Andrew Howe pronto per la finale
E’ bastato un salto ad Andrew Howe per far conoscenza con la pedana di Grosseto: il primo balzo delle qualificazioni, misurato a 7.69, è stato sufficiente per guadagnarsi la finale in programma domani sera. L’azzurro si è poi fermato ancora qualche minuto per osservare le prove dei rivali, in particolare il primo salto del suo avversario nominalmente più accreditato, quel John Thornell che lo segue nella lista stagionale di categoria con 7.97. Anche per l’australiano la qualificazione si è dimostrata una formalità, primo salto a 7.76 e via in albergo. Poi i due si sono soffermati a scherzare come vecchi amici: “Ci conosciamo dai tempi di Debrecen (i Mondiali “under 18” del 2001) – ha confessato poi Andrew - ci siamo dati appuntamento per la finale, lanciandoci un guanto di sfida”. Poi Howe ha espresso soddisfazione per la pedana dello Stadio Olimpico: “Forse è anche migliore di quella di Rieti: solo qualche problema per il leggero vento contrario. Ma, all’occorrenza, per la finale si potrebbe anche saltare dalla parte opposta”. Adelina de Soccio è stata l’unica italiana presente nelle due finali odierne (nel peso maschile, vinto dal bulgaro Ivanov, Mannucci era uscito in qualificazione). Nonostante il nuovo personale, fissato a 16:51.12 - un miglioramento di oltre 13 secondi sul precedente – la molisana ha qualcosa da recriminare: partita in modo prudente, ha finito in piena spinta, sicuramente con qualche energia da spendere. Ma il pomeriggio è stato lungo e denso di eventi. Si è cominciato con le semifinali dei 100, dove è terminata la corsa di Maria Aurora Salvagno: un sesto posto con 11.88 (vento +0.6), risultato pregevole se si considera che la velocista sarda aveva recentemente fissato il suo personale a 11.83, vincendo il titolo di categoria a Rieti. Solo due le europee (una francese e una tedesca) che si presenteranno domani all’atto conclusivo dello sprint, dove le favorite dichiarate sembrano la statunitense Jasmine Baldwin e la rappresentante di Trinidad Wanda Hutson, entrambe specialiste di caratura tascabile. Gli uomini veloci, da parte loro, hanno già dato un saggio di quello che potrà avvenire nella finale di domani: l’antiguano Daniel Bailey e Demi Omole, americano di origini nigeriane (la famiglia si è stabilita nel Wisconsin quando lui era adolescente), sono stati i più veloci del turno, esprimendosi a livello di 10.19, ma anche Ivory Williams e il saudita Al-Gahes si propongono con ambizioni da medaglia. E’ uscito per un infortunio muscolare il secondo saudita Yahya Hassan, che a Sherbrooke 2003 aveva conquistato l’argento dietro il connazionale. Giallo nelle batterie dei 1500 metri, con il keniano Benson Esho - appena 17enne – implicato in due episodi controversi: prima uno sbilanciamento conseguente all’urto fortuito con l’azzurro Gilio Iannone (il mezzofondista avellinese è stato poi ritenuto responsabile e squalificato, dopo aver stabilito il personale con 3:47.88: il verdetto del Jury d’Appel è atteso per la tarda serata), quindi uno sgambetto ai danni dell’etiope Dinku. I giudici hanno invece considerato quest’ultima scorrettezza come frutto del caso più che della colpevole inesperienza del giovanissimo africano. Ovviamente i riflettori erano puntati soprattutto sul secondo keniano, Brimin Kipruto, già balzato agli onori delle cronache per aver corso i 3000 siepi in 8:05.52 al meeting di Hengelo. Il giovanotto non ha voluto correre i rischi del connazionale Esho e ha tenuto subito alto il ritmo della sua batteria, trascinando al ripescaggio diversi colleghi. Per la finale, spettacolo rimandato a giovedì pomeriggio. Ci ha provato, Alberto Bedin, superando 2.10 alla terza prova (lui che ha un personale di 2.12) a qualificarsi per la finale dell’alto: la misura sarebbe stata anche sufficiente per passare, ma il ripescaggio ha premiato solo gli atleti che erano riusciti nell’intento almeno al primo tentativo. Peccato. Grosseto ha tenuto a battesimo la prova dei 3000 siepi femminili a livello mondiale: distanza davvero dura e difficile da digerire soprattutto per atlete di questa fascia di età. Un impegno affrontato con grande coraggio e determinazione dall’alessandrina Valentina Ghiazza, la più giovane rappresentante azzurra a Grosseto (trasmesso evidentemente per via genetica dalla mamma, Flavia Gaviglio, più volte nazionale di mezzofondo, ancora in attività): per la piemontese, 16 anni e mezzo appena, è però arrivata la nuova miglior prestazione nazionale della categoria allieve con 11:15.20 (il precedente le apparteneva con 11:19.45). E anche la bergamasca Paola Bernardi Locatelli si è comportata in modo onorevole, arrivando non lontanissima dai propri limiti personali (11:12.64, a fronte dell’11:02.99 stagionale). Nelle qualificazioni del giavellotto, dominate a suon di primato nazionale juniores (55.51) dall’islandese Asdis Hjalmsdottir, non è apparsa al meglio la vicentina Silvia Carli (44.65). Chiusura con le batterie degli 800. Tra gli uomini, poco da fare per Fabio Bortolotti, che ha concluso lontano dagli avversari a 1:56.63. La veneta Anna Chiara Spigarolo, sotto gli occhi della mamma-allenatrice Gabriella Dorio, si è battuta ai limiti del personale (sesta con 2:10.85). Raul Leoni
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