Battocletti oro d’Europa, 4x400 mista argento!

07 Giugno 2024

Azzurri scatenati nella prima serata a Roma: la fuoriclasse del mezzofondo vince nei 5000 con il record italiano (14:35.29), la staffetta festeggia il secondo posto (primato nazionale in 3:10.69)

di Cesare Rizzi e Luca Cassai

Pazzesca prima serata per l’atletica italiana agli Europei di Roma: quattro medaglie, due ori e due argenti. Nei 5000 metri è straordinaria Nadia Battocletti che si laurea campionessa europea con il record italiano di 14:35.29. Enorme la gara della 24enne fuoriclasse azzurra, arrivata in gran forma all’appuntamento e protagonista negli ultimi cento metri della volata vincente che infiamma il pubblico dello stadio Olimpico, migliorando nettamente il suo primato di 14:41.30 dell’anno scorso a Londra. Stavolta è sconfitta la norvegese Karoline Bjerkeli Grovdal (14:38.62) dalla trentina delle Fiamme Azzurre allenata dal papà-coach Giuliano che si prende la rivincita degli Europei di cross, terza la spagnola Marta Garcia (14:44.04). È da brividi l’argento della staffetta 4x400 mista con Luca Sito, Anna Polinari, Edoardo Scotti e Alice Mangione che conquistano il secondo posto con un formidabile record italiano in 3:10.69 dietro all’Irlanda (3:09.92) ma davanti all’Olanda della fenomenale Femke Bol, terza in 3:10.73. Un risultato clamoroso, utile anche per prenotare la qualificazione ai Giochi di Parigi, frutto di una prova maiuscola di tutti gli azzurri che riescono a demolire il primato nazionale (era il 3:13.51 di Tokyo 2021). Tante emozioni: dalla prima frazione chiusa al comando da un travolgente Sito, 21enne milanese, correndo in 44.75 partendo dai blocchi, alla veronese Polinari (51.10) che diventa terza ma sorpassa l’olandese Klaver e cambia in seconda posizione, poi un eccellente Scotti (44.78) rimane in contatto con il gruppo di testa e nell’ultima frazione si esalta la siciliana Mangione (50.06 il crono lanciato) che supera il Belgio e resiste al rientro dell’Olanda per dare il via alla festa, la prima medaglia di sempre in questa specialità per una staffetta azzurra. Dopo la sensazionale doppietta nella 20 km di marcia, con l’oro di Antonella Palmisano e l’argento di Valentina Trapletti, è una squadra italiana che dà spettacolo su tutti i fronti.

Nei 5000 di Nadia Battocletti, notevole anche il settimo posto di Federica Del Buono con il personale di 15:00.05. Sulla pedana del peso  raggiungono la finale i due big azzurri ma in modo diverso. L’argento mondiale e bronzo iridato indoor Leonardo Fabbri coglie la migliore prestazione del turno con 21,10 al primo lancio, anche se non è soddisfatto per il risultato, mentre il campione europeo al coperto Zane Weir acciuffa il pass al terzo e ultimo tentativo con l’ultima misura utile di 19,71, al rientro da un infortunio alla caviglia. Tutto lo stadio Olimpico tiferà per loro nella finale di sabato alle 21.02. Al termine della prima giornata nell’eptathlon Sveva Gerevini è al quinto posto con 3735 punti, dopo aver proseguito con 12,37 nel peso e 23.81 (+0.8) sui 200 metri. Per le semifinali dei 100 si qualificano Matteo Melluzzo che corre in 10.21 (+0.2) e Roberto Rigali, 10.34 (+0.8). Niente da fare nell’alto per Elena Vallortigara, eliminata con 1,85, e per la 18enne Aurora Vicini, out con 1,81, mentre nel peso Lorenzo Del Gatto esce di scena con 18,83.

4x400 mista (finale) - Medaglia, record italiano, pass olimpico ormai quasi certo: l’Italia celebra la miglior recita di sempre nella 4x400 mista. Una finale diretta tutta da raccontare, firmata da Luca Sito, Anna Polinari, Edoardo Scotti e Alice Mangione, tutti oltre qualsiasi pronostico per centrare la prima medaglia internazionale (tra Giochi, Mondiali ed Europei) per gli azzurri in questa specialità. L’avvio di Luca Sito è sontuoso: dal blocco la sua prova è cronometrata in 44.75, tempo che per dare un riferimento è addirittura due centesimi meglio del primato italiano di Davide Re. L’Italia cambia per prima e Anna Polinari ne approfitta per virare davanti alla corda: due atlete decisamente più accreditate della veronese come l’irlandese Rhasidat Adeleke e l’olandese Lieke Klaver la superano ai 200 metri, ma Polinari dimostra di aver distribuito con grande sagacia andando a superare nientemeno che la ‘orange’ Klaver nel finale per uno ‘split’ da 51.10 lanciato. Irlanda, poi Italia, un rimontante Belgio e Olanda: questo il transito a metà gara quando Edoardo Scotti riceve il testimone. Il terzo giro è il terreno del campione del mondo indoor Alexander Doom, belga, che con un fantastico 44.16 porta il suo team al comando, ma Scotti è lì, con un notevolissimo 44.78 lanciato, a mezzo secondo dal Belgio, a un decimo dall’Irlanda e con nove decimi sullo spauracchio Olanda, con Femke Bol. L’olandese volante però stavolta recupera solo nei 150 metri, nei quali l’Irlanda va a vincere in 3:09.92 con Sharlene Mawdsley ultima e decisiva frazionista (49.40!), ma Alice Mangione è splendida con il suo 50.06 lanciato e riesce a tenersi dietro Bol per quattro centesimi, con il Belgio quarto a poco più di tre decimi. Il crono, in chiave italiana, porta la specialità in un’altra dimensione: 3:10.69, quasi tre secondi in meno del precedente limite a 3:13.51. Gli azzurri sono ora ampiamente in vetta alla graduatoria delle squadre non ancora promosse ai Giochi olimpici: un’ipoteca sull’ammissione a Parigi anche dell’unico quartetto mancante.

“Sono super soddisfatto - commenta Luca Sito, autentico astro nascente dei 400 azzurri - questi sono giorni speciali per me, sono i miei primi Europei ma sono anche Europei a Roma e hanno ancora un maggior valore. Sono arrivato quest’anno in Nazionale assoluta, un grande grazie va anche ai compagni, che mi hanno accolto in azzurro come fratelli maggiori”. Anna Polinari mischia emozioni e cifre: “Stavo bene, volevamo sognare in grande e abbiamo sognato in grande. Facendo i conti avevamo ipotizzato di valere sotto un crono sotto i 3:12 e abbiamo fatto oltre un secondo meglio”. Per Edoardo Scotti è l’argento della rinascita dopo due stagioni difficili: “Questo è un punto di partenza, non potevo mancare qui: la staffetta è casa mia, lo Stadio Olimpico è la casa dell’atletica italiana”. Chiusura con Alice Mangione, arrivata davanti a Femke Bol e ai sogni: “Faccio ancora fatica a crederci: ci credevamo, ma sapevamo fosse difficile. Abbiamo dato tutto e forse anche di più”. Domani, dalle ore 11.45, torneranno tutti e quattro in pista nella gara individuale con una medaglia indimenticabile a spingerli verso le semifinali.

5000 donne (finale) - Se Nadia Battocletti avesse potuto scrivere il copione del 5000 dei sogni che va in scena all’Olimpico, l’avrebbe creato proprio così. La 24enne trentina di Cavareno è la nuova campionessa europea dei 5000 metri: il primo alloro continentale tra le grandi, accompagnato dal nuovo primato italiano alleggerito di sei secondi, arriva in una finale condotta dall’inizio fino a 100 metri dal termine dalla norvegese Karoline Grovdal, che l’aveva battuta agli Europei di cross. Dopo un primo chilometro da 3:01.78, la vichinga passa in 5:58.92 ai 2000, in 8:55.91 ai 3000, in 11:51.85 ai 4000: il ritmo stronca le speranze di Mariana Machado, seconda davanti a Nadia nella prima parte di gara, ma non l’azzurra, già campionessa d’Europa più volte a livello giovanile (una volta sui 5000 da under 23, due volte da under 23 e due volte da under 20 nel cross) e brava a stringere i denti verso un ultimo chilometro da batticuore. Battocletti segue come un’ombra Grovdal: alla campana, ai 300 metri dal termine e anche ai 200 quando la norvegese prova ad abbozzare una progressione lunga. Ma negli ultimi 100 metri per la scandinava non c’è nulla da fare: l’allieva di papà Giuliano si invola per vincere in 14:35.29, secondo crono europeo 2024 dietro Sifan Hassan, ovvero proprio l’atleta che da Nadia a Roma perde il primato dei campionati (era 14:46.12 a Berlino 2018). Grovdal è argento in 14:38.62, la spagnola Marta Garcia bronzo con il record nazionale a 14:44.04 a precedere l’olandese Maureen Koster (14:44.46) e cade il primato finlandese con Nathalie Blomqvist, quinta in 14:44.72. Si migliorano anche le altre due azzurre in gara, Federica Del Buono (Carabinieri) settima a consolidare la quarta posizione italiana all time con 15:00.05 e Micol Majori (Pro Sesto Atl. Cernusco) 15esima con 15:20.89.

Il dopogara di Nadia Battocletti è un mix di sorrisi e lacrime: “È stata una gara tosta, immaginavo che le avversarie volessero tenere un ritmo alto per mettere in difficoltà il mio punto di forza, la capacità di finire veloce. Oggi la mia mental coach Elisabetta mi ha scritto: ‘Vai a prenderla’. Non intendeva di andare a prendere l’oro, ma di andare a prendermi quello che ho costruito negli allenamenti. Leggendo il suo messaggio mi sono detta: ‘Questo giorno dev’essere oggi’. Vedevo Grovdal davanti e mi dicevo: ‘Mi ha superato nei cross, ma questa è casa mia’. Il pubblico mi ha aiutato tantissimo, a un certo punto ho avuto il dubbio di aver sbagliato il conto dei giri tanto era salito il tifo. Nelle scorse settimane (la voce è rotta dalla commozione, ndr) ho avuto qualche problemino di assetto a livello di bacino e questo mi limitava. La medaglia è dedicata a tutti quelli che mi hanno supportata, da mamma e papà allo staff e alla federazione che mi seguono, ma più in generale è per tutti quelli che con tenacia credono nei propri obiettivi”.

Peso uomini (qualificazione) - Leonardo Fabbri non si piace, né in riscaldamento né nel suo primo lancio. La misura del recordman italiano resta in ogni caso la sua unica prova della qualificazione, perché il 21,10 siglato dal fiorentino dell’Aeronautica resta abbondantemente la migliore prestazione della serata con 40 centimetri di margine sulla misura utile per la “Q” maiuscola (20,70) e 41 sui più immediati inseguitori, il norvegese Marcus Thomsen e il serbo Filip Mihaljevic, entrambi a 20,69. Il campione europeo indoor Zane Weir (Fiamme Gialle) era invece in dubbio fino all’ultimo dopo un infortunio alla caviglia. La sua stoica e quasi eroica scelta di partecipare si chiude con un 19,71 al terzo lancio: nell’economia della sua carriera è poca cosa, ma gli consente di ottenere il dodicesimo e ultimo posto utile alla finale di sabato alle ore 21.02. “Mi sono divertito a vivere l’atmosfera qui all’Olimpico - il commento di Fabbri - e lanciare durante l’arrivo della marcia femminile. Il 21,10 non mi soddisfa, venivo da un riscaldamento ‘terribile’, ma domani ci divertiamo. Sono contento che Zane sia entrato: ho sofferto con lui durante questa gara, è un campione con la “C” più che maiuscola per come ha abbracciato questa sfida nonostante l’infortunio che ha avuto”. Weir, al limite della commozione, spiega: “Vengo da quattro settimane difficilissime, fino a 10 giorni fa mi muovevo ancora con le stampelle, sono contento di essere qui, di poter disputare la finale e di farlo con un grande atleta e una grande persona come Leonardo”. Out Lorenzo Del Gatto (Carabinieri), matricola azzurra, con 18,83 (24esima misura).

Eptathlon (200) - Gran bel finale di prima giornata di Sveva Gerevini che sigla 23.81 (+0.8) vincendo la prima delle tre serie dalla corsia tre, con un tempo non lontano dal personale assoluto timbrato nel 2023 a Pavia con 23.47 in una competizione regionale non inserita nel Global Calendar. Le due belghe Noor Vidts e Nafissatou Thiam, nella serie successiva (+0.3) con 23.85 e 24.81 fanno peggio di lei. Nella terza serie, senza la ritirata Johnson-Thompson, arriva il miglior tempo della tedesca Sophie Weissenberg con 23.53 (+0.1). Il crono di Gerevini è il quarto in totale e così Sveva chiude la prima giornata con 3735 punti, a 180 dalla terza piazza di Auriana Lazraq-Khlass (Francia, 3915) e a 220 dalla leader Nafi Thiam (3955) mentre Vidts insegue a 3920. La cremonese ha addirittura 228 punti di margine sul personale e conserva anche 101 lunghezze di vantaggio sul “passaggio” del record italiano assoluto di Gertrud Bacher. Sabato si riprenderà con il lungo alle ore 12.10.

100 uomini (batterie) - Saranno quattro (in pratica, uno su sei) gli azzurri nelle semifinali di sabato dalle ore 21.10: ai già ammessi Marcell Jacobs e Chituru Ali si aggiungono Matteo Melluzzo e Roberto Rigali. Il siciliano delle Fiamme Gialle, classe 2002, offre una buona prestazione chiudendo secondo in 10.21 (+0.2) nella prima batteria dietro al francese Pablo Mateo (10.18) per rimanere al secondo posto anche nel riepilogo complessivo di tutto il turno (avanzano i 14 migliori tempi): “Ero teso, volevo onorare al meglio la maglia: l’avvio è stato macchinoso, credo di aver corso una buona seconda parte di gara”. Il bergamasco dei Carabinieri (che, come ammette dopo la gara, deve gestire un indurimento al gluteo destro) nella seconda batteria corre in 10.34 (+0.8), tempo che basta “di giustezza” per entrare nei 24 semifinalisti.

Alto donne (qualificazione) - La serata non dice bene né alla 32enne Elena Vallortigara (Carabinieri), bronzo mondiale due anni fa, né alla 18enne Aurora Vicini (Cus Parma), la più giovane di tutta la spedizione azzurra. L’emiliana, all’esordio in Nazionale assoluta, fatica a 1,76 superando la quota solo alla terza prova, poi piazza un convincente 1,81 alla prima ma esce di scena a 1,85. A 1,85 va subito a segno Vallortigara, ma i tre nulli a 1,89 della veneta (condizionata da un’emicrania) sono fatali nella caccia alla finale a dodici. Alla misura di qualificazione a 1,92 arrivano entrambe le favorite, la campionessa in carica Yaroslava Mahuchikh e la junior serba Angelina Topic, figlia d’arte (papà Dragutin campione europeo nel 1990, mentre mamma Biljana Mitrovic è stata quarta a un Mondiale nel triplo).

Eptathlon (peso) - Forse è la specialità che in questo momento Sveva Gerevini sente meno “sua”. Nel peso l’azzurra lancia a 12,37 con il primo tentativo, poi un nullo e un 12,30, una spanna al di sotto del primato stagionale di 12,58 realizzato ai Mondiali indoor di Glasgow. La miglior misura è della francese Auriana Lazraq-Khlass che non sta più nella pelle con il personale a 15,27, dietro di lei le belghe Nafissatou Thiam e Noor Vidts con 15,06 e 14,79. Thiam e Vidts conducono dopo tre gare nella classifica generale con 3051 e 2925 punti, Gerevini è ora ottava con 2736 a 156 lunghezze dalla terza piazza.

Disco uomini (finale) - Una gara bellissima, con quattro atleti racchiusi in 124 centimetri, rilancia le ambizioni dello sloveno Kristjan Ceh, campione del mondo a Eugene 2022 che pareva aver pagato nella prima parte di stagione l’ascesa di Mykolas Alekna, il lituano campione in carica approdato quest’anno al record del mondo con 74,35. Ceh piazza un miglior lancio da 68,08 al secondo turno, confermandosi nell’ultimo tentativo a 68,05, mentre Alekna arriva a 67,48 ma deve accontentarsi del bronzo, superato dall’austriaco Lukas Weisshaidinger, 67,70 per l’argento. Il campione olimpico in carica Daniel Stahl, svedese, con 66,84 è quarto davanti al tedesco Henrik Janssen, quinto a 65,48.

Peso donne (finale) - È una finale memorabile solo per l’Olanda, non certo per le misure, ma non si può dire che la specialità non regali equilibrio: le prime otto sono racchiuse in 61 centimetri. Jessica Schilder, campionessa in carica, piazza 18,77 al primo lancio. Ci arrivano vicine la connazionale (e discobola) Jorinde Van Klinken con 18,67 al secondo turno, la tedesca Yemisi Ogunleye (argento iridato indoor) con 18,62 al quinto e l’altra teutonica Alina Kenzel con 18,55 all’ultimo assalto, ma in vetta resiste Schilder, che bissa il trionfo di Monaco.

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Alice Mangione, Anna Polinari, Edoardo Scotti, Luca Sito (foto Grana/FIDAL)


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