Bolt vince senza sorriso

13 Giugno 2015

Rientro meno facile del previsto a New York per il dominatore dello sprint: 20.29 controvento (-2.8) e avversari a soli tre centesimi. Bene Rudisha (1:43.58), Tori Bowie (22.23 con -2.8!) e Beitia (1,97)

La notizia che arriva dall’Icahn Stadium è che Usain Bolt è lontano dall’immagine di superatleta costruita in anni di dominio in giro per il mondo. Quello visto sulla pista di New York è un atleta ai limiti di una (relativa) normalità, ambito che non lo aveva mai sfiorato nella sua straordinaria carriera, nemmeno in età giovanile. Bolt vince i 200 metri del rientro in Diamond League in 20.29, e va bene che il vento contrario è praticamente una bufera (-2.8 m/s), ma la sua azione è rigida, mai in decontrazione, al punto che gli avversari radunati per completare le corsie non lo mollano praticamente mai, e finiscono per arrivargli praticamente addosso sul traguardo; Zharnel Hughes, 20enne anguillano da 20.15 di personale, suo compagno di training, chiude a 3 soli centesimi (20.32), con il giamaicano che si volta a guardarlo negli ultimi due appoggi, prima di abbassare la testa per evitare ogni problema sulle fotocellule. C'è ancora tempo fino al Mondiale, ma è chiaro che il primatista del mondo di 100 e 200 metri dovrà lavorare sodo per presentarsi al via in condizioni adeguate.

Non fa sfracelli nemmeno Tyson Gay nei 100 metri, anche in questo caso complice il vento contrario (-1.7), vero leit motiv della tappa americana della Diamond League; per lo statunitense, vittoria in 10.12, tre centesimi in meno rispetto al giamaicano Nesta Carter, secondo in 10.15. Cancellato il 10.13 di Keston Bledman, ammesso a correre dal giudice di partenza nonostante la squalifica per falsa partenza, ma poi escluso dall’ordine d’arrivo. A chiudere il discorso sullo sprint, impressiona, sul mezzo giro, Tori Bowie (USA), che trova lo stesso muro d’aria di Bolt (vento -2.8!), ma termina in 22.23, crono che si piazza al terzo posto nella lista mondiale 2015.

Il soffio di Eolo non frena solo gli sprinter, manda all’aria anche i piani dei triplisti: il cubano Pedro Pablo Pichardo si concede solo per i primi due tentativi, atterrando ad un 17,56 reso mostruoso dal -2.5 rilevato dall’anemometro. Dietro di lui, nessuno supera i 17 metri: il secondo posto va allo statunitense Will Claye, con 16,96 (il carabiniere Fabrizio Schembri figura nella lista di partenza, ma in realtà non si è mai mosso dall’Italia, avendo rinunciato all’appuntamento).

David Rudisha manda segnali agli avversari del doppio giro di pista sulla strada che conduce al Mondiale di agosto. A New York, il primatista del mondo si batte molto bene, e stampa un eccellente 1:43.58, mancando la miglior prestazione iridata 2015 di soli due centesimi. Il ritmo è ben lanciato dallo statunitense Martin (50.10), con Rudisha in scia; lo inseguono l’altro americano Boris Beriane e il francese Pierre-Ambroise Bosse, finiti poi nell’ordine con tempi al di sotto dell’1:44, 1:43.84 per Berian (personale) e 1:43.88 per Bosse.

Squillo di tromba del sudafricano Wayde Van Niekerk nei 400 metri: il suo 44.24, oltre alla vittoria, gli regala anche il record nazionale ed il secondo posto nella lista mondiale dell’anno (dietro Kirani James, 43.95); scende sotto i 45 anche l’eterno Chris Brown (Bahamas, 36 anni e mezzo), secondo in 44.74. Vanno forte anche le ragazze, sul giro di pista: la statunitense Francena MCorory vola addirittura al mondiale stagionale, chiudendo in 49.86 (nove centesimi meglio del 49.95 di Sanya Richards-Ross, finora unica a fa segnare un crono sub-50 secondi).

Ancora un centro in Diamond League per Ruth Beitia, nuova regina dell’alto in questa prima parte di stagione. Dopo la vittoria al Golden Gala Pietro Mennea, arriva quella di New York, sempre a spese di Blanka Vlasic: per entrambe, lo score dice 1,97, quota valicata però dalla spagnola al secondo tentativo, mentre l’OK per la croata arriva alla prova decisiva.

Notevole il match nel lungo donne: a spuntarla, la canadese Christabel Nettey, con un eccellente 6,92 (-1.3); alle sue spalle, a soli tre centimetri, la statunitense Tianna Bartoletta, 6,89 (-0.7), in un ultimo salto che ha fatto tremare la vincitrice. Quarto successo nella Diamond League IAAF 2015 per l’imbattibile Sandra Perkovic, la dominatrice del disco, oggi capace di 68,44 (e con la seconda, la cubana Perez, a oltre due metri e mezzo, 65,86).

Vanno a Javier Culson i punti Diamond Legaue dei 400hs: per lui, un buon 48.48, che lo colloca (primo non statunitense) al quinto posto nella lista mondiale 2015; si rivede il sudafricano LJ Van Zyl, buon secondo in 48.78. In assenza del keniano Yego, nessun ostacolo sulla strada del successo per il ceco Vitezslav Vesely nel giavellotto: suo il lancio da 83,62 che vale i 4 punti della Diamond race (ed il relativo primato in classifica). Due atlete appaiate a 4,80 in cima alla classifica dell’asta donne: la spunta la brasiliana Fabiana Murer, che supera la greca Nikoleta Kiriakopolou - per lei, la soddisfazione del record nazionale – in virtù del miglior percorso di gara. Il ruolo di anti-Storl, nel getto del peso, in proiezione Mondiali di Pechino, è ancora vacante; tra i candidati, si propone con sempre più convinzione lo statunitense Joe Kovacs, capolista mondiale con 22,35, e prim’attore di giornata con 21,67.

Marco Sicari

RISULTATI/Results



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