Dal Gambia a Caorle passando per Portici, triplo standard per Mamadou Jallow

03 Maggio 2023

L’Allievo è seguito dai tecnici Gianluca De Luca e Valentina Di Matteo

di Campania

Portici, di Ilario Capanna – Chi vive o racconta il mondo dell’atletica leggera da qualche lustro, ha imparato a capire perché viene definita “la regina di tutti gli sport”. Non è solo una mera questione di centesimi piuttosto che di metri o centimetri. No, l’atletica è tanto altro.
E’ un luogo metafisico in continua evoluzione che si fonde e si evolve giorno dopo giorno mischiando storie, aspirazioni, sacrifici e sogni di gloria  di uomini e donne, giovani e meno giovani. Si dirà: ma lo sport è cosi. Beh, no. L’atletica è differente. Ha qualcosa in più che emerge dalle viscere di ogni essere umano. E’ qualcosa di ancestrale strettamente connesso con l’evoluzione dei sapiens. Correre, saltare e lanciare sono l’essenza stessa dell’essere umano e oggi come qualche migliaio di anni fa, queste abilità motorie non hanno mai smesso di avere la loro funzione. Scandiscono l'evoluzione!
La storia che vi raccontiamo oggi è una storia che vede come protagonista Mamadou Jalow, un ragazzo originario del Gambia. A dire il vero, immaginandoci di spostare la nostra attenzione a latitudini diverse dal continente nero dove nel brodo primordiale tutto ebbe inizio, il protagonista potrebbe chiamarsi in tanti modi diversi. Ma  la sostanza rimarrebbe la stessa.
Ad ogni buon conto, è da li che inizia il lungo viaggio che attraverso mille vicissitudini ha portato il nostro Mamadou in Campania. Dal più piccolo Paese del continente africano, una striscia di terra stretta tra il Senegal e la Guinea, affacciata sull’oceano atlantico, nonostante sia considerato ad oggi un autentico scrigno di biodiversità, i flussi migratori, con modalità diverse, non sono mai cessati. Mamadou è solo un ragazzino pieno di sogni e con il pallino della corsa. Non si intende di politiche economiche, di colonialismo e sfruttamento delle risorse o di terre rare, ma sa benissimo cosa vuole fare: correre! Ed è veloce Mamadou, caspita se lo è, ma nessuno lo sa e non ha modo di dimostrarlo. Perciò bisogna partire.
Dal Gambia si muove in direzione nord seguendo le rotte dell’immigrazione clandestina.

Prima il Senegal, poi a nord la Mauritania ed il Sahara fino ad arrivare sulle sponde del mediterraneo. Il sogno è li, tra l’azzurro del cielo ed il blu del mare che purtroppo a volte si colora di rosso. Quel sogno si chiama Italia anche se qualcuno continua ostinatamente a chiamarlo Europa, che come entità sovranazionale rimane ancora un non luogo.
Cosi, per una serie di strani destini, ad un anno e mezzo dalla sua partenza, Mamadou riesce a fermarsi alle falde del Vesuvio, precisamente a Boscoreale, dove trova ospitalità in una casa famiglia. E’ da qui che, più o meno tutti i giorni della settimana, intraprende un'altra tappa del viaggio utile ad alimentare il suo sogno, per andare ad allenarsi a Portici. Ed è proprio nella città che è stata madre di tutte le ferrovie europee che Mamadou può dare sfogo alle sue energie. Su quella pista si fa attività agonistica e ci sono tecnici bravi che lo notano subito. Mamadou dimostra di avere fibre potenti, reattive e veloci ed i coach Gianluca De Luca e Valentina Di Matteo intravedono in lui notevoli potenzialità. Il resto è cronaca recente.
Nel giro di pochi mesi il protagonista della nostra storia riesce ad ottenere 3 volte il minimo per i campionati italiani Allievi in programma a Caorle a fine giugno. Stampa un interessante 22”78 nei 200 metri corsi ad Avellino e con un ottimo 44"21 porta la staffetta 4x100 dritta verso la qualificazione ai tricolori.
Tutto qui? Assolutamente no.
Sabato scorso sulla pista del vecchio “Vestuti” di Salerno,  il portacolori dell’Atletica Portici prova i sui primi 100 metri e con il crono di 11”15 porta a casa il minimo anche sulla distanza più corta. E allora la domanda che i tecnici si pongono è questa: dove potrà arrivare Mamadou? Secondo i suoi coach i margini di miglioramento tecnici sono molto ampi e considerata l’età, è un 2006, non è da escludere ancora un’altra tacca di crescita fisica. Di certo davanti a sé ha un orizzonte diverso rispetto a quello che immaginava 1 anno e mezzo fa. Non sarà l’oceano Atlantico, ma anche da Portici si vede il mare.
E allora corri Mamadou, corri forte e non ti fermare. Il tuo incredibile viaggio continua …  



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