Doha: vola la 4x400 uomini, 4x100 donne settima
05 Ottobre 2019Il quartetto del miglio con Scotti, Aceti, Galvan e Re è in finale con 3:01.60, miglior tempo dal 1997. Brave le ragazze della staffetta veloce (42.98). Bogliolo in semifinale con 12.80
di FIDAL
Il settimo posto delle ragazze della staffetta veloce (Johanelis Herrera-Abreu, Gloria Hooper, Anna Bongiorni e Irene Siragusa, crono di 42.98) consegna all'Italia il quinto piazzamento nelle finali mondiali di Doha. La straordinaria prestazione del quartetto della 4x400 maschile (Edoardo Scotti, Vladimir Aceti, Matteo Galvan e Davide Re), terzo in semfinale con 3:01.60, porta l'Italia nella finale iridata della staffetta del miglio. Non ce la fanno, al contrario, le ragazze della 4x400 (Mariabenedicta Chigbolu, Ayomide Folorunso, Giancarla Trevisan e Raphaela Lukudo), che terminano none, in 3:27.57, a soli 17 centesimi dalla promozione. Di grande impatto anche l'esordio nel Mondiale di Luminosa Bogliolo, capace di vincere la sua batteria dei 100hs in un convincente 12.80 (+0.2), per l'accesso alla semifinale di domani. In serata, appuntamento con la maratona, sul lungomare di Doha (la Corniche). In gara tre azzurri: Eyob Faniel, Daniele Meucci, e Yassine Rachik.
LE GARE DEGLI AZZURRI
4x100 metri donne - finale - C'è anche l'Italia dello sprint, l'Italia delle donne che corrono veloce, nelle finale mondiale della staffetta 4x100. Johanelis Herrera-Abreu, Gloria Hooper, Anna Bongiorni e Irene Siragusa, bravissime ieri a centrare il piazzamento in finale (con record italiano portato a 42.90), fanno una figura degnissima, concludendo al settimo posto (42.98 il loro tempo), a soli otto centesimi dal fresco limite nazionale. Di più non si poteva chiedere a queste ragazze che sono simbolo di entusiasmo e gioia di vivere l'atletica, e hanno raccolto, oltre alla finale e al record, anche il pass olimpico per i Giochi di Tokyo 2020. Vince la Giamaica di Shelly-Ann Fraser-Pryce (nono titolo mondiale per lei, decima medaglia assoluta) in 41.44, davanti alla Gran Bretagna (41.85) e agli Stati Uniti (42.10), e con la Svizzera che finisce quarta con record nazionale abbassato a 42.18. Seguono Germania (42.48, a lungo in lotta con le azzurre) e Trinidad (42.71), prima di Team Italy. Squalificata la Cina, per cambio fuori settore (e singolare tentativo delle due atlete coinvolte di riguadagnare un cambio in zona regolare). L'Italia eguaglia il miglior piazzamento di sempre, il settimo posto (già evocato ieri) colto da Masullo, Dal Bianco, Ferrian e Tarolo a Tokyo 1991.
4x400 metri uomini - batterie - Una magia di Davide Re nel rettilineo conclusivo completa il lavoro compiuto dai compagni di staffetta, e lancia l'Italia nella finale mondiale della 4x400 (3:01.60 il crono azzurro). Dal cilindro del ligure non escono conigli, ma l'accesso tra gli otto nella rassegna iridata e, a completamento, un viaggio a Tokyo valido per i Giochi olimpici 2020. Bottino pieno. Edoardo Scotti, Vladimir Aceti, Matteo Galvan e Davide Re riportano l'Italia al vertice della specialità 22 anni dopo l'ultima volta: accadde ad Atene nel 1997, con un quartetto composto da Ashraf Saber, Marco Vaccari, Andrea Nuti e Fabrizio Mori (finirono settimi). Dopo discrete frazioni dei due giovani del quartetto (entrambi campioni europei juniores, il 19enne Scotti appena nel luglio scorso, Aceti a Grosseto 2017), Matteo Galvan comincia la rimonta. Sul rettilineo conclusivo della frazione del vicentino, lo spalla a spalla con l'Australia fa rimbalzare l'avversario lontano, con Re che si mette in moto da sesto. Il primatista italiano parte come una saetta, accorcia tutte le distanze, si accoda, inizia i sorpassi già all'attacco della seconda curva, ma è nella retta che fa una cosa letteralmente pazzesca: è all'interno, imbottigliato, e allora sceglie, a soli 50 metri dal traguardo, di spostarsi completamente all'esterno, pur nel pieno del convulso finale, per trovare spazi liberi e scatenare tutti i cavalli del proprio motore. Risale, e alla fine, di forza riesce a mettere il petto davanti a quello di Leungo Scotch, Botswana, per la conquista del terzo posto, con soli tre centesimi di margine (davanti Stati Uniti con 2:59.89, Colombia 3:01.06). Da oltre vent'anni una 4x400 tricolore non correva così veloce: in definitiva, il 3:01.60 è la quinta prestazione italiana di sempre. Lassù, in cima alla lista, resiste ancora il 3:01.37 del record nazionale, stabilito 33 anni fa, agli Europei di Stoccarda, da Giovanni Bongiorni (il padre di Anna, per i pochi che ancora non lo sapessero), Vito Petrella, Mauro Zuliani e Roberto Ribaud.
100hs - batterie - Un esordio da numero uno. Senza paura, fino al traguardo. Luminosa Bogliolo non finisce di stupire. Dopo un'estate passata a sfiorare ripetutamente il record italiano di Veronica Borsi (12.76, rimasto a due centesimi di secondo), e cogliendo successi come la vittoria agli Europei a squadre di Bydgosczc e alle Universiadi di Napoli, la ligure stampa anche un esordio mondiale da ricordare: vittoria in 12.80 (+0.2), a quattro centesimi dal record nazionale e a uno solo dal suo PB. Gara dall'evoluzione semplice: in avvio, la statunitense Brianna McNeal (già Rollins), la campionessa olimpica di Rio, si muove prima dello sparo e, malgrado le proteste, viene giustamente eliminata; alla seconda partenza, l'azzurra prende prima le misure alla giamaicana Thompson (12.85), poi la supera, involandosi verso il traguardo e la semifinale di domani pomeriggio. Tra gli applausi. La Bogliolo è una realtà della danza tra le barriere. Prima di lei, solo la Borsi (12.76) e Marzia Caravelli (12.85), avevano corso nella storia degli ostacoli alti al femminile del nostro Paese con tempi uguali o inferiori a 12.85. Poi è arrivata lei, Luminosa da Albenga. Che in poco più di tre mesi, quest'anno, lo ha già fatto cinque volte (sei con quella di oggi). Per agguantare la finale, servirà però, con ogni probabilità, correre al di sotto del record italiano. L'analisi dei tempi delle batterie, dice che tra il settimo posto dell'olandese Nadine Visser (12.75) e l'azzurra (12.80) ci sono ben cinque atlete in soli cinque centesimi. L'equilibrio è straordinario. Guida (a sorpresa) la nigeriana Tobi Amusan, capace di un eccellente 12.48 (+0.2).
4x400 metri donne - batterie - Nono posto, ad un passo dalla finale, ancora una volta in questo Mondiale. L'Italia della staffetta del miglio è fuori per 17 centesimi di secondo, grosso modo quello che pesa sull'avvio di Giancarla Trevisan, che centra in fase di partenza la seconda frazionista britannica, ormai quasi ferma nel mezzo della zona di cambio.
L'azzurra, ben lanciata da Mariabenedicta Chigbolu e dalla solita frazione di cuore di Ayomide Folorunso, in piena lotta per il terzo posto, è brava a non cadere, ed ancora di più nel lanciarsi all'inseguimento delle avversarie. Ma lo sforzo dei primi 200 metri finisce col pesare nel rettilineo conclusivo; Raphaela Lukudo è quinta, prova a risalire, ma pur recuperando, non riesce a raggiungere le avversarie. Oltre agli Stati Uniti (3:22.96) e alla Gran Bretagna (3:24.99), purtroppo lontani, ci finiscono davanti Ucraina (3:26.57) e Belgio (3:26.58, record nazionale). Ma quel che è peggio, il 3:27.57 delle azzurre è superiore al 3:27.40 dell'Olanda, quarta nella prima batteria, che ci soffia l'ultimo tempo utile per il ripescaggio. E la qualificazione automatica ai Giochi Olimpici di Tokyo.
Lungo donne - qualificazioni - Brutta serata per Tania Vicenzino e Laura Strati. Le due azzurre non riescono praticamente mai a trovare sintonia con la pedana, uscendo dal turno di qualificazione con risultati lontani dai loro limiti. Vicenzino si ferma a 6,23 (vento -0.1; serie: 6,19; N; 6,23), mentre Strati atterra a 6,05 (+0.3; serie: N; N; 6,05); cifre che non rendono giustizia al valore di queste due atlete, qui relegate al fondo della graduatoria. La qualificazione non è proprio impossibile: per farcela basta il 6,53 superato dalla statunitense Saunders, ultima a centrare il passaggio del turno (peraltro, con un solo centimetro di margine sulla superstar Britney Reese, eliminata). Solo in tre superano i 6,75 richiesti per l'ammissione diretta; in testa, la tedesca Malaika Mihambo, con un eccellente 6,98.
LE ALTRE FINALI DELLA SERATA
Ma che Mondiale è? Chi pensava, alla vigilia, che la rassegna iridata di Doha sarebbe scivolata via senza risultati di rilievo, sarà rimasto senza parole. Anche questa sera, al Khalifa, si vola. I 1500 metri donne sono, tempi alla mano, una delle più grandi gare della storia: a vincere è Sifan Hassan, per una doppietta attesa - dopo l'oro dei 10000m - ma non in questa misura. L'olandese, già al centro delle polemiche per l'affaire-Salazar, corre in 3:51.95, sesta prestazione mondiale all-time, trascinando un totale di nove atlete (!) al di sotto dei 4 minuti. E con un ultimo giro da meno di 60 secondi. L'argento va alla keniana Faith Kipyegon (3:54.22, record nazionale), il bronzo all'etiope Gudaf Tsegay (3:54.38). La statunitense Shelby Houlihan non sale sul podio con 3:54.99, la cifra del record continentale nordamericano; e la britannica Laura Muir, unica ad aver realmente provato ad attaccare la Hassan, è quinta in 3:55.76. Il getto del peso non è da meno, per valore dei risultati. Le tre medaglie stanno tutte in un solo centimetro. Vince lo statunitense Joe Kovacs con 22,91, davanti al connazionale Ryan Crouser (22,90) e al neozelandese Tom Walsh (anche lui 22,90); il brasiliano Romani, capace di 22,53, è solo quarto. I 5000 metri sono ancora terreno di scontro Europa-Africa: la giovane tedesca Konstanze Klosterhalfen, compagna d'allenamento della Hassan in Oregon, prova fino all'ultimo giro ad opporsi allo strapotere keniano, ma Obiri (oro in 14:26.72) e Kipkemboi (argento in 14:27.49) la beffano nel finale, lasciandole il bronzo (14:28.43). Nel triplo donne, la venezuelana Yulimar Rojas ottiene l'eccezionale misura di 15,37, a soli 23 centimetri dal primato del mondo (e a 4 dal proprio miglior risultato di sempre, già seconda prestazione all-time). La staffetta 4x100 maschile, già stratosferica in semifinale, regala la seconda miglior prestazione mondiale di sempre, firmata dagli Stati Uniti, oro in 37.11 (il record mondiale della Giamaica di Bolt resta lassù, a quota 36.84); record europeo per la Gran Bretagna, seconda in 37.36, e bronzo al Giappone, anche in questo caso record continentale (d'Asia) in 37.43. Il Brasile, quarto in 37.72, firma il terzo primato continentale della incredibile prova.
m.s.
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