Diamond League, Lyles sfreccia in 19.65
24 Agosto 2019Lo sprinter USA nei 200 migliora a Parigi il primato del meeting che apparteneva a Bolt. Claye 18,06, Walsh 22,44, Kendricks 6,00 nell'ultima sfida prima delle finali di Zurigo e Bruxelles
di Marco Buccellato
Nella dodicesima tappa della IAAF Diamond League allo stadio Stadio Charléty di Parigi, brilla ancora la stella dello sprinter statunitense Noah Lyles, che vince i 200 metri in 19.65 (+0.2) togliendo il primato del meeting a Usain Bolt. Anche Will Claye e Christian Taylor danno spettacolo, nel triplo, superando entrambi il limite della riunione del britannico recordman mondiale Edwards, con Claye che si impone con 18,06 (0.4) sull'avversario di sempre Taylor (17,82/+0.2). Sulla pedana femminile, ancora un over-15 per la venezuelana Yulimar Rojas con 15,05 (-0.7). Ancora due record della manifestazione, firmati da due campioni del mondo in carica, i 6,00 nell'asta maschile di Sam Kendricks e il 22,44 nel peso del neozelandese Tomas Walsh, nell'unica gara della storia con otto atleti oltre i 21 metri. Tra i numerosi highlights della serata di Parigi, i 400hs vinti dal primatista europeo e campione iridato Karsten Warholm, che in 47.26 ottiene la seconda prestazione europea di sempre, il gran 1500 uomini con successo dell'ugandese Ronald Musagala (3:30.58), i 3000 siepi uomini con Conseslus Kipruto al rientro (quinto) con successo del vicecampione del mondo Soufiane El Bakkali in 8:06.64. Serata da ricordare per gli atleti canadesi, che vincono quattro gare: l'asta donne con Alysha Newman 4,82 (record nazionale), l'alto uomini con Michael Mason (2,28), gli 800 uomini con Brandon McBride (1:43.78) e in chiusura la 4x100 uomini in 38.26 (primato del meeting). Sprint di gran fattura: i 100 donne vanno alla giamaicana oro di Rio Elaine Thompson in 10.98 (-0.2) e i 110hs al campione statunitense Daniel Roberts in 13.08 (+0.8), con rientro sfortunato di Shubenkov. Nelle altre gare, successi della statunitense Hanna Green sugli 800 in 1:58.39, della cubana Denia Caballero nel disco (66,91) e della giamaicana Stephenie Ann McPherson sui 400 (51.11). La Diamond League è ora pronta per le due finali di Zurigo (29 agosto) e Bruxelles (6 settembre), antipasto prelibato del campionato del mondo di Doha.
Parigi ha il suo showman, è il velocista statunitense Noah Lyles, che in 19.65 (+0.2) corre sul suo personale, e splendido, tapis-roulant, togliendo otto centesimi al record del meeting (di Usain Bolt), e firma il ventesimo crono assoluto sul mezzo giro di pista, seconda prestazione della carriera. Avvio bruciante, dai venti ai 100 metri un autentico fulmine, e il solito rettilineo di rara bellezza e leggerezza. Dietro l'imprendibile americano, il 20.01 del turco campione mondiale Guliyev sembra normale amministrazione, così come il 20.13 del canadese Brown. In progresso, ma lontano dalla forma di un tempo, il francese Lemaitre in 20.40, preceduto anche dall'ecuadoriano Quinonez (20.25). Se Lyles succede a Bolt, Will Claye e Christian Taylor spodestano dall'albo dei record del meeting un altro primatista del mondo, Jonathan Edwards. Al termine di una sfida straordinaria animatasi al quarto turno, Claye mette il sigillo con 18,06 (+0.4), dopo che Taylor gli aveva tolto la leadership con 17,49, Claye aveva risposto con 17,71, ancora Taylor aveva acceso la miccia di un primo record a 17,82, prima del triplo mostruoso balzo di Claye oltre i 18 metri, misura superata per la seconda volta in questa stagione. Il terzo americano Craddock, con 17,28 (+0.9) è il migliore dei terrestri.
Karsten Warholm, il norvegese campione del mondo che conferma lo stato di grazia dopo i due primati europei ottenuti a Oslo e Londra.
Il 47.26 di oggi è la seconda prestazione assoluta all-time per un europeo e la diciannovesima di sempre al mondo, figlia di un avvio e del passaggio sui primi otto ostacoli letteralmente furiosi. Un crono migliorabile, perché il vichingo ha anche perso qualcosa, in stabilità di azione, tra le ultime due barriere. Dietro Warholm, con en-plein di cinque sub-48 su cinque gare nel 2019, gran personale per il francese Vaillant (48.30), season best per McMaster (48.33) e Copello (48.47), che rilanciano il proprio borsino stagionale. Il meeting aggiorna la tabella dei record anche nell'asta uomini, vinta Sam Kendricks con 6,00 che eguaglia il primato parigino del connazionale Hartwig, datato oltre due decenni. Alla ventiduesima gara dell'anno, il campione statunitense ripresenta le sue ambizioni di bis del titolo mondiale a Doha, superando 5,86 alla seconda prova e i sei metri alla terza. Con l'olimpionico Braz quest'anno in trend negativo, si mette in luce l'altro brasiliano Dutra, stasera secondo con 5,80. Terzo il greco Karalis con 5,70.
Il lungo meeting si è aperto con la colossale spallata del pesista neozelandese campione mondiale Tomas Walsh (22,44) che ha scrollato di ben 44 centimetri il record del meeting, con una serie di altri tre lanci validi oltre i 22 metri (22,10, 22,21, 22,31) e due nulli finali, alla ricerca di un boom ancora più clamoroso. Gara sensazionale, con ben otto atleti sopra i 21,20 (mai successo), con anche lo statunitense Joe Kovacs sopra la misura elitaria (22,11), davanti al primatista della Diamond League Darlan Romani (21,56). Di spessore tecnico notevolissimo anche il triplo femminile vinto dalla favorita venezuelana Yulimar Rojas con 15,05 (-0.7), per la terza volta in questa stagione oltre i 15 metri, a soli dodici centimetri dal primato del meeting. La miglior gara dell'anno, assieme a quella di Losanna, con altre tre cavallette Made in America oltre il 14,70: la cubana Povea (14,75/+0.4), la statunitense Orji, al personale di 14,72 (+1.7) e la giamaicana Ricketts (14,71/+1.0). Personale all'aperto anche per la spagnola Peleteiro, quinta con 14,59 (+0.4).
Sui 1500 uomini, previsti ritmi da sub-3:30 e obiettivo mancato ma, al cospetto di gare così, giù il cappello. Frequenze dettate secondo copione (54.97 ai 400, 1:52.19 agli 800) e nessuno in grado di staccarsi, con lo show di un abbrivio che raccoglie i garretti di tanti fuoriclasse del miglio metrico. Vince l'uomo del momento, l'ugandese Ronald Musagala, che ricalca al centesimo il record nazionale in 3:30.58, superando dalle posizioni di rincalzo via via gli avversari, davanti al gibutiano Souleiman (3:30.66) e ai fratelli Ingebrigtsen, cronometricamente eccelsi ma meno outstanding di altre occasioni. Filip in 3:31.06 è terzo e tiene il record nazionale intatto dall'assalto del 18enne Jakob, quarto in 3:31.33. In dieci vanno sotto i 3:32, succede per la terza volta nella storia dei 1500 metri: anche l'australiano McSweyn fotocopia il personale in 3:31.81, Marcin Lewandowski è decimo ma abbassa il primato polacco a 3:31.95. Il ritorno a condizioni competitive, per Conseslus Kipruto, è rimandato. Il campione olimpico e mondiale, rientrato dopo lunga assenza stasera, non ha potuto opporsi al marocchino El Bakkali, e si è arreso all'evidenza di un recupero fisico non ancora completato, quinto in 8:13.75. Il marocchino ha ingaggiato un bel duello dopo l'ultima riviera, fatale agli etiopi, con il keniano Benjamin Kigen.
La miglior tecnica del maghrebino sull'ultimo ostacolo ha fatto la differenza, regalandogli il successo in 8:06.64 (8:07.09 per Kigen, 8:08.63 per l'etiope Girma), una contentezza mitigata dal dolore per una ferita al piede destro, frutto probabilmente di una chiodata.
Nell'asta donne vince l'outsider canadese Alysha Newman, unica a superare i 4,82 (record nazionale) alla terza prova e con margine netto, capace di battere le superstar della pedana acrobatica Stefanidi, Morris e Sidorova, tutte a 4,75 con numerosi errori, mentre la Newman era salita di netto portandosi già al comando della gara. Ben tre specialiste senza misura, e sono nomi grossi: Bengtsson, McCartney e Suhr. Il Canada si regala una serata extra-lusso, vincendo ben tre gare individuali: oltre alla Newman, si aggiudica l'alto Michael Mason con 2,28, a pari misura con l'ucraino Protsenko e il russo Ivanyuk. Il terzo sigillo canadese arriva sugli 800 uomini con una gran gara di Brandon McBride, che in 1:43.78 scende per la terza volta quest'anno sotto l'1:44 davanti all'incisivo portoricano Vazquez (1:43.83, primato nazionale) e al keniano Saruni, rinvenuto negli ultimi trenta metri e terzo in 1:44.11. Gara sempre d'avanguardia per McBride, con passaggio ultraveloce dettato dal pacemaker Abda, un cedimento finale per il campione del mondo Bosse, sesto in 1:45.07, personal best per il keniano Collins Kipruto (quarto in 1:44.59) e per il francese Tual (nono in 1:45.84). Gara simile sugli 800 donne, ma ancora più incerta e avvincente, con sette atlete sotto i due minuti e successo della statunitense Hanna Green in un buonissimo 1:58.39, due decimi davanti alla giamaicana Goule (1:58.59) e all'elegante ugandese Nanyondo (1:58.83).
Per la première della coppia vincente d'America sui 110hs, Roberts e Holloway, si scomodano parecchi big: il più atteso e al rientro dopo infortunio, Sergey Shubenkov, sbaglia l'avvio e al primo ostacolo è già indietro, per chiudere ottavo con 13.88. Vince Roberts in 13.08, che fa meno errori di tutti sulle barriere, su un brillante Ortega (13.14) e sull'altro ostacolista USA Crittenden (13.17, personale). Il giamaicano Levy (13.22) e Martinot-Lagarde (13.24) si migliorano, Holloway in 13.25 è solo sesto. Nessun problema per Elaine Thompson sui 100: l'olimpionica sciorina l'accelerazione formato-Rio e nel finale controlla in scioltezza per un 10.98 (+0.2) che la rende imprendibile per le avversarie. In pochi centesimi, finiscono l'ivoriana argento iridato Ta Lou (11.13), la Schippers (11.15) e la coppia USA Daniels-Hobbs in 11.16. La vittoria giamaicana sui 100 viene replicata quindici minuti dopo sui 400, per merito di un'accorta Stephenie Ann McPherson (51.11) che gestisce molto meglio la distribuzione rispetto alle americane, superate nel finale (Ellis 51.21, Wimbley 51.50 e Francis 51.56).
Nel disco stavolta vince l'altra cubana di vertice, Denia Caballero (66,91) davanti a una discreta Perkovic (65,01 e tre lanci over-64) e alla cinese Feng Bin (64,60). Disco rosso per la favorita Perez, incappata in giornata-no e nona con 60,96. Nel triathlon, protagonista il decatleta recordman del mondo Kevin Mayer che firma due record personali, sui 110hs in 13.55 (0.1) e nel peso con 17,08, con un discreto 7,50 (+1.4) nel lungo. Nelle due gare di staffette 4x100 a conclusione della serata, ottimo 38.26 (record del meeting) del quartetto del Canada per il quarto successo della serata, con Smellie, Blake, Rodney e Brown (senza de Grasse), e successo delle francesi in 43.48 nella 4x100 donne con due riserve in squadra. Nelle serie dei 100 uomini, impresa dell'iraniano Taftian che in 10.03 (-0.3) eguaglia il record nazionale e il personale. Il francese Bascou firma in 13.38 ventoso (2.1) la seconda serie dei 110hs.
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