Casarsa, nasce a Vienna un sogno a cinque cerchi



Appena rientrato da Vienna, Paolo Casarsa è un fiume in piena. La vittoria nello Jedermann Decathlon e soprattutto il superamento del muro degli 8.000 punti (8.056 il limite finale) che significa una solida ipoteca per una maglia azzurra alle Olimpiadi di Atene, hanno sciolto la sua loquela. Paolo ha voglia di parlare, di raccontare l’inseguimento a un risultato durato tutta la stagione e passato anche attraverso delusioni: “A Desenzano ero ampiamente in corsa per gli 8.000 punti, poi quando è arrivato il momento del lancio del disco non ci ho capito più nulla. Ho sbagliato i tre lanci e la mia gara è finita lì. Ma mi sentivo bene, volevo riprovarci subito, solo che dovevo trovare una gara vicino casa: non posso stare in macchina a lungo altrimenti s’infiamma il nervo sciatico. Avevo trovato la possibilità di gareggiare ai campionati sloveni a Maribor, ma ho trovato condizioni climatiche impossibili, pioggia per tutto il sabato. Ho fatto solo alcune gare, ed anche lì vedevo che la condizione c’era. Ma intanto il tempo passava”. - A quel punto cos’hai fatto? - Potevo scegliere fra Arles e Vienna. In Francia avrei trovato avversari più forti, ma era più lontana. A Vienna c’era il rischio di vedere anche invalidata la gara se tutto non fosse stato preciso nelle misurazioni. Dovevo rischiare e così ho fatto. Mi è andata bene. - Raccontaci la tua esperienza austriaca… - Mi sono sempre sentito pienamente in grado di superare gli 8.000 punti. Nella prima giornata ho girato a 4.100 punti, quindi andavo benissimo pur senza aver fatto nulla di eccezionale, salvo forse il mio primato nel lungo, ma appena 3 cm meglio del precedente, 7,09. Nella seconda giornata ho continuato ad andare bene, tanto che prima dei 1500 ero a 4 punti dal record italiano (8.169 punti di Poserina, ndr), ma dopo il primo giro ho sentito crampi dappertutto. Sono andato avanti solo per forza di volontà, i muscoli non rispondevano più. Avrei rischiato di vanificare tutto: ho chiuso con un tempo ridicolo, ma almeno gli 8.000 punti erano superati. - Questo risultato così inseguito cosa ti dice? - Che sono arrivato al massimo della maturazione, perché l’ho ottenuto grazie a un complesso di prestazioni nella norma, che reputo ormai acquisite. Non ci sono stati picchi, nessun salto stratosferico, nessun tempo eccezionale, tutti punteggi parziali che posso ripetere con tranquillità. E’ questo che mi dà fiducia, perché dimostra che posso progredire ancora, e molto. - A questo punto andresti ad Atene con quali prospettive? - E’ chiaro che i Giochi Olimpici sarebbero l’occasione ideale per attaccare il record italiano. Io sono convinto di averlo nelle gambe, mi serve solo di staccare un po’ dalle gare dopo la Coppa Europa per tornare ad allenarmi bene, a caricare, a fare un po’ di pesi, poi affinare la forma negli ultimi 20-25 giorni. Credo che così sarei in Grecia con una forma anche migliore di quella attuale. - Il tuo risultato è il picco di una bella effervescenza del settore, che potrebbe portare anche a più presenze ai Giochi. Da cosa nasce? - Io credo che ci sia maggior interesse nei confronti del nostro settore. Abbiamo finalmente maggiori impulsi tecnici ed attenzione nei confronti del nostro gruppo, e i risultati si sono subito visti: vantiamo un terzo posto in Super League contro Nazioni che vantano un’esperienza cinquantennale, un’atleta nell’elite mondiale dell’eptathlon, e giovani che emergono nelle rassegne internazionali di categoria. Io dico che i vertici mondiali non sono così lontani, anche perché ora i controlli più intensi hanno un po’ ridotto la portata dei risultati medi. Noi forse non riusciremo a raggiungere l’elite, ma i giovani che stanno crescendo alle nostre spalle sono un patrimonio in cui credere. Il futuro si colorerà d’azzurro, ne sono certo. Questa in conclusione la serie di Casarsa: 11.03 (100); 7,09 (lungo); 15,48 (peso); 2,00 (alto); 50.28 (400); 14.30 (110 hs); 43,53 (disco); 4,80 (asta); 61,63 (giavellotto); 5:02.31 (1500). Gabriele Gentili


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