Euroindoor, la Martinez è medaglia d'argento,
La medaglia, alla fine, è arrivata. E l'ha ottenuta proprio l'atleta dalla quale ci si aspettava il podio, ovvero Magdelin Martinez. Per la triplista di Camaguey è giunta un d'argento dal sapore dolceamaro, centrato con un ultimo salto di 14,54 (serie: N; 14,40; 14,49; 14,35; N; 14,54). L'oro è finito al collo della russa Viktoriya Gurova, capace di un 14,74 che è la sua miglior prestazione personale assoluta, e che ha spento il sogno della Martinez di salire sul gradino più alto del podio. "Ci tenevo tanto, volevo vedere la bandiera tricolore salire in alto - racconta la bella italocubana - avevo anche ripassato per bene l'inno di Mameli, volevo cantarlo...(lo farà in una intervista a Radio Rai a Doriana Laraia, ndr). No, comunque l'argento è una bella soddisfazione, considerato quanto ho potuto allenarmi a causa del ginocchio malandato. Sono rimasta praticamente ferma negli ultimi due mesi, salire sul podio in queste condizioni è un grande risultato". Ora, per la Martinez, le cure del caso e il meritato riposo (una settimana di vacanza a Cuba), prima di programmare la stagione estiva. I Mondiali di Helsinki e la Golden League (c'è il triplo donne) sono l'obiettivo primario. A completare la gara di triplo a Madrid, l'ottavo posto di Simona La Mantia, con 14,06 (serie: N; 14,05; 14,06; 13,85; 13,91; N). La palermitana, scesa in pedana con una vistosa fasciatura alla coscia destra (sistemata dal duo di fisioterapisti Andrea Benvenuti e Antonio Abbruzzese) non è riuscita a trovare le spinte giuste sulla pedana del Palacio, uscendo comunque dalla prova con la soddisfazione di aver ottenuto ancora una finale. La giornata conclusiva degli Europei ha regalato anche un record del Mondo: quello realizzato nell'asta dalla russa Yelena Isimbayeva, capace di 4,90 (precedente: 4,89 della stessa, a Lievin, la scorsa settimana). A parte l'alto maschile (del quale riferiamo nel servizio su Bettinelli), va sottolineato l'8,37 nel lungo dello spagnolo Martinez e il 7.50 nei 60 ostacoli del francese Doucouré. Il bilancio azzurro si chiude con una medaglia (ventesimo posto nel medagliere), sette atleti in finale, sei nei primi otto (uno in meno di Vienna 2002), undici su venti in grado di superare almeno un turno. Ciò che piace è il fatto che diversi si siano migliorati proprio qui (Cattaneo, Weissteiner per due volte, e lo stesso Bettinelli in senso assoluto, molti altri rispetto ai propri limiti stagionali), ovvero nell'occasione più importante. La stagione indoor italiana, del resto - e questo non può essere dimenticato, anche se non vale come alibi al cento per cento - non propone agli atleti le necessarie occasioni di confronto, per i motivi noti a tutti. L'arrivo del nuovo impianto di Ancona, struttura permanente destinata all'atletica, è probabilmente il primo passo per invertire la tendenza. E la tradizione. Marco Sicari
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