Doha, Tamgho-Isinbaeva: alti e bassi
Uscendo dalle questioni azzurre, la notizia del giorno (Tamgho a parte) è la caduta, metaforica, di Elena Isinbaeva. La regina dell'asta bissa il rovescio di Berlino, e finisce fuori dal podio, quarta, con un normale (per lei) 4,60, unica misura superata prima dei tre errori fatali a 4,75. Vince la brasiliana Fabiana Murer, che si arrampica fino a 4,80 con la Feofanova (Russia), seconda per aver commesso un errore alla quota finale. Bronzo per la polacca Anna Rogowska, con 4,70. Emozionante la finale dei 1500 metri donne. La vince l'etiope Kalkidan Gezahegne in 4:08.14, piazzando lo sprint all'attacco dell'ultima curva, negli ultimi 100 metri di gara: argento per la spagnola Natalia Rodriguez (4:08.30), che riscatta la disavventura della squalifica berlinese, bronzo per l'altra etiope Gelete Burka (4:08.39). La striscia vincente dell'Etiopia nel mezzofondo è interrotta da una vecchia volpe delle piste, lo statunitense di origine keniana Bernanrd Lagat, che gioca a nascondersi con Tariku Bekele, per buona parte di gara in testa al gruppo: volata di 200 metri, e oro per gli Stati Uniti (7:37.97). Alle sue spalle, ancora Spagna all'argento, con Sergio Sanchez (7:39.55), e bronzo al Kenya con Sammy Mutahi (7:39.90) che beffa Bekele (7:40.10) proprio sul traguardo. Stati Uniti anche nel lungo donne: Britney Reese si prende il titolo con 6,70, in una classifica che vede le prime quattro atlete in soli 7 centimetri (nell'ordine Gomes 6,67, Costa 6,63, Balta 6,63). Mariya Savinova sfodera la miglior prestazione mondiale dell'anno negli 800 metri (1:58.26) per mettersi al collo l'oro mondiale, infilando sul rettilineo conclusivo la britannica Jenny Meadows (1:58.43, record nazionale); bronzo (1:59.60) alla "lepre" Alysia Johnson, in testa per quasi tre quarti di corsa. Il quadruplo giro al maschile va al favorito Abubaker Kaki (Sudan) in 1:46.23, dopo una corsa in testa dal primo all'ultimo metro. In scia, spicca il bronzo del giovane polacco Ksczot (1:46.69).
Sorpresa nel getto del peso donne: la favoritissima neozelandese Valerie Vili finisce seconda (20,49), presa nella morsa bielorussa: Ostapchuk prima con 20.85, Mikhnevich terza con 20,42. Gli Stati Uniti festeggiano l'oro della staffetta femminile grazie ad una Alyson Felix sempre affidabile: l'americana tiene a bada la russa Firova nella retta finale, e taglia il traguardo in 3:27.34 (quartetto completato da Dunn, Trotter, e Hastings). Tutti attendevano, nei 60 metri donne, la sfida tra la statunitense Carmelita Jeter e la nuova stella delle Isole Vergini Laverne Jones Ferrette: ma alla fine, come spesso accade, è uscito fuori il terzo incomodo, ovvero la giamaicana Veronica Campbell Brown, con un sonante 7.00. Alle sue spalle, la Jones (7.03) e la Jeter (7.05). Negli ostacoli alti, Dayron Robles non tradisce. Lo statunitense Terence Trammel parte meglio, ma il campione cubano trova il guizzo giusto sul traguardo: il suo tuffo vale 7.34, a soli 4 centesimi dal record del mondo; Trammel segue a 7.36 (record nazionale); Xiang Liu, al rientro dopo le note traversie fisiche, è malinconicamente settimo, con 7.65. L'alto uomini è territorio russo. Vince Ivan Ukhov con 2,36 (sei soli salti, compreso un errore a 2,28), davanti al connazionale Yaroslav Rybakov (2,31) e allo statunitense Dusty Jonas (2,31). La 4x400, al contrario, è sempre questione a stetlle e strisce. Gli uomini (Torrance, Nixon, Tate, Jackson) fanno il bis delle donne in 3:03.40, e mettono in fila il Belgio dei fratelli Borlee (3:06.94), e la Gran Bretagna (3:07.52).
Numeri: Italia giù
I numeri non sono allegri per la squadra azzurra, anche se il DT Francesco Uguagliati ha sempre affermato che il Mondiale indoor di Doha non sarebbe stato che un punto di passaggio per il movimento italiano, sulla strada verso l'estate. Un solo finalista (Donato, quinto), su sette atleti partecipanti (otto convocati, Cusma compresa). E' il minimo storico, dopo i due finalisti e gli otto punti di Maebashi 1999. Nel medagliere dominano gli Stati Uniti, con ben 17 medaglie (8-3-6), davanti a Etiopia (5, 3-0-2), e Russia (9, 2-4-3). Ventotto i Paesi saliti sul podio. Il bilancio non cambia nella classifica a punti: Stati Uniti davanti a tutti (165), davanti a Russia (106) e Cuba (47). Cinquanta le nazioni con almeno un finalista (Italia quarantesima).
m.s.
Nella foto, Elena Isinabeva in azione a Doha (Giancarlo Colombo/FIDAL)
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