completa di salti oltre i quindici metri (15,16wr=; 15,25wr; p; 15,15; p; 15,36wr), con due primati stabiliti e uno eguagliato. Dietro di lei, però, le medaglie sono rimaste su livelli abbastanza abbordabili, con Yamile Aldama seconda a 14,90 e la greca Hrysopiyi Devetzi, relativa sorpresa, bronzo con 14,73. Tra il podio e la Martinez, si è poi inserita anche la giamaicana Trecia Smith (14,71). "Non sono felice del risultato, certo - il commento dell'azzurra - anche se credo di aver lottato, dato il massimo in pedana. La serie finale in fondo non è male, con quel 14,50 ripetuto tre volte. Non ero nervosa, questo no, ma sicuramente ero molto più attenta ai particolari, alle cose da fare, e quindi finivo per forzare. La Lebedeva non mi ha sorpreso: nel corso di tutto l'inverno ha ottenuto risultati di grandissimo livello, oggi ha fatto solo quello che doveva". Simona La Mantia non ha ripetuto la sua piccola impresa di ieri, che le aveva regalato due record Under 23, fino a 14,45. Oggi si è fermata a 14,14 (serie: 14,09; 13,97; 14,14), misura che l'ha piazzata all'undicesimo posto in classifica. "Ma va benissimo così, per me resta la finale mondiale, il piazzamento odierno va comparato al diciassettesimo posto dell'anno scorso a Parigi. Il progresso è netto, e io sono contenta". Fa benissimo ad esserlo. Sorriso a metà per Andrea Giaconi. L'ostacolista reggiano ha corso la semifinale dei 60 a tempo di primato personale, 7.66, chiudendo al quarto posto e finendo non lontanissimo dall'ingresso in finale (sarebbe servito far meglio di 7.61). "Sono contento per il tempo finale, certo - il commento di Giaconi - ma se guardo indietro alla mia stagione invernale, sono un po' dispiaciuto, l'infortunio di gennaio mi ha fatto perdere tempo prezioso. Sto entrando in forma solo adesso che la stagione sta finendo. Vuol dire che terrò questo lavoro come base per l'estate: voglio correre nuovamente vicino ai miei limiti (il record nazionale dei 110hs, 13.35, ndr), è il mio obiettivo per la stagione outdoor". m.s.


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