E' la Williams la più veloce del mondo



Giornata senza italiani in gara quella odierna a Helsinki, ma certamente non senza emozioni. A cominciare da quelle riservate dalla finale dei 100 femminili, nella quale un primo verdetto si è avuto subito in partenza, quando la francese Arron, da molti considerata la favorita, sconta un avvio al rallentatore e si prodiga in una rimonta che la porterà al bronzo, un risultato importante ma per lei l‘ennesima occasione mancata. La gara più veloce incorona un’altra americana, esattamente com’era successo per la prova maschile con Gatlin. Il titolo va a Lauryn Williams, che legittima il suo oro con un tempo di tutto rispetto, 10.93 (oltretutto ottenuto sotto la pioggia), utile per precedere la giamaicana Campbell, olimpionica sulla distanza doppia. Da notare che l’ultimo posto in finale va alla bielorussa Nesterenko, l’olimpionica di Atene che dopo la gara a cinque cerchi non si era più vista: l’atleta dell’Est è andata in crescendo durante tutto il torneo come aveva fatto in Grecia, ma stavolta ha mancato l’acuto conclusivo. Bekele era da molti considerato il più netto favorito di tutta la rassegna iridata, un oro pressoché sicuro. Invece l’etiope ha dovuto sudare per conquistare l’ennesimo successo. La gara è stata l’ennesimo scontro tra Etiopia e Kenya, ma questa volta quest’ultimo è stato molto più competitivo, tanto da impedire il ripetersi della tripletta etiope com’era avvenuto nell’identica gara femminile. Bekele contava molto sul monopolio del podio, ma il grande lavoro di Abebe Negera è costato a quest’ultimo un crollo nell’ultimissima fase. Sihine ha fatto da valletto al capitano, che comunque si è riservato la passerella nel rettilineo conclusivo, mentre il bronzo è andato al keniano Mosop. I primi nove sono tutti atleti africani o presunti tali (nono Kemboi, keniano del Qatar), un segnale decisamente non incoraggiante per il mezzofondo europeo. Dopo tanto patire, Kajsa Bergquist è tornata a svettare nell’alto, ed è un peccato che non si sia trovata di fronte le due grandi rivali dello scorso anno, la russa Slesarenko e la sudafricana Cloete, perché sarebbe stata con loro la più grande gara di sempre. La svedese, che aveva dovuto saltare le Olimpiadi per un grave infortunio, ha valicato i 2,02 per battere l’americana Howard, poi ha tentato per tre volte il mondiale a una quasi improponibile misura di 2,10. Bronzo all’altra svedese Emma Green, e in attesa di Holm nell’omonima gara maschile, la Svezia si candida come grande protagonista dei Mondiali, pur scontando l’assenza del triplista Olsson, un altro oro quasi sicuro. Un pizzico d’Italia in effetti c’è stato durante la serata: nei 3000 siepi femminili che facevano il loro esordio ai Mondiali, il titolo è andato all’ugandese Dokus Inzikuru, che ha dato dimostrazione di grande perizia nel passaggio degli ostacoli. L’ugandese è tesserata per la Camelot, vive a Milano e si sente sempre più italiana, è diventata una beniamina del club milanese. Dietro la Inzikuru le altre medaglie sono andate alla russa Volkova e alla keniana Kiptum. Nel martello una bordata al quarto lancio atterrata a 83,89 metri ha permesso al bielorusso Tikhon di superare il suo connazionale Devyatovskiy che nel turno precedente aveva lanciato a 82,60; terzo il favorito della vigilia, il polacco Ziolkowski con un per lui “modesto” 79,35. Nelle semifinali dei 1500 va sottolineato il crollo del francese Baala, esattamente com’era avvenuto ad Atene, una debacle che spiana la strada verso l’oro all’ex marocchino Ramzi, pronto a regalare uno storico oro al Bahrain. Domani l’Italia torna a gareggiare, schierando molte delle sue punte: nelle batterie dei 200 Andrew Howe ha un compito sulla carta agevole (dovrà superare uno tra il trinidegno Armstrong, Buckland delle Mauritius e il brasiliano Domingos, atleti comunque alla sua altezza) mentre per Kaba trovare un posto fra i primi tre si prospetta arduo contro Bolt (Jam), Suetsugu (Jpn), Pierre (Tri) e Beyens (Bel), tutti con personali stagionali migliori del suo. Nei 400 Barberi sarà impegnato nella quarta batteria, puntando a un buon tempo “pilotato” dall’americano Rock e dal bahamense Brown. Gibilisco nell’asta affronta il primo scoglio verso la difesa del suo titolo, ossia le qualificazioni, come anche Camossi nel triplo, Pignata nel giavellotto e la May alla sua ultima apparizione iridata nel lungo. Le finali previste sono quattro: disco donne, 3000 siepi uomini (con i keniani contro il “transfuga” Saaeef Shareen), 800 donne e 400hs uomini, dove si prospetta una sfida tutta da godere fra Usa e resto del mondo. Gabriele Gentili Nella foto: Francesco Pignata, che domani sarà impegnato di primo mattino nelle qualificazioni del lancio del giavellotto (foto Omega/Fidal) File allegati:
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