Ancona, ultima chiamata per Mosca



E’ l’ultima chiamata. Senza possibilità di appello. In estrema sintesi: chi vuole andare a Mosca (intesa come sede dei Campionati del Mondo indoor, manifestazione in programma dal 10 al 12 marzo prossimo), e non ha ancora realizzato il minimo d’ammissione, ha a disposizione una sola chance: i Campionati Italiani Assoluti, che si svolgeranno sotto il tetto del Palaindoor di Ancona nel prossimo fine settimana. E non sono pochi, ad essere ancora sulla graticola. Compresi quelli che, pur avendo ottenuto il via libera formale, devono fare i conti con “l’anzianità” del proprio risultato o con la concorrenza interna nella specialità (ai Mondiali andranno solo due atleti per nazione in ogni gara). Uomini Nei 60 metri, in due hanno ottenuto il lasciapassare: la coppia delle Fiamme Gialle composta da Stefano Dacastello e dal suo compagno di allenamenti (sotto la guida di Milvio Fantoni) Koura Kaba Fantoni. Un solo centesimo li divide, 6.66 contro 6.67, ma in effetti, nel loro caso, Ancona potrebbe risultare decisiva. Intanto, perché è giustamente richiesta una conferma di questa prestazione (e il Kaba dei giovanili di ieri non è apparso molto convincente in tal senso), ma anche perché non è da escludere il ritorno di qualche avversario, a cominciare dal catanese Francesco Scuderi (Fiamme Azzurre). Insomma, i giochi sembrano tutt’altro che fatti. Christian Neunhauser (Forestale) ha ottenuto il via libera nei 1500 metri, con un interessante 3:42.08: ad Ancona ci si attende da lui una prova che supporti il dato cronometrico (ieri 1:49.10 a Lipsia). Gli ostacoli vedono il capolista stagionale Andrea Giaconi (Fiamme Gialle) al di là del minimo (7.72 il risultato dell’azzurro, contro il 7.75 richiesto); anche in questo caso, ad Ancona, è richiesta solo la classica prova di efficienza. L’alto è certamente la specialità di punta dell’inverno italiano. I due gemelli Ciotti, Nicola (Carabinieri) e Giulio (Fiamme Azzurre), hanno convinto ed in qualche occasione anche entusiasmato, salendo a quota 2,31. Nicola lo ha già fatto due volte, andando anche a vincere sabato sera a Novi Sad (a proposito, nella circostanza va ricordato il terzo posto per Giulio, con 2,25). Andrea Bettinelli (Fiamme Gialle), bravissimo lo scorso anno agli Euroindoor di Madrid (sesto con 2,30), si è confermato nel corso di quest’anno, salendo a 2,28. Il problema sta nel fatto che solo due atleti per nazione sono ammessi al Mondiale, e quindi, per forza di cose, lo scontro diretto di Ancona risulterà decisivo (anche se si può dire che Nicola sia praticamente già certo della convocazione). Per l'escluso, è già pronta la convocazione nella Coppa Europa Indoor di Lievin. Giuseppe Gibilisco (Fiamme Gialle) è certamente un uomo difficile da discutere. Campione del mondo a Parigi, bronzo olimpico ad Atene, l’astista siracusano è atleta a cui si può concedere anche l’assenza di conferme (per la cronaca, il minimo mondiale, posto a 5,65, Gibilisco non l’ha ancora ottenuto). E' una questione di palmarès, ma non solo: contano la serità, l'innegabile dedizione al lavoro. Minimo di ammissione a parte, però, qualcosa da dire ci sarebbe. Due gare su quattro concluse senza misura, infatti, rappresentano un sonoro campanello d’allarme. E certe conseguenti (?) scelte di preparazione (probabilmente più subite che proposte), appaiono abbastanza singolari: Gibilisco volerà mercoledì nella gelida Malmoe, per allenarsi laggiù fino al Mondiale. Fiducia concessa, per i motivi di cui sopra. Ma, ovviamente, fino a prova contraria. Il salto triplo ha visto il ritorno a grandi livelli di Fabrizio Donato (Fiamme Gialle), capace del nuovo record italiano al coperto della specialità, portato a 17,33. L’aver chiuso oltre i 17 metri le due sole gare affrontate finora è un fatto, per di più di una certa importanza, nella valutazione del laziale. La pedana di Ancona, la stessa che lo ha pienamente rilanciato in questo scorcio d’inverno, potrebbe fornirgli nel weekend ulteriori certezze, alimento indispensabile per un atleta di vertice. Nella specialità sono in possesso del minimo (ottenuto nel 2005), anche Emanuele Sardano (Carabinieri) e Paolo Camossi (Fiamme Azzurre). Considerata l’annunciata imperfetta condizione del primo, sembra proprio Camossi l’uomo in rampa di lancio per il Mondiale. A patto però che fornisca una prestazione convincente, sia in termini di misure (obiettivo proprio il 16,80 del minimo) che agonistici. Andrew Howe (Aeronautica), per concludere il discorso al maschile, rappresenta la grande incognita in chiave azzurra. Il periodo di lavoro negli Stati Uniti si è concluso con un riscontro agonistico incoraggiante, il 7,94 di Fayettville; ma per il bi-campione del mondo junior di Grosseto 2004, le porte della rassegna iridata indoor si schiuderanno solo in caso di un balzo, ad Ancona, oltre gli 8,10 del minimo. Donne Il discorso relativo alle donne dovrebbe partire dal mezzofondo. Già, perché, al momento, nessuna velocista è stata in grado di correre al di sotto dei limiti richiesti dalla IAAF. L’unica ad esserci andata vicino è stata Elena Sordelli (Camelot), la migliore quest’anno sui 60 metri con 7.42 (richiesto un 7.37). Certo, potrebbe sempre accadere qualcosa di piacevole, però, al momento, la cosa sembra abbastanza improbabile. Bisogna ammetterlo: senza Manuela Levorato (rientrerà in estate), e con una Vincenza Calì ancora in via di ricostruzione, lo scenario non brilla per ricchezza di protagoniste. Nel mezzofondo, invece, come già accaduto nel 2005, le cose si muovono. Elisa Cusma (Esercito) è probabilmente la più bella sorpresa di questo inizio d’anno: il suo 2:01.87 negli 800 metri, oltre a rappresentare la seconda prestazione italiana di sempre alle spalle del record di Gabriella Dorio (2:00.85), vale anche la top ten mondiale 2006 (nono posto, ma con ben sei russe, particolare importante in chiave iridata). A farle compagnia, Alexia Oberstolz (Esercito), scesa sotto il limite IAAF di 2:03.50 (ha corso in 2:03.10) proprio sulla scia della compagna di club, a Vienna. Nei 3000 metri Silvia Weissteiner (Sv Sterzing Latella) può vantare il minimo d’ammissione grazie all’8:56.27 dell’europeo di Madrid 2005; finora si è mossa bene nel cross (vittoria ai societari di Macerata davanti all’ugandese Inzikuru) e anche su strada, ma al coperto non si è ancora fatta vedere. Ovvio che il DT Nicola Silvaggi le chieda una prova di efficienza, vicina in sostanza ai 9 minuti netti. Discorso simile per Margaret Macchiut (Fondiaria Sai, 60hs), capace di 8.14 nel 2005 ma ancora ferma a 8.22 quest’anno. L'alto mondiale torna a vedere un'azzurra in pedana: è Antonietta Di Martino (Fiamme Gialle), che ha ottenuto già due volte nel 2006 l'1,92 di ammissione. Con la speranza che l'incredibile serie di infortuni patiti dal 2001 al 2005 sia ormai nel dimenticatoio. Per Simona La Mantia (Fiamme Gialle), orfana per una volta della compagnia di Magdelin Martinez (che ha rinunciato alla stagione in sala), il minimo del salto triplo dovrebbe essere una formalità. La palermitana, già campionessa europea Under 23 lo scorso anno, vanta ovviamente una misura d’ammissione datata 2005; ma domenica, ad Ancona, si cimenterà in una gara che dovrebbe darle il via libera oltre i 14,10 richiesti. L’amicona di Simona, Chiara Rosa (Fiamme Azzurre), ha invece già confermato tutto sabato scorso a Schio, lanciando il peso a 18,13, oltre i 18 metri esatti richiesti. In questa specialità potrebbe aggiungersi Cristiana Checchi (Forestale), che vanta sì il minimo nella stagione 2005, ma che quest’anno non ha ancora superato i fatidici 18 metri (è ferma a 17,87). Marco Sicari Nella foto, Nicola Ciotti (Omega/FIDAL)


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