Atletica e televisione, qualcosa si muove.
Qualcosa si muove. Sarà perché siamo nell'anno olimpico, sarà perché cresce la concorrenza, l'atletica in tv sembra vivere un momento di particolare vivacità. Lo spunto, ma solo quello, viene dalla trasmissione da parte di Mediaset (Italia 1, per essere precisi) del Meeting di Londra di questa sera, evento che riporta la nostra disciplina su rete commerciale italiana (ovviamente con segnale terrestre non criptato: per altre forme di trasmissione, il discorso non vale) dopo interminabili anni di assenza. Più di qualcuno avrà strabuzzato gli occhi - sicuramente lo ha fatto il sottoscritto -, nel corso di questi giorni, vedendo un promo d'atletica, costruito in puro stile Canale 5 (avete presente "Il grande tennis, la grande box, il grande golf" ecc. ecc. degli anni d'oro?) su una rete del biscione. Segnali di una inversione di tendenza? Possibile, anzi, probabile. Dal punto di vista di chi ama la "regina", decisamente auspicabile. Londra su Italia 1 (con commento di Giacomo Crosa, finalmente calato nella realtà che più gli è congeniale, quella del giornalista d'atletica, coadiuvato da Elio Locatelli) può essere considerata la punta dell'iceberg. La parte visibile, concreta. Ma sotto, altri segnali dicono che potrebbe esserci già una montagna, il cui cuore - malgrado da Milano smentiscano - sarebbe rappresentato dai diritti tv dell'accoppiata olimpica 2010-2012, per il momento non acquisiti dalla RAI. Ma che montagna? Everest o Terminillo? Vedremo. Per ora, mettiamo insieme altri indizi. Punto primo: è di ieri pomeriggio la controfirma da parte della FIDAL dell'accordo contrattuale con RAI per l'anno 2004. Non è roba da poco, e va spiegato perché. Se le cose, infatti, fossero lette limitandosi alla notizia nuda e cruda, ci sarebbe solo da sorridere (ma come, il 2004 è praticamente finito, e ora si firma il contratto???). In realtà, l'accordo con la Tv di Stato, seppur condizionato da infinite lungaggini burocratiche, ha un significato davvero notevole. Il valore economico è infatti nettamente superiore rispetto a quello 2003 (circa il 15% in più del corrispettivo di un anno fa, ammontante a 650.000 Euro). In più, a corredo delle condizioni economiche, sono state poste precise garanzie riguardo alla programmazione; quelle stesse garanzie che hanno portato sul terrestre sia i Campionati di Società sia gli Assoluti, passando attraverso i Campionati Junior e Promesse (10,38% di share nel pomeriggio sportivo del sabato, fantascienza per molti sport di squadra), e una trionfale produzione internazionale per i Mondiali Junior (16,83% di share sempre nel pomeriggio del sabato su RaiTre). Per non parlare di meeting e maratone, che hanno tutte (mediamente, è ovvio: il discorso è per forza di cose generale) conservato i loro spazi, in un contesto generale, parlando di sport, di palese difficoltà. Un esempio in positivo? Il meeting di Rieti, che andrà in diretta il 5 settembre su RaiTre, per quasi due ore (17-18.50), quando la storia recente del meeting di Sandro Giovannelli parlava di infinte discussioni, litigi sui palinsesti, con esiti quasi sempre deprimenti. Altro fronte. Continuiamo con i segnali della menzionata vivacità di questa stagione. La piattaforma digitale satellitare a pagamento Sky, sfruttando le incertezze RAI su questo fronte, ha fatto proprio per l'ennesimo anno il pacchetto Golden League (Golden Gala a parte, ovviamente: su quello c'è la RAI). Se nel 2003 il rapporto era stato portato in dote da Tele +, questa volta il Direttore Sport Giovanni Bruno, l'ex guida in casa RAI prima del'avvento di Francia, non si è fatto sfuggire l'occasione. Assicurandosi a prezzi davvero concorrenziali - la AMS, partner IAAF per marketing e broadcasting, è scesa a ben più miti pretese, dopo il "bagno" commerciale del 2003 - riunioni dal valore di Zurigo, Bruxelles, e Berlino, tutte poste sotto l'ombrello olimpico. Tutto questo malgrado Sky non proponga poi, nel resto della stagione, altra atletica. Segno inequivocabile che quel tipo di trasmissione fa ascolto, piace anche a chi non sottoscrive abbonamenti specifici, ed è dunque un investimento vincente. L'atletica deve esserene contenta della scelta di Sky, perché è un bel biglietto da visita. Per gli scettici, una considerazione: nella spietata legge della tv commerciale, non esistono forme di assistenzialismo, o di improvvisazione. Tutto è legato a ad un semplice quanto incontrovertibile rapporto costi-benefici. Ergo, la trasmissone su Sky, seppure avversata da chi non è cliente di Murdoch, va letta positivamente proprio da questo punto di vista. L'atletica piace, ecco perché Sky la compra. Proviamo ad esserne contenti, anche solo un po', guardando la parte di bicchiere mezza piena, per una volta. Ma la spinta vera al prodotto sport, e quindi, di riflesso, all'atletica (seppure per il momento solo in termini potenziali) è quella rappresentata da Sport Italia, il canale tematico diffuso con tecnologia analogica terrestre (e dunque, per quelli che faticano con il latinorum televisivo: visibile a tutti gratuitamente, senza parabola, lo avete già sul vostro tv). Sport Italia è nata il primo gennaio di quest'anno, sfruttando le frequenze lasciate libere da Tele + sul terrestre, e, soprattutto, il via libera dato all'operazione dal legislatore. Dopo un primo periodo di rodaggio, la banda di giovani giornalisti guidata da Bruno Bogarelli e, sul campo, da Antonio Costanzo (voce di Eurosport per l'Italia) sta cominciando a fare sul serio, sfruttando i diritti "pesanti" (vedi Coppa America di calcio) acquistati dal patron Angelo Codignoni, motore TF1 ed Eurosport. L'atletica italiana ha già fatto la sua comparsa su Sport Italia, grazie alla trasmissione di alcune autoproduzioni di gare non inserite nel contratto RAI. C'è grande interesse da parte di questa emittente per le maratone, prodotto probabilmente "in esubero" sulla RAI, ma comunque di grande appeal commerciale. In autunno una delle grandi prove su strada non trasmesse da RAI (che farà Carpi, Venezia, Milano e forse Firenze) potrebbe finire su Sport Italia (sarà il campionato Italiano di Palermo?), seppure, per il momento, ancora in autoproduzione. Con uno scenario 2005 che potrebbe riservare notevoli sorprese, ed un vero e proprio palinsesto dedicato. C'è anche un altro aspetto, che va probabilmente valutato, nella disamina del fenomeno. Aspetto rappresentato dalla crisi del dominatore degli ultimi anni: il calcio in tv. Crisi acuita prima dalla disfatta agli Europei di Portogallo, e poi riaffermata (meglio: sottolineata) dalle bordate dialettiche di Ciampi. Il Presidente della Repubblica ha interpretato il sentimento comune del Paese: basta con questa overdose di calcio, basta con questo calcio debordante e fuori dalle regole. Da qui, il tentativo, finalmente, di fornire un'alternativa, ovvero, di riportare attenzione sugli altri sport, che sanno offrire (come il calcio dilettantistico, del resto, meravigliosa palestra agonistica) ancora valori degni di questo nome. Ciampi andrà ad Atene per l'apertura dell'Olimpiade (non era mai accaduto prima) forse anche per questo. E' un tentativo di indirizzo che potrebbe portare, a gioco lungo, dei frutti conreti. Lo sport, tutto lo sport, di nuovo sotto i riflettori. Lo sport di nuovo sulle tv (anche su quella pubblica). Lo sport come merce contesa da più parti, e dunque oggetto di concorrenza. Per arrivare ad un nuovo big-bang dell'atletica, però, manca ancora qualcosa. L'additivo, il catalizzatore capace di smuovere l'attenzione, e spostare anche le montagne. In parole povere, ci vorrebbe un campione. Non un dominatore assoluto, uno alla Schumacher, per dire (che se continua così, si rivelerà una tragedia per i big-spenders pubblicitari, con gli ascolti in costante anche se non repentina discesa), ma uno capace di farcela ogni tanto. Uno in grado di mettere la testa avanti agli altri di tanto in tanto; e che sia anche solare, che non si lamenti sempre per la pressione della stampa (sic), o per l'infortunio di due anni prima che ne ha minato la condizione odierna (sfortunaccia). Un centista da 10.00, o duecentista da 19.90, se non un lunghista da 8,50. O tutti e tre insieme, magari in un unico atleta? Mah. Aspettiamo dei segnali. Per il momento, guardiamo la tv. m.s.
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