Coppa Europa, la 4x100 donne vola al record
Finisce in gloria, con un record nazionale che ha del fantascientifico, e con quattro ragazze vestite d'azzurro a gridare ed abbracciarsi sulla pista di Annecy. La prima giornata della finale di Coppa Europa regala sprazzi di grande Italia, in un pomeriggio però in cui non sono mancati anche scivoloni imprevisti e alcune contro-performance che mettono la squadra, soprattutto quella femminile, in condizione di difficoltà (uomini quarti a 9 punti dal vertice, donne seste con gli stessi punti delle francesi, quinte, ma a sole tre lunghezze dall'ultimo posto). Anita Pistone, Vincenza Calì, Giulia Arcioni e Audrey Alloh: quattro nomi che trovano posto nel grande libro dei record italiani. E' loro il primato della 4x100, uno strepitoso 43.04 che demolisce letteralmente il precedente, il 43.44 già eguagliato in stagione (a Ginevra, il 31 maggio di quest'anno, con lo stesso quartetto), e fissato per la prima volta il 26 luglio del 2000 (a Barletta, da Pistone, Graglia, Grillo e Levorato). In gara, terzo posto alle spalle di Russia (42.80) e Gran Bretagna (42.95), ma soprattutto, è lo sguardo alla lista mondiale 2008 che mette i brividi: è il quarto tempo della stagione, alle spalle delle due nazioni già citate e degli Stati Uniti; e davanti, per dire, alla Giamaica... Roba da mal di testa, anche se è bene restare con i piedi per terra e ragionare sul ranking di ammissione ai Giochi: ora l'Italia è sesta, con una media di 43.24, condizione che manda la staffetta 4x100 a Pechino praticamente in maniera semi-ufficiale. Chiudendo il discorso staffette, va sottolineato il terzo posto della 4x100 uomini (Emanuele Di Gregorio, Simone Collio, Massimiliano Donati e Maurizio Checcucci), con un 38.73 che significa progresso stagionale ma non ancora l'ottenimento di quei risultati attesi per il quartetto azzurro. Vittoria per la Gran Bretagna in 38.48, secondo posto per la Polonia in 38.61.
Si comincia dal fondo (temporale: le staffette), ma val bene anche ritornare indietro per sottolineare le cose belle fatte dagli azzurri, e le "altre". Il primo della lista (in senso positivo) è certamente Andrea Bettinelli. Il bergamasco vive un momento di grande efficienza. La sua, nell'alto, è una prova maiuscola, costruita salendo senza macchia fino a 2,27, e concedendosi il primo errore a 2,30, misura superata poi alla seconda (eguagliato lo stagionale, ottenuto ad inizio giugno in Germania). Bettinelli si arrende al solo campione europeo Andrey Silnov, unico a superare i 2,32 (tre errori per l'azzurro). Ma è chiaro che l'affidabilità di questo ragazzo, su quote quest'anno particolarmente interessanti, è ormai un dato di fatto. "Peccato - le sue parole - oggi mi sentivo davvero benissimo, il secondo tentativo a 2,32 l'ho sbagliato in maniera sciocca. Sono contento comunque di aver fatto due volte questa misura nel giro di due settimane, vuol dire che sono ormai stabile su certi livelli". L'altro numero uno di giornata è certamente Claudio Licciardello, secondo nei 400 metri con un eccellente 45.57 (vittoria al britannico Rooney, 45.33). Il catanese è un modello di stile atletico, la sua corsa delizia chi ama il gesto pulito, e quando entra in rettilineo da primo, con gli altri ad arrancare, fa anche pensare al piccolo miracolo della vittoria che ancora sfugge all'Italia. Poi Rooney viene fuori con tutta la sua classe, ma Licciardello conferma ancora una volta (con il terzo tempo tra 45.5 e 45.7 di stagione) di essere entrato in una nuova dimensione. "Lui è ancora più forte - ammette il catanese, rivolto al britannico - ma per ora mi godo il momento, sono felice di confermarmi su questi tempi. Ora il prossimo passo è crescere verso i 45.30, ma per arrivarci dovrò lavorare sodo. Con il mio tecnico, Filippo Di Mulo, punteremo a questo".
La gioia di Anita Pistone - prima di quella in staffetta: qui si parla della prova individuale - è incontenibile. La sprinter catanese (compagna d'alenamento di Licciardello) è quarta nei 100 metri con 11.27 (+1.3 m/s), tempo che vale il suo primato personale, la terza piazza nella lista all-time italiana, e soprattutto la promozione nella prova individuale per i Giochi Olimpici di Pechino (il minimo A di 11.32 è nettamente superato). Si impone la bielorussa Nesterienka in un ottimo 11.17, davanti alla britannica Emma Ania (11.22), compagna di Simone Collio e seguita adesso a Rieti da Roberto Bonomi. In zona mista, lacrime per la Pistone: "Questo risultato significa che i sacrifici vengono ripagati - le sue parole - sapevo di valere un tempo del genere, ho lavorato come mai prima nella vita. Con il mio allenatore Di Mulo abbiamo preso anche dei rischi, della serie, "o mi spacco o ce la faccio", ma direi che abbiamo fatto benissimo, visti i risultati". Meno felice per il suo quinto posto (in un normale 10.45, anche se avversato da un vento di -1.5 ) Simone Collio: vince il britannico Edgar in 10.20, con l'azzurro che incappa in una partenza abbastanza infelice. Quello di Nicola Vizzoni nel lancio del martello è uno dei migliori risultati di giornata. Il capitano non tradisce, e sfodera una prestazione maiuscola, chiudendo al secondo posto con 77,32 (serie: 74,97; N; 76,56; 77,32). La vittoria va al polacco Simon Ziolkowski, uno dei favoriti della vigilia, che si impone con 79,26. Di Vizzoni piace soprattutto la sicurezza con la quale affronta la gara: per lui una crescita continua, con il miglior lancio alla quarta prova. Magdelin Martinez nel triplo mette via altri punti preziosi in chiave azzurra, stampando quattro salti praticamente in fotocopia dalle parti del 14,20 (serie: 14,24; 14,28; 14,24, 14,23). Per lei, terzo posto (il 14,28 è stato ottenuto con vento di +0.2), dietro l'imprendibile Saladuha (Ucraina, 14,73) e alla francese Nzola (14,51).
Benedetta Ceccarelli è brava a mettere a frutto le energie del momento, piazzandosi al quinto posto nei 400 metri ostacoli e migliorandosi di mezzo secondo rispetto al personale (56.31 il suo tempo; vittoria all'ucraina Rabchenyuk in 54.64). Positivo anche il debuttante Nicola Cascella, che nell'omologa prova al maschile è sesto in 50.81, non lontano dal suo personale di 50.59 (e al di sotto dello stagionale di 51.36. Finisce male, al contrario, la Coppa di Elisa Cusma. La mezzofondista modenese, punto di forza dell'atletica azzurra nell'ultimo biennio, si arrende intorno ai 600 metri, vittima di problemi addominali. Un contatto rude con un paio di avversarie ai 500 metri ha il suo peso (la Cusma rimbalza all'indietro nel tentativo di superare il gruppetto), ma alla fine è determinante la rinuncia. E' difficile che possa correre domani i 1500 metri: al suo posto, potrebbe essere schierata la Romagnolo, che oggi si è difesa nelle siepi correndo in 9:40.59 (per un buon quarto posto), malgrado l'avvio piuttosto lento. In tema di mezzofondo, ci mette un bel po' di coraggio il buon Daniele Meucci, che dopo due chilometri dei 5000 metri prende il largo e decide le sorti della gara; viene rimontato da Mo Farah (il campione d'Europa dei 5000) e dallo spagnolo Catillejo, ma chiude terzo (in 14:03.04), e porta punti pesantissimi alla causa. Soprattutto dopo la debacle dei 1500 metri, dove Christian Obrist incappa, sfortunatamente per lui, in un nuovo episodio di disagio respiratorio e finisce settimo, lontano dal cuore della gara (3:47.13). Porta punti, ma al femminile, la piemontese Zahra Bani nel giavellotto; il suo 58,13 non è misura sensazionale, ma basta per salire sul piccolo podio (terza), e dare ossigeno alle ragazze. In precedenza, a far paio con il ritiro della Cusma, arriva anche l'ottavo posto della generosa Valentina Costanza nei 3000 metri, visibilmente a disagio sulla distanza (9:44.06). L'altro ottavo posto al femminile arriva dal disco, dove Laura Bordignon non va oltre i 55,88. Tra gli uomini siamo ottavi una sola volta, con Paolo Capponi nel peso (18,09). Completano il risultato di squadra il 4,05 di Arianna Farfaletti nell'asta (quinta, con la vittoria alla russa Golubchikova, salita ai 4,73 della miglior prestazione europea 2008), e il discreto 52.87 nei 400 di Daniela Reina, brava a resistere al ritorno delle avversarie sul rettilineo (anche per lei quinta piazza). Al maschile, fa la sua parte Ferdinando Iucolano, sesto con un onesto 7,69 nel lungo (vento nullo). Domani seconda giornata di gare. Le donne schierano le big Antonietta Di Martino (alto) e Chiara Rosa (peso), mentre gli uomini si affidano ad Andrew Howe (200) e ad una 4x400 che punta ad una prestazione capace di spalancare le porte dei Giochi olimpici. Per essere destinata alla pensione, questa Coppa regala ancora emozioni.
m.s.
Nella foto, il quartetto veloce azzurro neo primatista d'Italia (Giancarlo Colombo per Omega/FIDAL)
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