Console: 'A Vienna un'esperienza fantastica'
Vincere una maratona all’estero non è mai cosa facile. Quando poi si vince a Vienna, che vanta ventuno edizioni ed è considerata una delle maratone più veloci e quindi più “ben frequentate” del panorama continentale, il successo acquista maggiore rilevanza. Se infine ciò succede nell’anno olimpico, allora il valore è assoluto. E’ tutta una concatenazione di fattori che fanno del successo di Rosaria Console una tappa importante nella sua carriera. Da anni si parla della ragazza di Martina Franca come di un talento assoluto, e la vittoria di Vienna potrebbe rappresentare l’atteso salto di qualità, per come è arrivata e per le avversarie che la pugliese si è trovata di fronte: “Ero partita per l’Austria con un obiettivo preciso, stabilito insieme al mio allenatore Piero Incalza: correre sotto le 2h30. Trovarmi insieme ad avversarie come la rumena Simon, terza a Sydney e campionessa mondiale ad Edmonton 2001, e come la tedesca Oberem che a Monaco 2002 vinse il bronzo agli Europei è stato un aiuto ulteriore, uno stimolo. La gara si è evoluta esattamente come avevamo sperato: primi 32 km corsi in scioltezza, sul ritmo giusto per poter ottenere il tempo che mi ero prefissata. Poi ho accelerato nei successivi 5 km, staccando così la Simon che reputavo l’avversaria più pericolosa, infine ho gestito la gara. Alla fine è arrivata la vittoria condita dal tempo, di più non potevo proprio pretendere”. - Hai corso guardando più il cronometro o le avversarie? - Il cronometro l’ho tenuto abbastanza nascosto, nel senso che mi conosco a sufficienza per sapere a che ritmo sto correndo, se l’andatura è quella giusta. Mi sentivo sicura, poi certamente correre con avversarie di livello aiuta. La rumena l’ho tenuta costantemente sotto controllo, perché è atleta capace di tempi da 2h22, da un minuto all’altro mi attendevo un attacco molto serrato. Ero attenta all’evoluzione tattica della gara. Credo di avere avuto un buon aiuto dal vento, che ha soffiato forte per tutta la gara, ma con la mia corsa radente penso di averne risentito meno che le mie avversarie. - Ha cambiato qualcosa gareggiare contro atlete di nome? - Io l’ho saputo solamente il giorno della vigilia, guardando la starting list. Sicuramente affrontare chi ha vinto Mondiali e Olimpiadi non è cosa da tutti i giorni, ma siamo stati contenti, perché è meglio prendere parte a una gara con atlete di valore. A prescindere dal risultato, per me è stata un’esperienza importante per la mia crescita. - Che impressione ti ha fatto gareggiare a Vienna? - E’ una grande maratona, davvero. Rispecchia un modo d’interpretare questo tipo di manifestazioni che avevo già avuto modo di riscontrare lo scorso anno a Parigi, e che fa parte della cultura europea delle maratone. Mi ha impressionato vedere il calore con il quale è stato accolto il primo austriaco, che pure ha corso in 2h13, o la prima concorrente di casa, giunta molto lontano dalle prime. Sembravano dei miti scesi in terra, per il pubblico locale… E’ una cultura, un comportamento che in Italia si vede più sporadicamente. - Quali obiettivi ti poni adesso? - Mi riposo una settimana e resto in tranquilla attesa di quelle che saranno le decisioni in funzione di Atene, conscia di aver fatto tutto quello che serviva per porre la mia candidatura per una maglia. Poi qualsiasi decisione arriverà l’accoglierò con tranquillità, come ho sempre fatto. Gabriele Gentili Nella foto in alto: Rosalba Console Nella foto grande: la partenza della Maratona di Vienna
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