Arese saluta Damilano: "Sarà ancora con noi"



Oggi a Torino il presidente della Fidal Franco Arese e il tecnico della marcia Sandro Damilano hanno incontrato la stampa per fare chiarezza sulla «separazione consensuale» avvenuta in questi giorni. Arese ha usato proprio queste parole, dopo aver ricordato che Sandro Damilano è il tecnico italiano che nella marcia ha collezionato più successi e in ogni caso la Fidal perde un uomo prezioso. Ma ha precisato: «In realtà lo perdiamo solo per una parte», perchè Arese ha consentito a Damilano di continuare ad allenare due atleti di punta come Rubino e la Rigaudo. «Ma non potevamo ostacolare le ambizioni del tecnico, in cerca di nuovi stimoli a un certo punto della carriera, lusingato da un contratto offertogli dalla federazione cinese». Il presidente ha aggiunto: «In ogni caso sono convinto che il suo distacco parziale resti una parentesi della sua vita di tecnico, fra due anni lo aspettiamo arricchito da questa esperienza. Fra di noi c'è sempre stato rispetto reciproco, perciò ci siamo venuti incontro dopo che mi sono premurato anche di sentire sulla vicenda il parere qualificato del CONI».

Damilano a sua volta è stato chiaro: «Dopo un'annata controversa con Alex sentivo il bisogno di allargare i miei orizzonti. Con Alex non ci siamo capiti bene, la colpa è anche mia perchè dopo il 2008 mi sono seduto più io di lui, una medaglia d'oro alle Olimpiadi rischia di mandare in tilt anche l'allenatore. Lui ha captato subito la situazione, il feeling si è affievolito. Rubino e la Rigaudo, sui quali faccio molto affidamento, non mi bastavano, dovevo affacciarmi anche altrove. La Cina mi aveva offerto un contratto da capocoach, ma non mi sono sentito di lasciare l'Italia. Perciò ho raggiunto un accordo per allenare sei loro atleti, che ho scelto io, a Saluzzo, nel centro che ora ha anche l'etichetta Iaaf».

Alla domanda se avrebbe rinunciato all'offerta cinese, nel caso Schwazer gli avesse chiesto di allenarlo ancora, ha aggiunto: «La richiesta non è arrivata, non posso saperlo. In ogni caso avevo bisogno di allargare i miei orizzonti, sono un tipo ansioso e preferisco avere tante frecce al mio arco. Schwazer invece vuole l'allenatore tutto per sè, come forse dal suo punto di vista è giusto. Quando ci siamo lasciati gli ho detto: tu non verrai più qui, ma se deciderai di venire ti prenderò solo per vincere l'oro a Londra 2012. Come si può chiudere la porta a un figlio?» E poi ancora su Rubino e Rigaudo: «Trarranno giovamento dal fatto di allenarsi con altri bravi come loro, ne sono sicuro».

Damilano infine ha ringraziato Arese: «La Fidal avrebbe potuto mettermi i bastoni fra le ruote, avevo ancora due anni di contratto, ma mi ha capito».

Gianni Romeo



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