BORGO VALSUGANA, DUE MESI DOPO: IL RICORDO DEI RAGAZZI/1
15 Dicembre 2014Dai campionati italiani cadetti di Borgo Valsugana sono trascorsi esattamente due mesi. Il Veneto, in Trentino, ha festeggiato il terzo posto alle spalle di Lombardia e Lazio e un bel po’ di medaglie individuali (ben 17, di cui cinque d’oro), preparandosi anche a lanciare una nuova generazione di atleti: quella dei nati nel 1999 e nel 2000. Ecco il ricordo che alcuni di quei ragazzi hanno conservato di quell’esperienza, in attesa di rivederli protagonisti nella stagione che sta per iniziare.
A Borgo Valsugana ho vissuto la mia prima esperienza in un Campionato Italiano Cadetti. E' stato tutto molto bello ed entusiasmante: il viaggio, la sistemazione alberghiera (buoni cibo e servizi), ma soprattutto il rapporto con i compagni - vecchi (molti già conosciuti in occasione di altre rappresentative e raduni) e nuovi - e i tecnici. Il tutto, completato dalla ciliegina finale della medaglia e della maglietta riservata ai piazzati sul podio. Un grazie a chi si è prodigato per farmi avere la divisa adatta alla mia taglia (sempre troppo piccola in altre occasioni). Un grazie all'allenatore Luciano Bonaldi e al Presidente della Libertas Mirano, Matteo Gallo, che hanno permesso la realizzazione di questo sogno con l'auspicio di poter sognare ancora nel prossimo futuro. Tutto molto bello.
Stefano Campagnaro (Lib. Mirano)
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La mia gara non era facile già in sé stessa, anche se il mio personale era apprezzabile (41”10 nei 300 hs). La paura e l’ansia hanno assorbito molte delle mie energie mentali. Ho perciò reso molto meno delle mie possibilità. L’obiettivo era di entrare in finale A o B. Non ci sono riuscito, pazienza. Il prossimo anno sarò ancora cadetto: ci riproverò con questa esperienza in più. E’ stata l’occasione per fare conoscenze emozionanti. Ho potuto parlare con autentici campioncini come Zagotto e il laziale Di Panfilio. Non riesco ad esprimere tutto quello che ho provato, ma è stata un’esperienza molto importante e che ha contribuito a migliorarmi.
Ebem Chinedu (Atl. Arzergrande), con la collaborazione di Gerardo Lucidi
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Sono molto orgogliosa di questo risultato: un bel 5° posto nei 2000 metri. Sinceramente non mi aspettavo il tempo di 6’41” dopo una lunga stagione di gare! All'inizio della partenza ero molto agitata; sono partita subito al comando anche forse troppo veloce! Spero di ripetermi anche il prossimo anno, e magari di migliorare.
Francesca Crestani (Atl. Marostica Vimar)
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E’ stata una delle esperienze più belle della mia vita oltre che un momento per crescere e confrontarmi con i ragazzi più forti d’Italia. Anche se la gara non è andata come speravo, sono stata contenta perché ho avuto l’occasione di conoscere nuove persone che condividono la mia stessa passione; persone che sono diventate amici e con le quali ci sentiamo e ci scriviamo quotidianamente. Spero che questo evento non sia un punto di arrivo ma di partenza per migliorarmi in futuro. Partecipare a questa gara mi ha spinto ancora di più a dare il meglio di me stessa. Era la mia prima gara importante, per arrivarci ho faticato molto, ma ogni sacrificio è stato ripagato. E’ stata un’esperienza indimenticabile che difficilmente scorderò.
Sofia De Poli (Atl. Galliera Veneta)
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Arrivare a Borgo Valsugana ed entrare nello stadio è stata una delle emozioni più forti: sono in compagnia di persone che fino ad oggi ho sempre considerato rivali in gara; ora però che indossiamo tutti gli stessi colori non li vedo più come rivali ma come compagni uniti dalla stessa passione: l’atletica. Lo stadio è il più bello che abbia mai visto: gli atleti, i giudici, la musica, le bandiere, i cronometri, le tribune piene di gente vestita di tutti i colori, ciascuno a far vedere da dove viene. Tutto è pronto per questi campionati italiani. In campo le gare sono già iniziate e insieme a nuovi amici faccio il tifo per chi come me corre per il Veneto. Con lo scorrere del tempo, aumenta dentro di me l’emozione per la gara che si avvicina; ormai è ora di andare a riscaldarmi. Mentre scaldo e allungo i muscoli cerco di immaginare quello che farò in gara: la strategia, la partenza, l’ostacolo, cerco di mettere ordine in testa e smaltire la tensione. Quando sento chiamare la mia batteria non sono ancora sicuro di essere pronto: ho atteso cosi tanto questo momento che adesso farei di tutto per ritardarlo un po’. Infilo le scarpe e sono già sulla linea di partenza, in mezzo a ragazzi che non ho mai visto prima. Mi sembra che il giudice aspetti delle ore prima di sparare ed è la cosa che mi infastidisce di più. La partenza è turbolenta e, tra gomitate e spintoni, mi ritrovo ad attaccare il primo ostacolo nel mezzo del gruppo, non mi do per vinto, inizio la risalita verso le prime posizioni. Barriera dopo barriera, avversario dopo avversario passano i giri e mi ritrovo in seconda posizione quando mancano 200 metri, tento l’ultimo sorpasso ma le mie gambe, provate dalla rimonta e dall’allungo, non sono tanto d’accordo. Quando taglio il traguardo ho perso due posizioni, le gambe urlano di dolore ma la felicità è troppa per farci caso, gli altri atleti tra gli abbracci e i complimenti da rivali diventano amici, la fatica lascia il posto all’euforia e finita la gara inizia la festa.
Lorenzo Lucchetta (Libertas Tonon Vittorio Veneto)
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L’atletica è uno sport fatto di difficoltà, di cadute, di strette di mano, di ansia prima della gara, di applausi, ma soprattutto di emozioni indescrivibili. Ad un certo punto ci si trova ad affrontare grandi momenti, com’è capitato a me ai Campionati Italiani Cadetti, dove ho potuto vedere le abilità degli altri e confrontarle con le mie. Mi ritengo fortunata di aver partecipato a questo evento, di aver conosciuto ragazzi con la mia stessa passione e con gli stessi interessi. Sono anche soddisfatta di essere riuscita a fare una buona gara, sostenuta dal mio allenatore, dai parenti, dai compagni di scuola e di squadra che facevano il tifo per me. Mi sono sentita partecipe di uno sport che sento ormai come parte di me, di un evento che ha influito su di me e sulle mie capacità. Sarò ancora più pronta nell’avvenire e ricorderò sempre questi campionati come una prova fisica ad alti livelli, ma soprattutto come un punto di partenza da cui iniziare l’anno prossimo.
Elena Mancuso (Atl. Galliera Veneta)
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Campionati Italiani 2014. Beh, che dire: una delle migliori esperienze di quest'anno, grazie alla quale ho capito l'importanza dello spirito di squadra. In gara, infatti, sentire il tifo dei miei compagni, mi ha dato uno stimolo in più per dare il meglio di me stessa. Ero consapevole del fatto che il risultato sarebbe stato importante per me, ma soprattutto per la squadra, e che quindi non potevo deludere. La gara è stata combattuta fino alla fine e devo dire di essermi divertita tantissimo sia durante la gara ma soprattutto fuori gara… Si è creato un gruppo straordinario che tutt'ora mantiene i contatti. Oltre ad aver creato bei rapporti con i compagni di squadra, è stato bello poter scambiare qualche parola con i ragazzi delle altre rappresentative. Insomma, è stata un'esperienza fantastica che ha lasciato un segno indelebile nel mio cuore.
Nikol Marsura (Trevisatletica)
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Ho gareggiato da individuale, ma anche se con il mio risultato non ho contribuito a dare punti alla squadra, mi sono ugualmente sentita parte di essa grazie al nostro gruppo unito. E' stata una esperienza bellissima sia dal punto di vista competitivo poiché ho migliorato la mia prestazione, sia dal punto di vista emotivo: è stato molto emozionante essere arrivati a livelli così alti ed essersi confrontati con ragazzi del proprio livello provenienti da tutto il paese. E' stata forse l'esperienza più bella e arricchente della mia vita: l'atmosfera, la compagnia, le gare, il sentimento di comunanza con gli avversari, il tifo per i propri compagni e la gioia per i loro risultati sono ancora un ricordo vivido e elettrizzante che sicuramente mi porterò dietro per tutta la vita. Inoltre, questa gara non è la fine di un percorso, ma il punto di partenza su cui basarsi per raggiungere risultati e obiettivi futuri ancora più belli e soddisfacenti. Spero vivamente di avere la possibilità di fare esperienze simili anche gli anni prossimi.
Giulia Menegale (Silca Conegliano)
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I campionati italiani sono il massimo a cui un atleta può ambire nella sua carriera sportiva. Uno dei primi giorni di ottobre mi arrivò la notizia dal coach Daniele della convocazione agli italiani cadetti dell’11-12 Ottobre per partecipare alla staffetta rappresentante il Veneto. Non ci credevo, finalmente, dopo 6 anni di allenamenti era arrivato il mio momento, il momento in cui avrei potuto esordire dando il meglio di me stesso. Così arrivò il 10 ottobre, giorno in cui dovevamo salire a Borgo Valsugana per stanziarci nell’hotel per noi prenotato e per consultare il programma gare delle giornate di sabato e domenica. Abbiamo anche ricevuto la canottiera del Veneto con pantaloncini abbinati e felpa. Io sono stato convocato per fare principalmente la staffetta 4X100, ma sono stato iscritto anche ad una batteria di 80 extra; avevo gli 80 piani sabato 11 mentre la staffetta domenica 12. Sabato noi che avevamo le gare alla mattina siamo partiti in pullman verso la pista, appena rifatta per l’occasione, la quale era anche dotata di un campo da calcetto sintetico sul quale potevamo fare riscaldamento. Avendo la gara alle 10.25 ho potuto assistere e fare il tifo per gli atleti veneti che facevano i 100 hs e l’alto cadetti e il lungo cadette. È sempre bello fare il tifo tutti insieme per incitare i propri compagni di squadra, come è ancora più bello sentirlo quando tocca a te gareggiare. Prima dei miei 80, alle 10 e un quarto circa, la tensione iniziava a farsi sentire veramente, soprattutto quando ci siamo avviati in pista e abbiamo aspettato che le altre batterie finissero di correre. Il giudice chiama la batteria, si mettono a posto i blocchi, si fa una partenza di prova, si sciolgono i muscoli per l’ultima volta, ci si prepara, e al pronti i muscoli contratti, in spinta, testa bassa, senza pensieri, si aspetta solo una cosa… BANG!! I riflessi un po’ lenti, l’esplosione dei muscoli, il peso in avanti, le braccia oscillano, le gambe spingono, gli avversari avanti, il recupero, la falcata, la rimonta, traguardo!. 9,62 secondi di pura tensione, l’adrenalina scorre nel sangue, il primo posto, la gioia, la vittoria. Sono queste emozioni che mi fanno sentire vivo, che mi fanno continuare questo percorso intrapreso 6 anni fa, quando non avevo neanche 10 anni. Quindi la giornata trascorre tranquilla, si svolgono il lungo, i 300 m, il giavellotto e gli 80. Poi pausa pranzo, si va con il buono pasto, si aspetta in fila; 2 bistecchine e un piatto di pasta, con verdure e acqua. Si aspetta ancora e si fa il tifo, fino a metà pomeriggio quando ci hanno mandato in albergo per risparmiare le energie per il giorno dopo. Alla fine di questa giornata il Veneto ne esce con la vittoria nel salto in lungo (con 7,11m) e nel giavellotto. La domenica mattina sveglia un po’ più tardi (per fortuna) e di nuovo in campo ad aspettare l’ora per la staffetta, che si svolgerà a mezzogiorno. Dovevo stare insieme agli altri 3 della staffetta (Flori, Righes e Zagotto), in modo da poter fare lo stesso allenamento. Un’ora prima della gara facciamo gli auguri ai nostri compagni che devono gareggiare e partiamo per andare a riscaldarci. Iniziamo il riscaldamento con un po’ di corsa lenta, tutti in fila per provare i cambi e prendere familiarità con la voce e la reattività di chi si ha davanti e dietro, seguito poi dalle solite andature e stretching. Tutto dovrà andare per il verso giusto, non sono concessi errori, dovremo lavorare come un’unica macchina perfetta. La tensione sale quando ci chiamano in call room per verificare la nostra presenza, e ci carichiamo a vicenda. Entriamo in pista e ci mettiamo alle nostre postazioni, aspettiamo che tutti siano pronti e poi, il BANG! Il primo frazionista (tra di noi il migliore sugli 80) non fa una partenza perfetta, e perde terreno, con il secondo riusciamo a tenerli e un pochino a recuperare, col terzo frazionista, manteniamo la posizione e infine parto io… Appena mette il piede sul segno che mi indica quando partire, mi giro e aspetto “l’hop”, alzo il braccio e corro, corro a più non posso, ma non riesco purtroppo a recuperare, il Lazio è ormai vincitore, la Lombardia lo segue, la Toscana e l’Emilia Romagna appena avanti e solo il Piemonte è dietro di me. Quinti, in batteria, ma non sappiamo se per l’invasione di corsia del secondo frazionista, saremo squalificati (come le nostre cadette, purtroppo); al chiamare per la premiazione sentiamo in ordine: Lazio, Lombardia, Emilia Romagna, Trentino, Toscana, Veneto, Piemonte e Friuli Venezia Giulia. E qui iniziamo a festeggiare, la consolazione di non essere stati squalificati è immensa, e in più premiazione compresa! Non potevamo volere di più da questa giornata, ci siamo divertiti e abbiamo dato il meglio di noi stessi. Sinceramente non mi aspettavo di portare a casa anche la medaglia dei campionati italiani, ma neanche di fare amicizia con così tante persone e di divertirmi così tanto. È stata un’esperienza fantastica ed è per questo che voglio ringraziare tanto Daniele e tutti gli allenatori che mi hanno accompagnato in questo viaggio, tutti gli atleti che ho conosciuto e che mi hanno sostenuto e un grosso grazie anche alla Fidal che organizza questi fantastici eventi che ti cambiano la vita.
Matteo Merzi (Atl. Villafranca)
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La possibilità di partecipare ai campionati italiani cadetti, anche se da atleta individuale, è stato per me un’esperienza unica. Ho passato tre giorni assieme agli altri atleti della rappresentativa della Regione Veneto facendo nuove amicizie e consolidando vecchie conoscenze. L’emozione era alle stelle, soprattutto perché era la mia prima gara a livello nazionale nel lancio del giavellotto. Non è andata come speravo, ma l’esperienza insegna. Mi sono emozionato soprattutto nel seguire gli atleti vicentini che conosco da anni e ho gioito per le vittorie di Zagotto nel lungo, Marin nel salto con l’asta e Kasibovic nel pentathlon. Ho visto in diretta lo splendido secondo posto ottenuto dalla mia compagna di società Emma Peron e il sorriso nel suo viso dopo aver lanciato il disco mi ha dato subito l’idea della sua felicità. Alla fine dei due giorni di gare a Borgo Valsugana eravano tutti stanchi e senza forze, ma la foto finale nel campo sportivo con tutti gli atleti veneti rispecchia la nostra soddisfazione per il terzo posto ottenuto.
Edoardo Moresco (Atl. Marostica Vimar)
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Questa è stata la mia prima esperienza ai campionati italiani e facendo anche parte della rappresentativa ho potuto apprezzare maggiormente la complicità e lo spirito di squadra formatosi. Ho gioito insieme ai miei compagni degli ottimi risultati ottenuti e pianto per qualche insuccesso. Ho riconosciuto e vissuto le emozioni di gruppo che molto spesso non vengono associate all'atletica leggera ma che in realtà sono le fondamenta di questo sport.
Emma Peron (Atl. Marostica Vimar)
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E’ difficile spiegare in poche parole i miei pensieri le mie emozioni e tutto quello che ho provato ai Campionati Italiani. Penso che non esista una parola che rinchiuda tutto quello che quel giorno stupendo ha significato per me. Era la prima esperienza agli italiani e la ricorderò per tutta la vita. La gara non è andata come volevo ma già essere li con la canottiera del Veneto è stato un traguardo enorme e un sogno che si è avverato... Ma, come dico sempre, non si tratta di un arrivo ma di un punto di partenza.
Elisa Petrin (Atl. Audace Noale)
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