Eurocross, la De Soccio ritrova l'Europa
Alla vigilia dei Campionati Europei di cross Adelina De Soccio parla di sé, delle sue sensazioni relative all'impegno continentale e delle prospettive immediate e future per il proseguimento della sua giovane carriera. La campionessa europea junior dei 3000 metri affronta con il giusto piglio la sua prima esperienza europea da under 23. Il volo da Roma a Milano Malpensa dura un sospiro ma c'è tempo per fare il punto sulla situazione. Adelina lascia dietro di sé un sole che profuma di primavera per planare sotto un cielo plumbeo e minaccioso. Il probabile fango è solo uno dei tanti pensieri. - Come arrivi a questa edizione del Campionato Europeo di cross? - Si tratta pur sempre di un Campionato d'Europa, e emotivamente mi sento un po' agitata. Ho un po' di paura che è normale figlia della tensione, ma è una reazione normale perché sento l'impegno e voglio ben figurare. E poi sento particolarmente questo impegno perché sono al primo anno promesse ed è un salto in avanti. - Le tue attuali condizioni fisiche come sono? - Sto abbastanza bene ma non mi sento di proiettarmi al giorno della gara e di fare dei pronostici. Al momento della competizione qualcosa può andare storto e rovinare i programmi che ti prefiggevi di realizzare. Spero tutto fili liscio perché le condizioni sono ok. - Conosci in modo particolare qualcuna delle tue avversarie? - Ho ben presente l'olandese Kuijken, che è arrivata dietro di me a Kaunas e che conoscevo già da prima. Quest'anno ha corso i cinquemila in 16:20, un buon risultato. Delle altre non conosco nessuna. - Come è stato il 2006 di Adelina De Soccio? - Il 2006 è andato molto bene. Temevo di pagare il salto di categoria ed invece mi sono presa diverse soddisfazioni, sia in pista (primato personale sui cinquemila di 15:49.38, ndr) che nel cross. Sono arrivata seconda assoluta ai campionati italiani di cross corto, mentre l'ultimo test è stato a Codino, dove mi sono classificata quarta, un risultato da interpretare in chiave positiva per l'impegno europeo. - Cosa è cambiato rispetto alla vigilia degli Europei Junior di Kaunas? La medaglia d'oro ha influenzato il tuo modo di vivere l'attesa della competizione? - Sono semplicemente quella di prima. Il titolo europeo junior sui tremila metri non mi ha cambiato, forse rispetto a prima subisco qualche pressione in più, ma fa parte del gioco. - L'introduzione della gara under 23 cambia qualcosa nel modo in cui avresti interpretato la gara se avessi gareggiato con le "grandi"? - Qualcosa sì. In una gara assoluta non ci sarebbe stato nulla da fare, sarei partita psicologicamente rassegnata ma per questo motivo anche più sollevata dal dover dimostrare qualcosa. Nella categoria under 23 ritrovo comunque atlete di due anni più grandi di me perché io sono al primo anno. Psicologicamente l'approccio alla gara è un po' meglio, la categoria apre qualche prospettiva più alla mia portata. - Cosa ti aspetti dal futuro ed in particolare dal 2007? - Spero di continuare a fare bene. In particolare di dare soddisfazioni alla mia nuova società, le Fiamme Gialle. Marco Buccellato
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