Andrea Longo, una frazione di 4x400 per ricomincia



C'era anche lui. Mimetizzato, seminascosto in una frazione di 4x400, ma c'era anche lui, Andrea Longo da Piove di Sacco, Padova, il corazziere del mezzofondo azzurro. La fase regionale dei Campionati di Società, snobbata dai vip veri - ma soprattutto da quelli presunti - dell'atletica italiana, ha visto l'esordio stagionale di uno degli uomini sulle cui sorti puntare in maniera decisa, in questa stagione 2006. E' stato bellissimo. Cosa? Gareggiare in quell'atmosfera, in mezzo a tanti amici. Per un motivo o per un altro, erano anni che non correvo a maggio, figurarsi in una fase regionale dei societari, con tutta quella gente. Anche di questo sono felice. L'impegno, però, non è stato dei più ardui. Beh, sì, è vero. Sono stato in dubbio fino a pochi giorni prima se correre o meno gli 800 metri, e alla fine ho preferito presentarmi al via della staffetta. Il fatto è che mi sono procurato un piccolo infortunio muscolare al polpaccio sinistro, tre settimane fa, e con il mio allenatore, Fabio Scapin, non abbiamo voluto rischiare. La stagione sarà lunga. Le cronache raccontano di un giro corso in 48", o giù di lì. Sì, assolutamente tranquillo. Eravamo in testa, ho corso da solo, cercando di rimanere quanto più fluido possibile. Non ho ancora ritmi veloci sulle gambe, ho lavorato soprattutto sualla quantità. Ora è arrivato il momento di cambiare, di cercare con insistenza la qualità. Sono fiducioso, conosco il valore di quanto fatto in inverno, prima in Sudafrica, quasi due mesi, fino a fine febbraio. Poi in Italia, passando anche per la magnifica esperienza di Bussolengo. Cosa è successo lì? Si è formato un bel gruppo di atleti, italiani e stranieri. Con me c'erano Bobbato, Neunhauserer, Sciandra, Rodia, e altri; poi, alla fine, si sono uniti anche i keniani Bungei e Yampoi. E' stato molto bello, stimolante. Credo che lavorare insieme ai grandi atleti sia motivante, ti permette di crescere. Tutti ne traggono dei benefici. C'è un obiettivo particolare, per questo 2006? Ovvio che ci sia: è l’Europeo di Goteborg, come potrebbe essere altrimenti? Ormai, per noi del vecchio continente, è una delle poche occasioni per mettersi in evidenza, a livello mondiale è sempre più complicato emergere. Il mio obiettivo è la finale, poi si vedrà. Gli avversari saranno tanti, da Borzakovskiy a Bahala, senza dimenticare gli spagnoli e qualche emergente dell’ultimo momento. E prima di Goteborg? Se sarò convocato, andrò a Firenze, con la nazionale (4 giugno, Italia-Cina-Russia, ndr). Poi, a Torino, al meeting internazionale (6 giugno, ndr). E poi sono costretto a fermarmi, perché è difficile trovare occasioni di confronto, meeting in Italia o accessibili all’estero. La Golden League? Non scherziamo: bisogna andare subito forte, oggi essere nella top ten mondiale degli 800 metri significa essere dei veri fenomeni. Ma c’è sempre il Golden Gala. E’ vero, e non ci rinuncerei per nulla al mondo. Gareggiare in quella atmosfera è qualcosa di magico, di straordinario. E’ un altro clou di stagione. Dell’Olimpico ho ricordi bellissimi, compresi quelli di un passaggio ai 400 metri da record del Mondo, qualcosa come 47”6 (edizione 1998, ndr). Già. Mi permetta un ricordo personale: eravamo in zona mista per i commenti del dopo-gara, e ci siamo accorti solo all’ultimo che El Guerrouj stava facendo il record del Mondo. Già, è vero, che roba…No, il Golden Gala è davvero unico, io ci tengo proprio. Correre accompagnati dall'urlo di tutto quel pubblico, che ti sostiene, che fa il tifo per te, non capita tutti i giorni. Cambiamo discorso. Che effetto fa la vita di coppia? Mi piace, e non è una frase di circostanza. Con Fabe ci completiamo, cercando soprattutto di non pesare troppo l’uno sulle spalle dell’altra: insomma, siamo una squadra ben affiatata. Per me è stato un grande cambiamento: a casa, diciamolo, ero una specie di piccolo principe, con la mamma che portava la colazione a letto.... Adesso ho fatto progressi: uso persino la lavatrice da solo…Sì, confesso, ho iniziato con un foglietto che riepilogava le istruzioni…Ma ora vado tranquillo… Altro argomento: abbiamo letto sui giornali che la causa intentata all’azienda produttrice di quel famoso integratore inquinato, che tanti guai le provocò, si è chiusa senza una vera e propria condanna. Mah, è un po' più complicato di così. Intanto, devo specificare che non si tratta dell’azione in sede civile, ma di quella penale. Sembra (e dico così perché non ci sono ancora le motivazioni della sentenza) che loro siano stati ritenuti sì colpevoli, ma non responsabili. Il che, da un punto di vista legale, è diverso. Per arrivare ad un risarcimento del danno, dovremo probabilmente percorrere la strada dell’azione civile. Ci vorranno anni. E’ probabile. Io però sono concentrato sull’atletica. Al momento, mi interessa solo correre forte. Marco Sicari

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