Dallavalle salta sull'Europa: oro nel triplo!
11 Luglio 2021di Luca Cassai
Terza medaglia d'oro per l'Italia, in una meravigliosa edizione dei Campionati Europei under 23 di Tallinn, in Estonia. Nella mattinata della giornata finale, festeggia la vittoria Andrea Dallavalle nel triplo con un gran balzo a 17,05 (-0.5), seconda volta sopra i diciassette metri dopo il 17,35 di un mese fa che gli ha dato il pass per le Olimpiadi di Tokyo. Il 21enne piacentino delle Fiamme Gialle, più volte argento e bronzo nelle manifestazioni internazionali delle scorse stagioni, sale finalmente sul gradino più alto del podio. Sesto posto per Simone Biasutti con 16,00 (-0.9), mentre nel giavellotto è nona Sara Zabarino (52,01). Ieri i due trionfi azzurri con Alessandro Sibilio (400 ostacoli) e Dalia Kaddari (200 metri) e sono già 7 le medaglie italiane (3-2-2). Nelle batterie delle staffette, finale conquistata dalla 4x100 donne con la migliore prestazione nazionale U23 (43.65) da Aurora Berton, Giorgia Bellinazzi, Chiara Melon e Zaynab Dosso (out Vittoria Fontana, che avrebbe dovuto correre la seconda frazione, per un fastidio muscolare avvertito pochi minuti prima dell’ingresso in call room): battuto il 43.86 di Laura Gamba, Irene Siragusa, Martina Amidei e Gloria Hooper per il bronzo a Tampere nel 2013. In finale anche la 4x400 donne (3:34.97) con Alessandra Bonora, Anna Polinari, Eleonora Ricci e Samantha Zago, e la 4x400 uomini di Alessandro Moscardi, Riccardo Meli, Leonardo Puca ed Edoardo Scotti in 3:06.44. Eliminata invece la 4x100 maschile (Fabrizio Ceglie, Alessandro Ori, Lorenzo Paissan, Samuele Ceccarelli) con 40.52. Dopo otto prove nel decathlon Dario Dester è terzo, Lorenzo Modugno 18esimo. Nel pomeriggio altre speranze di medaglia per l’Italia: fari su Nadia Battocletti (5000) e Gaia Sabbatini (1500).
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DALLAVALLE, FINALMENTE L’ORO - Sul gradino più alto del podio, per la prima volta. Arriva il giorno di Andrea Dallavalle che aveva già vinto quattro medaglie in carriera, però mai quella d’oro. Ci riesce a Tallinn, con un altro volo sopra i diciassette metri che rappresentano l’eccellenza internazionale, anche a livello assoluto. La sfida è appassionante, con sorpassi e controsorpassi: subito davanti l’azzurro con un pregevole 16,90 (+1.6). Al secondo turno risponde il transalpino Enzo Hodebar che piazza il record personale di 16,99 (+1.9) incrementando il 16,72 della scorsa stagione, mentre Dallavalle stacca lontano dall’asse di battuta regalando circa 25 centimetri e non fa meglio di 16,69 (+3.2) anche a causa del vento che scombina la rincorsa. Ma il piacentino non ci sta e al terzo tentativo si riporta al comando: decolla a 17,05 (-0.5), seconda volta in carriera oltre la fatidica soglia dopo il formidabile 17,35 di metà giugno nella rassegna tricolore di categoria a Grosseto. È l’acuto decisivo, tant’è che decide di passare i due successivi salti mentre l’ultimo, quando ormai è sicuro del titolo, diventa una passerella. Adesso è completa la collezione di medaglie: una serie iniziata nel 2015, quando non aveva ancora compiuto 16 anni, con il bronzo al Festival olimpico della gioventù europea di Tbilisi dove nel 2016 è stato argento agli Europei under 18, quindi l’altro argento del 2017 nella rassegna continentale under 20 di Grosseto e il bronzo del 2019 tra gli under 23 a Gavle. Bronzo all’altro francese Anael-Thomas Gogois, 16,65 (-0.2). Simone Biasutti rischia con due nulli iniziali, poi il triestino atterra a 15,90 (-2.5) per restare in gara, aggiungendo qualche centimetro al quinto salto con 16,00 (-0.9) che vale il sesto posto.
“PROMESSA MANTENUTA” - “Era da tanto tempo che aspettavo questo momento - racconta Andrea Dallavalle - e l’inno nazionale per me. Nella scorsa edizione di due anni fa a Gavle, in Svezia, ero sul podio con il bronzo al collo e guardando la bandiera ho detto: la prossima volta ti porto in alto... Ho mantenuto la promessa! Oggi volevo sfatare questo tabù, perché ogni volta nelle competizioni internazionali era sempre argento o bronzo”. Per vincere è servito un salto oltre i diciassette metri. “Gara difficile, perché dopo il primo turno ero sicuro di aver piazzato una buona misura, ma il francese Hodebar mi ha fatto veramente sudare con il suo 16,99 al secondo e devo ammettere che mi ha un po’ destabilizzato. Al terzo tentativo ho messo le cose a posto, ho raccolto le energie e c’è tutto in quel salto, che conferma la mia stabilità sui diciassette metri. Mi sentivo proprio bene, c’era solo il vento che dava fastidio, ma sono riuscito a gestire la situazione ed è il risultato del lavoro con il mio tecnico Ennio Buttò. Non è mai facile vincere da favorito, per la prima volta ero al via da leader stagionale e c’è sempre più responsabilità. Alle Olimpiadi di Tokyo ci vado con molta fiducia, in ottica qualificazione, perché qui ho dimostrato che in tre salti posso tirar fuori qualcosa di buono. Felicità assurda, è bellissimo!”.
STAFFETTE - Tre staffette su quattro vanno in finale. Sembra girare tutto male per la 4x100 femminile, quando Vittoria Fontana è costretta a rinunciare a pochi minuti dall’inizio della gara. C’è ancora il tempo per un cambio e così entra in pista Giorgia Bellinazzi, impegnata in seconda frazione. Partenza affidata ad Aurora Berton, da una prima corsia tutt’altro che agevole, poi Chiara Melon nell’ultima curva e Zaynab Dosso a chiudere: secondo posto in batteria con 43.65, a tre centesimi dalla Gran Bretagna, e la gioia della migliore prestazione italiana under 23 superata dopo otto anni. Azzurre avanti con il quarto tempo complessivo. A segno la 4x400 donne, con una buona prova nonostante un’incertezza al cambio iniziale tra Alessandra Bonora e Anna Polinari. Ma il quartetto viaggia al secondo posto (avanti le prime tre) dietro alla Germania anche con Eleonora Ricci, che recupera la posizione dopo il momentaneo sorpasso della Repubblica Ceca. Poi Samantha Zago, ottava nella gara individuale, la mantiene per chiudere in 3:34.97 a due decimi dalle tedesche. Seconda in batteria e qualificata anche la 4x400 maschile (qui il pass diretto è solo per le prime due) ma con qualche patema in più: scatta dai blocchi Alessandro Moscardi, si accomoda al quarto posto provvisorio Riccardo Meli in coda al treno di Germania, Svizzera e Slovenia ma cambia per terzo, quindi Leonardo Puca attacca l’elvetico senza però superarlo e nell’ultima parte di frazione si ritrova quarto. È costretto a inseguire Edoardo Scotti, che apre il gas nel rettilineo finale e si prende il secondo posto in 3:06.44 alle spalle degli elvetici (3:06.13). Gli azzurri della 4x100 sono invece i primi esclusi dalla finale: quinti nella loro batteria in 40.52, nono crono in totale per Fabrizio Ceglie, Alessandro Ori, Lorenzo Paissan, Samuele Ceccarelli.
DECATHLON - Riparte con il piede giusto il decathlon dei due azzurri, entrambi al record personale nei 110 ostacoli: Dario Dester si migliora di tredici centesimi con 14.33 (+1.3), Lorenzo Modugno di oltre due decimi correndo in 15.89 (+0.1). Sempre più interessante la classifica, perché Dester guadagna un’altra posizione e diventa quarto con uno score parziale di 5049, a 26 punti dal terzo posto. Al comando il tedesco Bechmann (5236) davanti all’olandese Roosen (5152) e allo svizzero Gaio (5075), invece è 17esimo Modugno (4373). Si passa alla pedana del disco: 38,97 per Dester, a un paio di metri dal personale, e 37,43 di Modugno che non riesce ad esprimersi al meglio (cinque metri in meno rispetto a quanto già fatto in questa stagione). È sempre in corsa per il podio Dester, quarto a 5693, venti punti in meno del tedesco Laserich (5713). Più avanti Bechmann (5952) e Roosen (5857), con Modugno 18esimo (4986). Nell’asta dà ancora prova di solidità Dester con 4,90 al primo tentativo, poi sbaglia ai cinque metri del proprio limite, invece Modugno salta 4,70 e impressiona il francese Baptiste Thiery a 5,60, migliore prestazione di sempre nel decathlon per un under 23 in Europa. Per la prima volta dall’inizio del decathlon entra in zona podio l’azzurro Dester, terzo con 6573 punti e in piena corsa anche per il record personale. Se il tedesco Bechmann è ormai in fuga (6801), dietro è bagarre con Thiery secondo (6591) ma anche Roosen quarto (6559) e il norvegese Rooth (6532).
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