Due vittorie per l'Italia in Coppa Europa



Due vittorie per l’Italia nella prima giornata della First League di Coppa Europa, andata in scena oggi pomeriggio a Praga (Repubblica Ceca). Magdelin Martinez (triplo, 14,25) e Silvia Weissteiner (3000 metri, 8:57.80) hanno portato il massimo bottino di punti alla squadra azzurra, costretta, al termine delle prime dieci gare, ad inseguire la Bielorussia, a cinque lunghezze. E’ stata una battaglia a tre continua, tra Italia, la già citata Bielorussia e le padrone di casa della Repubblica Ceca, punto su punto, con le altre a fare da comparse, probabilmente anche oltre le previsioni. La promozione è assolutamente in bilico: l’unico posto a disposizione verrà assegnato domani, al termine di una seconda giornata che si attende combattuta tanto quanto quella che si è appena chiusa. Oggi, l’Italia ha sofferto in avvio, per poi riprendersi nella seconda parte del pomeriggio, recuperando punti alle avversarie, ma finendo per recriminare, a conti fatti, per almeno un paio di prestazioni al di sotto delle attese. Il racconto. Benedetta Ceccarelli, incatenata al suolo da un tendine d’Achille malandato, sembra un’altra atleta rispetto alla scorsa stagione. Il suo avvio è prudente, mentre le altre le sfilano via a destra e a sinistra, ma fin qui non ci sarebbe nulla di strano; purtroppo però il cambio di marcia, marchio di fabbrica della perugina dal settimo ostacolo in avanti, non ingrana, e alla fine per lei arriva un piccolo quinto posto, in 58.25. Il successo va alla ceca Hejnova, primato nazionale con 55.83, il secondo posto va all’irlandese Carey con un accessibile 57.20. Va un po’ meglio con Elisa Cusma negli 800 metri, che sceglie – e fa bene – di seguire la bielorussa Natalya Koreyvo nel suo sollecito passaggio ai 400 (58.88), seminando tutte le altre. Per la verità l’azzurra finisce sulle ginocchia (2:02.42), e non riesce mai ad impensierire l’avversaria (prima in 2:01.63), ma il pacchetto di punti ottenuto con il secondo posto (sette) è cospicuo, ed è questa l’unica cosa che conti. Nei 100 metri dominati dalla superstar belga Kim Gevaert (11.17, ma con vento a + 2.2), Elena Sordelli parte bene e si getta sul traguardo, ma esce quinta, in 11.79: rendiamo a questo punto altri due punti alle ceche, partite col vento in poppa (prime dopo tre gare, Italia quarta a quattro punti). Anche il disco conferma quello che commentatori à-la-page definirebbero il trend: Cechia a comandare, davanti a Bielorussia e Italia. Laura Bordignon fa il suo, è terza con 55,58 (vittoria alla irraggiungibile Pospisilova, con 63,48), e mantiene a galla l’Italia, indietro di sei lunghezze rispetto alle capofila. Daneila Reina prova a dare la scossa: il suo giro di pista è accorto e molto ben distribuito, con un finale in rimonta che piace per grinta e determinazione. Alla fine è terza in 52.18, primato personale limato di oltre mezzo secondo (aveva 52.76), dietro alla bielorussa Zhalniruk (52,18) e alla irlandese Cuddihy (51.63). Uno sguardo alle statistiche allarga il sorriso: quello della marchigiana è il sesto crono italiano di sempre, che da un spallata ad una specialità reduce da diverse stagioni di stasi. E’ ancora la pista a sorridere alle azzurre: Silvia Weissteiner conferma l’ottimo momento di forma vincendo agevolmente i 3000 metri in 8:57.80. La gara la conduce la bielorussa Starovoytova, che sceglie di partire dopo appena 400 metri dal via; l’altoatesina non si scompone, e attende il passaggio ai 2000 metri (6:03) per concludere la sua rincorsa. Un ultimo mille metri in 2:53.5 chiude alla grande, con la prima vittoria per l’Italia nella manifestazione. L’esito dell’asta spegne però il riardere della fiamma: Anna Giordano Bruno è quinta con 3,90. Il piazzamento in realtà non è lontanissimo dalle attese, ma considerato che le sarebbe bastato superare i 4,10 per arrivare seconda alle spalle della ceca Hamackova (4,45), il suo risultato non può essere archiviato senza un pizzico di rammarico. Per fortuna ci deve essere nell’aria ancora l’entusiasmo per la piccola Weissteiner, perché Magdelin Martinez si scrolla di dosso i dubbi e le incertezze di questa prima parte di stagione imponendosi con la misura di 14,25 (vento a -0.4; serie: 13,85; 14,25; 13,91; N). Per l’italocubana (che ha abbandonato gli esperimenti, riproponendosi con lo stesso arto di stacco del passato) si tratta di una bella iniezione di fiducia; per la squadra azzurra, un bottino di otto punti da spendere per il tentativo di risalita. L’altra “grande” schierata da Silvaggi in questa prima giornata, Zahra Bani, finisce terza nel giavellotto, purtroppo proprio alle spalle delle dirette concorrenti, le lanciatrici di Bielorussia e Cechia. La miglior misura della piemontese è di 59,35 (serie: 53,81; 56,41; 54,44; 59,35), mentre la Spotakova – l’ovvia favorita della vigilia – si impone con un notevole 64,68. La Bani produce la solita rimonta, ma i quattro lanci che sono la regola di Coppa, certamente non la favoriscono. I 3000 siepi potrebbero aiutarci, ma invece finiscono per farci del male: la Romagnolo stacca in un primo momento le rivali di classifica, ma poi cede e finisce per arrendersi (settima in 10:31.37). Fortunatamente però le avversarie non sono dei fenomeni, e dunque il danno è contenuto in termini di punti. Si chiude con la staffetta 4x100, con l’Italia che insegue, prima del via, dal terzo posto, a quattro punti dalla Bielorussia e a uno dalla Repubblica Ceca. La staffetta del giro si comporta molto bene, probabilmente anche oltre le attese, al di là del tempo conclusivo: Sordelli è reattiva allo sparo, Graglia si difende bene, così come Grillo e Arcioni, e il risultato è un secondo posto alle spalle della solita Bielorussia, in 44.27 (44.03 per le vincitrici). La classifica finale dice Bielorussia 67, davanti a Italia e Repubblica Ceca, appaiate a quota 62, e Finlandia, 51 (per dare la misura della distanza tra le prime tre e le altre). Domani, seconda e decisiva giornata: l’Italia schiera tra le altre Antonietta Di Martino (alto), Ester Balassini (martello) Chiara Rosa (peso), Renate Rungger (5000 metri), Margaret Macchiut (100 ostacoli). A loro, e alle altre che andranno in gara, il compito di costruire, pezzo per pezzo, il piccolo miracolo necessario a vincere qui a Praga. Marco Sicari Nella foto, Silvia Weissteiner in azione a Praga (Giancarlo Colombo per Omega / FIDAL) File allegati:
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