Azzurri, chiusura con due quinti posti
I Mondiali di Helsinki si chiudono per i colori azzurri con due buoni piazzamenti. Nell’alto Nicola Ciotti è piaciuto sia in gara che dopo. In gara il portacolori dei Carabinieri ha valicato tutte le misure al primo tentativo, salvo a quota 2,29, dove ha fallito il primo tentativo ma non il secondo, proiettandosi così al quinto posto. Era in verità una finale strana, nella quale i grossi calibri accusavano un’inattesa defaillance, da Holm a Sokolovsky. Tutti a 2,32 fallivano ripetutamente, così al terzo tentativo Nicola Ciotti aveva la possibilità, valicando l’asticella, di conquistare la medaglia d’oro. Il suo tentativo era buono, toccando però l’asticella con il sedere e le gambe. Subito dopo toccava all’ucraino Krymarenko, che invece coglieva l’occasione di vincere, con una misura quasi insignificante nei meeting europei, il titolo mondiale. Nel dopo gara Ciotti mostrava tutta la sua rabbia e delusione, facendosi cogliere anche con le lacrime agli occhi: “Avevo un crampo al polpaccio di stacco, così ho sprecato i primi due tentativi, ma nel terzo mi sarei anche spaccato pur di valicare l’asticella. Un’occasione così chissà se capiterà ancora”. Oro all’Ucraina, argento a Cuba e Russia grazie a Moya e Rybakov. Se l’è cavata più che bene anche Zahra Bani nel giavellotto. Dopo aver superato i 60 metri ed essersi così assicurata l’ingresso nelle prime otto, all’ultimo lancio l’italosomala ha piazzato i 62,75 che costituiscono il suo nuovo primato personale e il quinto posto finale, in una gara impreziosita dal record mondiale stabilito dalla cubana Menendez con 71,70, lancio utile per battere le tedesche Obergfoll e Nerius. Felicissima la Bani a fine gara: “Ho urlato dopo il lancio perché ho avuto la sensazione della sua validità, e poi volevo scaricare la tensione. Va benissimo così, ringrazio tutti, a cominciare dal mio allenatore per essere arrivata a questi livelli”. La gara degli 800 ha incoronato l’ex marocchino Rachid Ramzi, ora rappresentante del Bahrain, come uomo-immagine dei Mondiali di Helsinki. Se la vittoria nei 1500 poteva essere preventivabile, quella sugli 800 è un’autentica sorpresa. Ramzi ha mostrato una grande tranquillità interiore e notevole sagacia tattica, sfruttando innanzitutto il lavoro del connazionale Belal Mansoor (attenti all’iridato allievi, il campione del futuro) per poi seguire da vicino il tentativo dei keniani e dell’algerino Said Guerni subito dopo metà gara. Ramzi ha passato i rivali all’ingresso sul rettilineo precedendo la prevedibile rimonta dell’olimpionico russo Borzakovskiy, questa volta dimostratasi tardiva. Ramzi ha chiuso in 1:44.24, suo personale, davanti al russo e al keniano Yiampoi. La Tomashova si è aggiudicata in 4:00.35 un 1500 dominato dalle atlete russe, anche se la Chizhenko, seconda al traguardo, è stata un po’ fallosa nella sua rincorsa verso il primo posto parziale. La Chizhenko è stata così squalificata, privando la Russia di una tripletta che a questi Mondiali non è stata generamente sporadica (argento quindi alla Yegorova, bronzo alla sorprendente francese Ghezielle). A queste la Russia ha aggiunto l’oro nella staffetta femminile 4x400, letteralmente dominata con Pechonkina (suo secondo oro dopo i 400hs), Krasnomovets, Antyukh e Pospelova, davanti a Giamaica e Gran Bretagna. Nei 5000 maschili il titolo è andato al keniano Richard Limo, il migliore in una gara molto lenta, nella quale nessuno si è arrischiato a prendere l’iniziativa. Limo ha preceduto l’etiope Sihine e l’australiano Mottram, che riporta così un corridore non africano sul podio in una gara di mezzofondo prolungato, cosa che non avveniva dai tempi di Baumann. L’ultimo titolo è stato quello della 4x400 maschile, andato agli americani davanti a Bahamas e Giamaica. Si chiudono così i Mondiali di Helsinki dominati dagli Usa, vincitori di ben 14 medaglie d’oro, davanti a Russia e Etiopia. Noi lasciamo la Finlandia con una sola medaglia di bronzo, bilancio più basso nella storia dei Mondiali, e con la consapevolezza che, in funzione della prossima edizione di Osaka 2007 ma soprattutto delle Olimpiadi 2008, ci sarà molto da lavorare. Gabriele Gentili Nella foto: Nicola Ciotti, autore di un ottimo quinto posto nel salto in alto (foto Omega/Fidal) File allegati:
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