Azzurri a Mosca, il bilancio fa sorridere
Quello italiano è stato l'ultimo inno nazionale a risuonare nello Stadio Luzhniki di Mosca, al termine di un'appassionante tre-giorni di atletica giovanile. Merito dell'oro sui 200 metri di Anna Bongiorni (nella foto di Giancarlo Colombo/fidal), forse il simbolo di una spedizione italiana che torna dai Trials europei con la convinzione di aver raggiunto quasi tutti gli obiettivi.
MISSIONE COMPIUTA
Si era partiti con un target possibile di 10 qualificazioni e probabilmente con un'unica certezza, nel nome di Alessia Trost: si torna a casa con 11 atleti promossi - 12 se si considera la "doppietta" 100/200 della figlia d'arte pisana - e con cinque presenze sul podio in quella che può essere a buon diritto considerata la prima edizione di un autentico Campionato Europeo di categoria.
Non un'impresa in termini assoluti, ma comunque una conferma dello stato di salute del nostro settore giovanile. Pur tra le tante difficoltà, non ultima quella di non essere riusciti ancora ad armonizzare la legge sullo status della cittadinanza con la corrente realtà del reclutamento: tanto che prodotti della nostra atletica come Judy Ekeh, Mohad Abdikadar o Daria Derkach non hanno avuto neanche la possibilità teorica di una convocazione, mentre la Svezia ha schierato senza problemi una triplista di eccezionali prospettive come Khadijatou Sagnia. Senza dimenticare che è venuto a mancare il pezzo da novanta del settore maschile, quel Giovanni Galbieri che lo scorso anno aveva conquistato il bronzo iridato dei 100 a Bressanone.
In ogni caso i 30 azzurri in gara hanno sostenuto l'impatto con un livello tecnico decisamente molto alto: con la punta apicale di Angelica Bengtsson, l'iridata di Bressanone due volta approdata al record mondiale di categoria nella finale dell'asta (per la svedese 4.42 e 4.47, rispetto al precedente 4.40: anche se la cinese Zhang aveva già un 4.46 al coperto).
AZZURRI, TANTE LUCI POCHE OMBRE
Delle prestazioni dei protagonisti si è già ampiamente trattato nella cronaca dell'evento. Qui si deve ricordare soprattutto lo storico record di Marco Lorenzi sul giro di pista, sia per l'intrinseco valore tecnico del suo 47"05: sia perché il precedente era vecchissimo ed in mano ad un personaggio come Donato Sabia, che ha lasciato una traccia non trascurabile nella storia della nostra atletica, non foss'altro per le due finali olimpiche raggiunte in carriera sugli 800 metri.
Tante luci, pochissime ombre: a Mosca gli azzurri, molti dei quali all'esordio in campo internazionale, hanno dato una concreta dimostrazione di vitale spirito agonistico. Che poi, al di là dei risultati e dei piazzamenti, è quello che si può legittimamente chiedere in questa fascia di età. Performances come quelle di Eugenio Meloni o Riccardo Pagan, passati in pochi mesi dai campionati cadetti al sogno dei Giochi Giovanili di Singapore, sono una garanzia del talento di questi ragazzi.
Il record della sfortuna - a parte un Michele Tricca valoroso protagonista dei 400 - lo attribuiamo senza riserve alle gemelline romane Camille e Valentine Marchese: entrambe miglioratissime sotto il profilo cronometrico ed entrambe fuori dal novero delle carte olimpiche per il classico soffio. La promozione sarebbe stato un giusto riconoscimento per il nostro mezzofondo, che ha pure presentato dignitosi interpreti nei 1000 metri: quella che era con ogni probabilità la specialità più difficile da interpretare per il numero dei partecipanti (conseguenza inevitabile del consolidamento delle due distanze canoniche di 800 e 1500 metri). In ogni caso, resta anche il rammarico di evidenti carenze tattiche: frutto di esperienze domestiche del tutto insufficienti e quindi della necessità di portare questi ottimi prospetti a misurarsi più spesso in campo internazionale, anziché in competizioni locali di scarso significato.
Sul piano dei risultati - al di là del malaugurato infortunio riportato dal martellista Patrizio Di Blasio - si ha l'impressione di una scarsa tenuta nervosa da parte dei lanciatori: non che avessero un compito facile, ma alla prova dei fatti la carta olimpica non era poi così lontana dalle possibilità degli azzurri. Anche in questo caso può aver pesato l'insufficiente abitudine a sostenere l'impatto con gare "calde" come questa: ma rientra tutto nella logica delle cose.
Raul Leoni
IL BILANCIO COMPLETO DELLA SPEDIZIONE AZZURRA
UOMINI
100m: Alessandro Pino (301093) NC b2 ritirato (NQ)
200m: Luca Valbonesi (200993) 1b1 (+0.5) 21"56 - 3/Q YOG (+1.2) 21"55
200m: Giacomo Tortu (250193) 3b3 (-1.1) 22"31 (11/NQ)
400m: Marco Lorenzi (200693) 1b3 48"23 - 2/Q YOG 47"05 (NR)
400m: Michele Tricca (260493) 2b1 48"62 - 4/NQ 47"64 (PB)
1000m: Massimo Falconi (270893) 6b2 2'29"32 (PB) - 10/NQ 2'30"14
110hs: Stefano Espa (080293) NC b1 ritirato (NQ)
Alto: Eugenio Meloni (280894) 9Q= 2.05 (PB=) - 4=/Q YOG 2.02
Alto: Davide Spigarolo (020793) 19Q 1.98 (NQ)
Lungo: Riccardo Pagan (310794) 6Q 7.16/0.0 (PB) - 5/Q YOG 7.13/+1.2
Peso: Antonio Laudante (260493) NC Q NM (NQ)
Disco: Stefano Petrei (271293) NC Q NM (NQ)
Martello: Marco Bortolato (110294) 17Q 62.00 (NQ)
Martello: Patrizio Di Blasio (271093) NC Q NM (NQ)
Giavellotto: Stefano Contini (200494) 19Q 54.47 (NQ)
Marcia 10000m: Leonardo Serra (050193) 9/Q YOG 45'10"48
DONNE
100m: Anna Bongiorni (150993) 1b2 (+1.2) 11"82 (PB) - 3/Q YOG (+1.5) 11"91
200m: Anna Bongiorni (150993) 1b4 (0.0) 24"40 (PB) - 1/Q YOG (0.0) 23"99 (PB)
400m: Ambra Gatti (290593) NC b1 squalificata (NQ)
1000m: Beatrice Mazzer (131293) 6b2 2'51"48 (PB, 16/NQ)
1000m: Irene Baldessari (210193) 13b1 2'54"63 (PB, 22/NQ)
3000m: Valentine Marchese (021193) 5/NQ 9'56"87 (PB)
2000st: Camille Marchese (021193) 7/NQ 7'06"21 (PB)
Alto: Alessia Trost (080393) 1=Q 1.76 - 2/Q YOG 1.84
Lungo: Anna Visibelli (010193) 9Q 5.91/-0.4 - 4/Q YOG 6.13/0.0 (PB)
Lungo: Giulia Liboà (030693) 19Q 5.44/-0.6 (NQ)
Peso: Monia Cantarella (030794) 10Q 13.28 - 11/NQ 13.11
Martello: Francesca Massobrio (090793) 7Q 53.95 - 6/Q YOG 54.02
Giavellotto: Roberta Molardi (020693) 6Q 47.24 (PB) - 7/Q YOG 46.12
Marcia 5000m: Anna Clemente (060194) 7/Q YOG 23'50"24
Marcia 5000m: Carmela Puca (250393) 9/NQ 24'38"10
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