Erfurt, euforia Italia, altre cinque medaglie
Cinque medaglie di bronzo per l’Italia nella quarta giornata dei campionati Europei Under 23, che si sono conclusi oggi a Erfurt, Germania. Agli attesi Koura Kaba Fantoni e Vincenza Calì, protagonisti annunciati dei 200 metri, si sono aggiunti i due quartetti veloci da loro capitanati, e Silvia La Barbera, brillantissima in un 5.000 costruito ed orchestrato ad arte. E’ arrivato anche un record di categoria, quello della 4x100 maschile, 39.41 (cinque centesimi meglio del vecchio limite, risalente al 2002) ad impreziosire il bottino tecnico del pomeriggio. E’ stata in definitiva una grande giornata per l’Italia, che ha visto così il suo medagliere lievitare dopo l’oro ed il bronzo vinti ieri da Simona La Mantia nel triplo e da Chiara Rosa nel getto del peso. La giornata tricolore si è aperta con i 200 metri donne. Vincenza Calì ha acciuffato un bronzo che, vista l’evoluzione della sua stagione (allenamento vero solo da aprile in avanti, dopo l’intervento alla schiena di fine 2004), ha un valore molto particolare. La palermitana si è presentata al via con il secondo miglior tempo di accredito tra le iscritte, dietro alla russa Yelena Yakovleva. Che, come da copione, ha vinto, con il personale portato a 22.99 (+0.7). In mezzo, è spuntata, inattesa, l’ungherese Nikolett Listar, con il record nazionale di categoria (23.19). Poi, Vincenza, grazie ad un 23.31 che è la sua terza prestazione di sempre. “Finalmente una medaglia – il commento dell’azzurra – dopo tanti quarti posti, non vedevo l’ora di riuscire a salire su un podio. E’ una medaglia importante, sofferta, che significa che il prossimo anno, con una preparazione finalmente completa, stupirò tutti, anche quelli che non credono in me”. L’analisi della gara è lucida: “Non ho corso benissimo; non sono riuscita a cambiare dopo l’ingresso in rettilineo, come spesso riesco a fare, rimanendo un po' legata. Certo, la russa me l’aspettavo, ma l’ungherese è una mezza sorpresa. In ogni caso, sono felicissima. Ora, qualche giorno di riposto, e via con la preparazione per Helsinki. Laggiù sarà diverso: le tensioni per la staffetta sono diverse da quelle per una gara individuale, certamente più attenuate”. Il Koura Kaba Fantoni dei 200 metri è certamente da apprezzare di più di quello visto nei 100, malgrado anche in questo caso la reazione alle sparo sia stata ai limiti dello sconcerto (0.248!). L’evoluzione successiva, però, è andata decisamente meglio: discreta curva, buona fase centrale, e un finale sempre brillante. L’oro è andato – a sorpresa – al francese David Alerte (20.47, vento +1.3), che ha beffato il favorito numero uno, il tedesco Sebastian Ernst (20.58, argento). Dietro di loro, Kaba è riuscito a vincere la classica volata del gruppo, mettendo il petto davanti a quello del britannico Fifton per soli due centesimi, sufficienti comunque per il bronzo. “Devo maturare come atleta – la fin troppo severa autocritica dell’azzurro – anche qui ho pensato agli altri, li ho aspettati all’uscita dalla curva, invece di isolarmi e pensare alla mia corsa. Sì, il bronzo è una bella soddisfazione, ma se dicessi che sono contento al cento per cento, sarei un bugiardo”. La terza medaglia di bronzo della giornata l’ha regalata una ragazza minuta, già in passato capace di entusiasmare: Silvia La Barbera, palermitana di Altofonte, campionessa europea Juniores dei 5.000 metri a Tampere 2003, che qui a Erfurt ha saputo ripetersi nella categoria superiore (terza in 16:07.01), correndo una gara strepitosa dal punto di vista tattico. Nel senso che, valutate le proprie potenzialità e quelle delle avversarie, ha scelto l’unica strada possibile: ovvero, mettersi in testa a tirare, praticamente dal primo metro, supportata, almeno all’inizio, dalla sorella Barbara (quinta in 16:22.17). Con passaggi di 6:33.37 ai 2.000, 9:46.69 ai 3.000, 13:01.85 ai 4.000, la siciliana ha staccato tutte le avversarie, una dopo l’altra. Rimasta sola con la russa Petrova (vincitrice dei 10.000) e la turca Uslu, ha reagito all’attacco della prima, avvenuto a mille metri dalla fine, per arrendersi solo nell’ultimo giro. “Ci ho sempre creduto – racconta la siciliana – avevo studiato le avversarie, e sapevo che questa era la mia unica possibilità. Non mi aspettavo la turca, ma della russa sapevo ormai tutto, dopo averla vista nei 10.000 metri. I tanti infortuni che ho patito dopo Tampere mi hanno messo un po’ fuori gioco, ma ora, con i nuovi plantari, ho risolto anche i fastidi alla schiena che mi avevano tormentato. Speravo che Barbara mi seguisse, alla fine: sarebbe stato magnifico arrivare vicine”. Il controcanto è immediato: “Allenarsi insieme ogni giorno è bellissimo – racconta Barbara – aiuta a superare le difficoltà. Non ho avuto un anno felice, ho preparato l’Europeo in soli due mesi, ma volevo esserci, e il quinto posto è una grande premio”. Poi, le due staffette 4x100: altrettante medaglie di bronzo italiane, con le donne che, complice una gara che avrebbe fatto la gioia di Biscardi e delle sue moviole, sono salite e scese dal secondo gradino del podio almeno un paio di volte. In ogni caso, alla fine è stato terzo posto, con Claudia Baggio, Doris Tomasini, Alessia Berti e Vincenza Calì capaci di un buon 45.03 (oro alla Francia in 44.22, argento alla Germania, 44.89 e un ultimo cambio assai discutibile). Bronzo anche per la 4x100 maschile (Rosario La Mastra, Alessandro Rocco, Stefano Anceschi e Koura Kaba Fantoni) con l’aggiunta della miglior prestazione italiana Promesse, un 39.41 che cancella il 39.46 stabilito il primo giugno 2002 a Lubiana (quartetto composto da Dentali, Dacastello, Marsadri e Di Gregorio). Quattro centesimi tra Fantoni e Leon Baptiste, con gli inglesi beffati ancora una volta dal finale con le ali ai piedi dell’azzurro (stavolta magistrale; oro ancora alla Francia, 38.95, argento alla Germania, 39.12). Stefano Scaini (nono, 14:25.36) e Stefano Cugusi (dodicesimo, 14:32.00) si sono battuti con orgoglio nella finale dei 5.000 metri, ma hanno dovuto arrendersi quando il ritmo è cresciuto sotto la spinta dei battistrada (oro al russo Anatoly Rybakov, il gemello di Yevgeny, vincitore dei 10.000 metri venerdì). Lo stesso ha fatto Omar Rachedi nei 1.500 metri (decimo posto finale, 3:53.35), ben corsi fino al giro finale. La staffetta 4x400 (Moscatelli, Donati, Leone, Moraglio) si è difesa come ha potuto, ma in finale non è andata oltre l'ottavo posto (3:11.10). Il medagliere della manifestazione, dominato dalla Russia (31 medaglie, ben 15 d'oro), vede l'Italia al tredicesimo posto, in virtù della relativamente modesta nobiltà dei metalli conquistati. Il numero assoluto di medaglie riporta però l'azzurro in quinta posizione, alle spalle di Russia, Francia, Germania e Gran Bretagna. Sfiorato il record assoluto di podi per l'Italia: ne avevamo ottenuti in misura maggiore (otto) solo nella prima edizione, quella di Lubiana '97. Il trend, da allora, era stato in netta discesa (4 medaglie ad Amsterdam 2001, 2 medaglie a Bydgoscz 2003). E brilla anche il settimo posto assoluto nella classifica a punti (ben 72, contro i 50 conquistati nel 2003). L'inversione di tendenza sembra decisamente più che una semplice percezione. Marco Sicari
File allegati:
- RISULTATI COMPLETI, STATISTICHE
- LE FOTO DA ERFURT
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