Arese storico record a Oslo, Jacobs 10.03

30 Maggio 2024

In Diamond League cade dopo 34 anni il primato italiano dei 1500 di Genny Di Napoli, merito del 3:32.13 del mezzofondista piemontese. Il campione olimpico dei 100 al primato stagionale, 63,29 e terzo posto per Osakue nel disco

Il graffio di Arese, la svolta di Jacobs. È un’altra serata da record per l’atletica azzurra, a Oslo, nella sesta tappa della Wanda Diamond League. Cade dopo 34 anni uno dei più iconici primati italiani: Pietro Arese con 3:32.13 nei 1500 metri supera lo storico 3:32.78 di Gennaro Di Napoli realizzato a Rieti il 9 settembre del 1990, raggiungendo il primo dei suoi obiettivi stagionali, che faranno tappa soprattutto agli Europei di Roma (7-12 giugno) e in agosto alle Olimpiadi di Parigi. Successo per il norvegese Jakob Ingebrigtsen con il miglior tempo al mondo del 2024 (3:29.74). Tra gli azzurri può sorridere anche il campione olimpico Marcell Jacobs che torna su tempi di valore nei 100 metri con il primato stagionale di 10.03 (+0.4) a due giorni dal 10.19 di Ostrava: quarto posto con il miglior crono personale dall’agosto 2022, nella gara vinta dal sudafricano Akani Simbine in 9.94. Ottima terza piazza ai Bislett Games in Norvegia per Daisy Osakue nel disco con 63,29 (la cinese Feng Bin 67,89), quarta negli 800 Elena Bellò (2:00.05), settima Ayomide Folorunso al debutto stagionale nei 400 ostacoli (56.06). Incanta nei 5000 l’etiope Hagos Gebrhiwet, seconda prestazione mondiale della storia con 12:36.73. Il brasiliano Alison Dos Santos (world lead 46.63) batte il norvegese Karsten Warholm (46.70) in un fantastico duello nei 400 ostacoli. 

ARESE: “FRUTTO DELLA MIA MENTALITÀ” - “Vuol dire tanto - commenta Arese, torinese delle Fiamme Gialle allenato da Silvano Danzi a Varese, capace di togliere quasi un secondo al precedente personale di 3:33.11 realizzato ai Mondiali di Budapest nell’agosto scorso - Arrivare a far meno di una leggenda dell’atletica come Gennaro Di Napoli è qualcosa che mi è entrata dentro. Non posso che dire grazie a tutte le persone che erano con me in pista e mi hanno tenuto per mano per 1500 metri, quelle che ci sono e quelle che non ci sono più. Adesso con questi tempi si può ragionare per qualcosa di veramente buono: è tutto frutto della mentalità che ho sempre avuto di fare le cose un passo alla volta, senza strafare, sempre cercando obiettivi alla mia portata. Avere più di cento azzurri agli Europei sarà incredibile: 116 atleti che in questi anni hanno dimostrato di avere un grandioso spirito di squadra. Ci daremo tantissimo supporto a vicenda”. 

Un contatto quando mancano due giri al termine, con Arese nelle retrovie del gruppo, in mezzo al traffico. La sua gara, di fatto, comincia lì. Non si scompone, riprende a correre e inizia a guadagnare posizioni, a rimontare su un parterre di rivali da urlo. L’ultimo giro è energia pura, carattere, intelligenza, tutte peculiarità che fanno di Arese un esempio della nostra atletica, un modello da imitare per costanza e serietà. Il lungo inseguimento al record è terminato: tutti sapevano che prima o poi sarebbe arrivato, bisognava soltanto capire per mano di chi, considerata la densità di ‘miler’ azzurri che, va ricordato, si sono sfilati più volte il primato al coperto in inverno, da Ossama Meslek a Federico Riva, passando appunto per Arese. L’azzurro è ottavo, mentre lì davanti Ingebrigtsen, in tuffo sul traguardo, ribadisce la propria supremazia verso Roma (3:29.74 come nessuno al mondo quest’anno), tallonato dal keniano Timothy Cheruiyot (3:29.77). Terzo il francese Azeddine Habz (3:30.80), poi il portoghese Isaac Nader (3:30.84) e uno dei britannici che a Roma non ci sarà, Elliot Giles (3:31.06).

JACOBS: "TUTT'ALTRA GARA RISPETTO A OSTRAVA" - Un passo in avanti, netto, sostanziale, a una settimana dagli Europei di Roma 2024. Con 10.03 (+0.4) Marcell Jacobs firma il primato stagionale nei 100 metri, in un crono che mancava dall’agosto 2022 (9.95 agli Europei di Monaco di Baviera). Ostrava è dimenticata dopo appena due giorni, è tutt’altro Marcell quello dei Bislett Games rispetto al 10.19 di martedì, e ci sarà tempo prima dei Giochi di Parigi per andare a riprendere il sudafricano Akani Simbine, oggi leader in 9.94 davanti al giapponese Abdul Hakim Sani Brown (9.99). Terza piazza per il camerunense Emmanuel Eseme (10.01). Lo sprinter delle Fiamme Oro è quarto davanti allo statunitense Brandon Hicklin (10.05), sfortunato il britannico capolista europeo stagionale Jeremiah Azu, frenato da un fastidio muscolare a metà gara.

“Sono soddisfatto, è tutt’altra gara rispetto a Ostrava - le parole di Jacobs, prima di oggi 10.07 in stagione al Roma Sprint Festival dello stadio dei Marmi - Ho avuto feeling e sensazioni migliori, ma so che posso limare ancora un po’, perché non mi sono sentito al 100% e la fase di transizione non mi è piaciuta tantissimo. Per i primi 90 metri ho pensato soltanto a me stesso, negli ultimi 10 metri mi sono un po’ indurito. Dopo il 10.19 ero spaventato ma il mio allenatore mi ha tranquillizzato parecchio, mi ha fatto capire che è un processo. Europei, Olimpiadi, un passo alla volta. Ora lavoreremo sulla brillantezza. Intanto tra pochi giorni ci potremo divertire a Roma: il pubblico di casa sarà uno stimolo, invitiamo tutti allo stadio Olimpico perché ne abbiamo bisogno. Saremo 116 azzurri, tantissimi: questo fa capire quanto il movimento dell’atletica stia andando bene”.

ITALODISCO - Almeno un paio di buone notizie: la prima è che nel lancio iniziale indovina un 63,29 che non è lontano dallo stagionale di 63,48 fatto a Crema all’inizio di maggio. L’altra è che Daisy Osakue (Fiamme Gialle) sale sul ‘podio’ di una tappa di Diamond League e non è mai scontato riuscirci: soltanto la cinese Feng Bin (67,89) e la croata Sandra Elkasevic Perkovic (66,48) finiscono davanti all’azzurra, ma il grosso delle rivali europee, a una settimana da Roma 2024, le resta alle spalle. Nell’ordine, l’olandese Jorinde Van Klinken quarta con 63,16, la portoghese Liliana Ca quinta (62,69), la tedesca Claudine Vita sesta (61,69), settima la francese Melina Robert-Michon (61,57), ottava l’altra tedesca Shanice Craft (60,24). Nella serie di Osakue anche lanci da 62,89 (all’ultimo turno), 60,51 e 60,11. Quarto posto per una coraggiosa Elena Bellò (Fiamme Azzurre) negli 800 metri, un filo sopra i due minuti (2:00.05) nella gara dominata dalla sudafricana Prudence Sekgodiso (1:58.66). L’azzurra resta nella scia del gruppo che conta, composto anche dalla giamaicana Natoya Goule-Toppin (1:59.10) e dall’australiana Catriona Bisset (1:59.29). Non brilla all’esordio stagionale Ayomide Folorunso (Fiamme Oro), settima nei 400 ostacoli con un 56.06 che non le rende merito: tripletta giamaicana con Rushell Clayton (54.02), Andrenette Knight (54.63) e Janieve Russell (55.07).

FAVOLOSI 5000: GEBRHIWET SECONDO DI SEMPRE - È la seconda prestazione della storia nei 5000 metri. La sfodera un inarrestabile Hagos Gebrhiwet, trent’anni, un bronzo olimpico e due medaglie mondiali in carriera. Trema il record del mondo dell’ugandese Joshua Cheptegei, il 12:35.36 che resiste per poco più di un secondo, insidiato dal 12:36.73 dell’etiope che divora l’ultimo giro in un sensazionale 54.99 e stacca il connazionale Yomif Kejelcha (12:38.95) e l’ugandese Jacob Kiplimo (12:40.96), togliendo oltre cinque secondi al proprio limite personale.

DOS SANTOS BATTE WARHOLM, HUDSON-SMITH EURORECORD - Esaltante il faccia a faccia tra il brasiliano Alison Dos Santos e il norvegese Karsten Warholm. A Parigi non c’è nulla di scontato se il sudamericano è quello che dà una delusione al pubblico caro al ‘vichingo’: 46.63 vs 46.70, Dos Santos è più ‘wow’ nel rettilineo finale, Warholm scalza Sibilio in testa alle liste europee dell’anno, alle porte di Roma. Nei 400 metri cade il record europeo, di nuovo strattonato dal britannico Matthew Hudson-Smith, nel team GB per gli Europei della Capitale: il suo 44.07 avvicina il muro dei 44 secondi e alleggerisce di quasi due decimi il primato di 44.26 stabilito l’estate scorsa a Budapest. Tra le donne, nel giro di pista, la dominicana Marileidy Paulino si esalta con 49.30 e scende sotto i 50 secondi anche la polacca Natalia Kaczmarek (49.80). La statunitense Brittany Brown con 22.32 (-0.2) beffa l’ivoriana Marie-Josée Ta Lou (22.36) nei 200. Australiani i 3000 metri, griffati da Georgia Griffith in 8:24.20. Nel triplo 17,27 per Hugues Fabrice Zango (Burkina Faso, -0.1), nell’asta 5,82 per KC Lightfoot (Stati Uniti), disco con il 70,91 del lituano Mykolas Alekna (70,91). Domenica c’è Stoccolma, poi stop Diamond League fino a luglio, spazio a EuroRoma.

naz.orl.

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