Dos Santos e Radcliffe, New York è loro
Dos Santos e Radcliffe, la Maratona di New York edizione 2008 premia corridori già conosciuti e presenti nell'albo d'oro della manifestazione ma soprattutto regala come suo solito grandi emozioni e offre ai due vincitori un'occasione d'importante riscatto. Marilson Dos Santos, brasiliano, si ripete a due anni di distanza dalla sua prima vittoria, dopo la quale era scomparso dalle grandi scene. A New York ha avuto il grande pregio di crederci sempre e di controllare l'evoluzione della corsa, in particolare quando il marocchino Goumri, secondo lo scorso anno, ha lanciato la sua offensiva ben prima del 30. km come aveva annunciato alla vigilia. Dos Santos lo ha lasciato sfogare per riprenderlo negli ultimi due km quando si era già all'interno del Central Park. 2h08:43 il tempo per il brasiliano con Goumri (2h09:07) ancora una volta secondo, come a New York lo scorso anno e a Londra nelle ultime due edizioni. La fama di "eterno secondo" della maratona oramai non gliela toglie più nessuno... Terzo il kenyano Daniel Rono in 2h11:03 davanti all'eterno connazionale Paul Tergat in 2h13:10.
Paula Radcliffe finalmente si butta alle spalle l'ennesima delusione olimpica. Evidentemente Pechino è arrivata con due mesi d'anticipo sulla sua tabella di marcia riveduta e corretta a causa dei problemi fisici dai quali solamente ora è riuscita a venire fuori e a New York ha corso da padrona com'è solita fare. Le avversarie (anche in questo caso, come nella prova maschile, prevalentemente non kenyane e questa è una sorpresa visto l'andazzo generale) si sono presto sciole come neve al sole, ultima la quarantenne russa Petrova che comunque è riuscita nel finale a contenere il ritorno della debuttante americana Goucher. La Radcliffe ha chiuso in 2h23:56 con 1:47 di vantaggio sulla russa il che la dice lunga della differenza messa in mostra dalla primatista mondiale, alla sua terza vittoria sulle strade della Grande Mela. La Goucher è terza in un promettentissimo 2h25:53.
C'era anche tanta Italia nella prova americana, come sempre. Oltre 3.500 al via, un numero inferiore a pochissime maratone italiane e considerato il secondo contingente straniero a New York dopo quello britannico. Non c'erano grandi nomi ma la lotta fra i nostri è stata molto accesa con Marco Gaiardo, l'azzurro pluridecorato della corsa in montagna, che per lungo tempo è stato in testa (sempre relativamente agli italiani) prima di entrare in crisi dopo il 30. km., venendo superato da Pasquale Rutigliano e Francesco Minerva, il corridore pugliese già vincitore a Bari e Latina che concludeva, primo italiano al traguardo, in 2h23:49 con Rutigliano in 2h25:01, entrambi fra i primi 50 della gara (Minerva era 26.). Fra le donne dominio incontrastato per Daniela Vassalli, più volte vincitrice nelle classiche italiane, che chiudeva in 2h42:24, quasi sei minuti in meno dell'ex azzurra di maratona Lucilla Andreucci (2h48:03) alla sua ultima uscita sulla distanza.
Gabriele Gentili
Nella foto: l'arrivo della Radcliffe (foto organizzatori)
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