Eurocoppa, l'Italia sfiora il podio, è quarta
Una bella Italia sfiora il podio nella Coppa Europa indoor di Lipsia, chiudendo in quarta posizione dopo una serie di prestazioni in positivo, a un solo punto dalla terza piazza, finita alla Germania (titolo alla Francia, davanti alla Russia). Prima della staffetta conclusiva, gli azzurri erano sul secondo gradino del podio, a sole quattro lunghezze dalla Francia capofila, ma a quel punto, in realtà, le carte migliori erano già state giocate. Onore quindi alla squadra, capace di rispettare in pieno le attese complessive, e di evidenziare anche alcune belle realtà individuali. Una vittoria (di Andrea Giaconi, nei 60hs), un secondo posto (Collio nei 60, 6.63) e due terzi (Vincenti nei 3000, 7:51.89; Donato nel triplo, 16.65), rapresentano il meglio tra quanto raccolto dal team tricolore. Andrea Giaconi è l’uomo che riportato il massimo di punti possibili, nove, frutto del successo nella gara sulle barriere alte. L’azzurro non si è fatto intimidire dalla raffica di false partenze vere e presunte (fuori Kronberg, non senza le solite insopportabili polemiche), ed è riuscito a manternere la necessaria concentrazione. La reazione alLo sparo non è stata travolgente, anzi (0.210!), ma con il passare dei metri di corsa l’azione è diventata via via più fluida, fino al traguardo, tagliato al comando. Il successo è addirittura netto, con un 7.72 che lascia il secondo classificato (l’olandese Sedoc) a 8 centesimi. “In gara – le parole di Giaconi –, ho cercato soprattutto di rimanere freddo, di non farmi coinvolgere dalle false partenze. Credo di esserci riuscito, e il 7.72 finale, considerata la brutta partenza, mi soddisfa in pieno”. I 60 metri proponevano uno dei piatti forti della Coppa indoor: la corsa del britannico Jason Gardener, capolista mondiale 2004 con 6.49. Il britannico ha confermato l’eccellente momento di forma, imponendosi con 6.51 (tra l'altro, con un tempo di reazione impossibile, addirittura 0.409, roba da fare il record del Mondo di una decina di centesimi...è possibile un guasto al meccanismo). Dietro di lui, ha trovato spazio l’uomo nuovo dello sprint azzurro, quel Simone Collio che ha già fatto tremare l’annoso record italiano di Pierfrancesco Pavoni (6.55; Collio ha corso due settimane fa in 6.58). Il milanese, autore della prima falsa partenza, non ha ceduto né all’emozione né alla tensione, chiudendo al secondo posto in 6.63. “Ma sono rimasto sul blocco – commenta nel dopo corsa – con una partenza vera, avrei ottenuto ancora un tempo al di sotto dei 6.60. Ad ogni modo, sono contento così, ho portato sette punti alla squadra, e questo è quello che più importa. Mi rifarò domani a Karlsruhe, dove potrò anche sfruttare la batteria per entrare al meglio nel clima gara”. Altro uomo-simbolo della Coppa, certamente ancor più di Jason Gardener, era lo svedese Christian Ollson, il campione del Mondo della specialità. Il triplista svedese, reduce dal 17.64 di due giorni fa a Stoccolma (vicino al 17,80 del suo record europeo), si è imposto agevolmente con 17,31, misura centrata alla prima prova. Dietro di lui, progressi anche per Fabrizio Donato, bravo a chiudere al terzo posto (alle spalle del russo Gushchinskiy, 16,94) con un discreto 16,65 (serie: 16,07, 16,46, 16,65, 16,43). Il laziale sembra sulla strada giusta: lo stage in Sudafrica lo ha rigenerato, ora gli Assoluti potrebbero diventare un buon trampolino di lancio per i Mondiali in sala di Budapest (5-7 marzo). Anche Salvatore Vincenti, impegnato nei 3000 metri, non ha deluso le attese. Il siciliano ha sempre seguito il treno dei primi, lanciato senza indugi dallo svedese Erik Sjoqvist (2:36.99, 5:17.88 i parziali). A due giri dalla fine, la decisione della gara, con il francese Sghyr e l’olandese Liefers a prendere il largo. Questione di una frazione di secondo: l’attimo di incertezza costa caro a Vincenti, che si fa sorprendere ma riesce comunque a chiudere in un buon 7:51.89, primato personale. “Volevo finire forte – il commento di Vincenti –, quindi non ho reagito come avrei dovuto ai 400 metri dalla fine, quando i due davanti hanno cambiato passo. Ma sono comunque contento, il tempo ottenuto conferma che sto bene, le sensazioni ricevute in gara sono decisamente confortanti”. Piace anche Andrea Barberi, che pur non migliorandosi rispetto all'esordio di Glasgow di fine gennaio (47.64, stagionale eguagliato), trova le giuste spinte per chiudere al primo posto la sua serie dei 400 metri. Il computo complessivo, comprensivo della seconda serie (più veloce della sua) lo metterà poi al quarto posto, portando punti preziosi alla squadra. Negli 800 metri è ancora Olanda, con Bram Som che è bravo a chiudere agevolmente in volata una gara condotta su ritmi non trascendentali (tempo finale 1:48.79, passaggi in 27.58, 55.46, 1:22.26 sempre ad opera dello svedese Pell). Affonda Christian Neunhauserer, ottavo in 1:51.15. Ancora più tattici i 1500 metri, vinti dal francese Yemmouni in 3:49.82. Lorenzo Perrone non ha ancora nelle gambe la brillantezza necessaria a battagliare sugli anelli indoor, ma riesce comunque a districarsi nel finale, usando anche un po’ i gomiti (utili soprattutto nei confronti dellolandese Koers), e chiudendo al quarto posto in 3:50.70. Nell’asta, il tedesco Bjorn Otto non ha fatto rimpiangere i suoi più celebri connazionali, tutti assenti (come Gibilisco, del resto) dalla pedana di Lipsia. La vittoria è andata proprio a lui, con un 5,70 buono per regolare il russo Pavlov, maggiormente accreditato (5,80 quest’anno) ma fermo a 5,65. Settimo posto per l’azzurro Matteo Rubbiani, che ha confermato quanto nelle sue attuali possibilità, valicando la quota di 5,20. In campo femminile, l'atteso dominio russo ha trovato proporzioni, se possibile, ancora più ampie. Il secondo posto delle tedesche è distante addirittura 18 punti (82 a 64) dal vertice, anche se proprio le padrone di casa hanno regalato la miglior prestazione tecnica: i 2,00 metri in alto saltati da Daniela Rath. Cose interessanti sono venute soprattutto dalle pedane, dove Khudoroshkina (18,75 nel peso) e Simagina (lungo, 6,72) hanno dato segnali importanti della vitalità continentale al femminile. Notevole anche il record di Grecia della Redoumi (7.97) nei 60 ostacoli, oltretutto perché ottenuto a spese della pluridecorata spagnola Alozie (seconda in 7.99). m.s. File allegati:
- L'intervista video a Giaconi
- L'intervista video a Collio
- RISULTATI COMPLETI
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