Bolt 9.77 Fulmine nella pioggia
11 Agosto 2013Quanto durerà ancora? Difficile a dirsi. Quel che conta è che il re è ancora lui. Usain Bolt, l’inarrivabile, campione del mondo in 9.77 (vento -0.3), malgrado la pioggia battente ed un mondo intero che continua a chiedersi: quando succederà? Lo statunitense Justin Gatlin è sconfitto, lui che lo aveva superato quest’anno al Golden Gala, finisce otto centesimi più indietro, a 9.85. Ed il bronzo di Nesta Carter (9.95) apre la fila degli altri giamaicani, capaci di fare un “quattro su cinque” dal sapore cestistico. Lemaitre tiene alta la bandiera dell’Europa, riuscendo comunque a correre una finale dignitosa (10.06) contro avversari che sono ancora lontani. Dai blocchi, il più lesto a muoversi è Nickel Ashmeade (poi quinto in 9.98), ma è Gatlin a produrre l’accelerazione migliore, quella che lo proietta davanti fino ai 60 metri; è qui, però, che il piano di Bolt si concretizza. Dopo aver limitato i danni nella fase a lui meno congeniale, il giamaicano entra “in coppia” nella parte finale. Un mix di potenza e fluidità, con le bellissime immagini dei replay tv che lo vedono andare incontro ad una pioggia a tratti trasversale. Poi l’esultanza, meno scenica di un tempo, e forse più spontanea. Segno di un Bolt che probabilmente non ha più voglia di giocare a fare il Bolt. Tranne che dai blocchi al traguardo.
L’oro del lungo va a Brittney Reese, la campionessa olimpica di Londra, che aggiunge una perla alla collana di successi già collezionati in carriera: è il terzo titolo iridato all’aperto, dopo quelli di Daegu e Berlino: l’oro è suo con 7,01, due soli centimetri meglio della nigeriana Okagbare, 6,99; bronzo a sorpresa alla 23enne serba Ivana Spanovic, 6,82 e record nazionale. Non è una sorpresa, al contrario, l’oro di Sandra Perkovic nel lancio del disco: il 67,99 che le vale l’oro e superiore al 66,28 della francese Melina Robert-Michon di oltre un metro e settanta. Bronzo alla cubana Barrios, 64,96. Stratosferico il Decathlon di Ashton Eaton: per il campione olimpico, 8809 punti finali, con una seconda giornata contraddistinta da parziali super (e quindi sul livello di quelli della prima): 13.72; 45,00; 5,20; 64,83; 4.29.80. Avversari lontanissimi: argento al tedesco Schrader (8670), bronzo al canadese Warber (8512). La serata è vissuta anche sulla splendida cavalcata di Tirunesh Dibaba, tornata a dominare i 10000 metri mondiali (terzo titolo) dopo l’oro olimpico di Londra di dodici mesi fa. Per l’etiope dall’incedere elegantissimo, si è trattato solo di scegliere il momento giusto per piazzare lo spunto vincente. Arrivato regolarmente, a cinquecento metri dal traguardo: in quel preciso momento, la Dibaba ha superato in testa la giapponese Niya, che aveva condotto la seconda parte di gara, e ha regolato (30:43.35) la resistenza della keniana Gladys Cherono (seconda, 30:45.17). Anche il bronzo è etiope, grazie al tuffo sul traguardo di Belaynesh Oljira, che precede di soli 4 centesimi di secondo la keniana Emily Chebet (30:46.98).
m.s.
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