Doha super ma Howe non decolla

11 Maggio 2012

Grande partenza per la Samsung Diamond League, pioggia di risultati di livello mondiale. Il tendine fa male: il reatino non va oltre i 7,16

Il tendine operato fa ancora male, saltare risulta un’impresa. Questo il verdetto del meeting di Doha per Andrew Howe, il cui rientro, da un punto di vista strettamente tecnico, è stato davvero poco significativo. Un solo salto degno di nota, il secondo, nei quattro tentativi a disposizione, misurato a 7,16 (serie: 5,30; 7,16; N; 5,14). La sensazione, sempre tenendo ben presenti la gravità dell’infortunio che l'azzurro ha subìto, e la rapidità nel suo rientro alle gare, è che Howe abbia ancora parecchia strada da percorrere davanti a sé. Sempre che il tendine d'Achille del piede sinistro non lo costringa nuovamente ad una sosta ai box. Il lungo lo ha vinto il russo Menkov, con un buon 8,22, sopravanzando il sudafricano Mokoena (8,10) nell’ultima prova a disposizione.

Avvio esplosivo per la Samsung Diamond League. Risultati di straordinario valore, nello sprint e nel mezzofondo. La sfida tra Justin Gatlin e Asafa Powell nei 100 metri ha visto prevalere il primo, con un eccellente 9.87 (+0.4), tempo di un solo centesimo inferiore a quello dell’avversario giamaicano (9.88): primi squilli di tromba (considerato il 9.82 di Bolt della scorsa settimana e il 9.84 corso da Blake ieri notte) di un'estate probabilmente da ricordare. Sorpresa nei 100 metri al femminile, dove una determinatissima Alyson Felix, vincitrice in 10.92, è riuscita a prevalere sulle più quotate (in questa specialità) avversarie Veronica Campbell (10.94) e Shelly Ann Fraser (11.00).

Mezzofondo da urlo, tutto targato Kenya. David Rudisha è sublime negli 800 metri, chiusi in 1:43.10 nonostante il passaggio a metà corsa piuttosto rilassato (vicino ai 51 secondi per lui); Silas Kiplagat e Asbel Kiprop danno vita ad un duello d’altri tempi (uomo contro uomo) nei 1500, finendo in quest’ordine, entrambi al di sotto dei 3:30 (tempi di 3:29.63 e 3:29.78), anche per un contatto a cento metri dalla fine che facilita il decisivo sorpasso. Fantastico il crono dei 3000 siepi, con ben due uomini, Paul Kipsiele Koech e Richard Mateelong scesi, con ampio margine, al di sotto degli 8 minuti (7:56.58 e 7:56.81). E merita decisamente la citazione anche Pamela Jelimo, vincitrice degli 800 metri con un suntuoso 1:56.94 (quarta piazza, 1:59.26, per la cubana dell’Assindustria Padova, Yuneysi Santiusti). Il crono dei 3000 donne non è di livello mondiale, ma la gara risulta bellissima: la spunta allo sprint Vivien Cheruyot, in 8:46.44, soli cinque centesimi meglio dell’etiope Meseret Defar, al termine di un duello che sarà il leit motiv della stagione, fino ai Giochi di Londra (e passando per i 5000 del Compeed Golden Gala del 31 maggio). In questa overdose di tempi e confronti, rischiano l’oblio performances di straordinario livello come il 20.02 (-0.5) di Walter Dix nei 200, il 44.19 di LaShawn Merrit nei 400 metri, il 20,53 della Ostapchuk nel peso, il 67,53 di Piotr Malachowski nel disco. Chiusura con il tracollo dell'etiope Kenenisa Bekele, uno dei personaggi più attesi del meeting, solo settimo nei 3000 metri vinti da Augustine Choge (Kenya) in 7:30.42 (7:40.00 per Bekele). E' dura anche per i re. 

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- RISULTATI/Results


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